Tecnologia italiana nella missione spaziale
C’è molta tecnologia italiana nella prossima missione spaziale che prevede il lancio in orbita di nove picosatelliti (o PocketQube). La struttura del sistema di rilascio è stata costruita in stampa 3D dall’azienda italiana CRP Technology per conto della compagnia scozzese Alba Orbital.
È stata proprio la PMI high-tech di Glasgow ad annunciare pochi giorni fa il successo dell’integrazione dei picosatelliti in vista dell’imminente missione spaziale Alba Cluster 3, denominata “Quel periodo dell’anno”, che rappresenterà – con ben nove satelliti coinvolti – il più grande lancio di PocketQube nella storia fino ad oggi.
Utilizzata la sinterizzazione laser selettiva
I nove picosatelliti sono stati integrati in AlbaPod v2, l’unico sistema al mondo di rilascio di PocketQube collaudato nello spazio. È stato interamente stampato in 3D da CRP Technology, che ha utilizzato la tecnologia della sinterizzazione laser selettiva e il materiale composito ad alte prestazioni Windform XT 2.0 (rinforzato con fibra di carbonio, il Windform XT 2.0 appartiene alla famiglia dei materiali compositi Windform TOP-LINE creata dalla stessa CRP Technology). La missione Alba Cluster 3 è prevista a dicembre 2020 con il razzo vettore Falcon 9 di SpaceX su orbita eliosincrona.