Una soluzione sicura anche al di fuori dell’ambito industriale

Medicale, scientifico e formativo, artistico e architettonico. Sono solo alcuni degli ambiti extra industriali in cui sono stati applicati i robot collaborativi Universal Robots negli ultimi anni. L’ultimo esempio in ordine di tempo riguarda l’installazione curata da CRA – Carlo Ratti Associati, studio di design e innovazione torinese che, per l’edizione 2019 di Artissima (1-3 novembre), ha sviluppato due applicazioni robotiche presso EDIT, il polo gastronomico innovativo di Torino. L’installazione prosegue il lavoro con cui da quasi un anno Universal Robots affianca le ricerche di Carlo Ratti Associati sulla tecnologia applicata al design.

Nel corso della cena performativa del 1° novembre dal titolo “Se il vino sa di tappo”, un cobot UR3e è stato posizionato al centro di un tavolo e ha svolto due diverse operazioni: ha posizionato alcuni fiori a stelo lungo all’interno di un vaso e, durante il corso della serata, è stato applicato in una delicata operazione di composizione – sempre a tema “floreale” – posizionando alcuni petali di cipolla all’interno di una ciotola colma d’acqua. Un’applicazione, quest’ultima, in tema con The EDIT Dinner Party, evento voluto da EDIT che promuove la sperimentazione e la commistione fra arte, cibo e tecnologia. Si tratta di due applicazioni assimilabili in tutto e per tutto a un comune pick&place, ma in grado di evidenziare la sicurezza intrinseca dei robot collaborativi Universal Robots, ancora una volta chiamati a “operare” in un contesto molto lontano dall’ambito manifatturiero.
Dopo l’applicazione presso lo stand turco alla Biennale di Architettura di Venezia 2018 e la performance di danza moderna Hu Robot (curata dalla compagnia Ariela Vidach in scena a ottobre al Teatro Vascello di Roma con protagonista un cobot UR10e), questa è la terza volta – nell’arco di pochi mesi – che i cobot danesi trovano applicazione nel mondo dell’arte.

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