Idra pensa in grande: crescita, nuove strategie e un ordine per la pressa più grande del mondo
Il DG Riccardo Ferrario annuncia le linee di sviluppo dei prossimi anni imperniate su sinergie con l’azionista LK Machinery e sviluppo prodotto: le nuove X-Press a prezzi di sicura competitività e l’estensione dell’alta gamma OLCS con modelli da 5500 e 6200 tonnellate
di Mario Conserva
Incontriamo Riccardo Ferrario, direttore generale di Idra, nello stabilimento di Travagliato (Brescia), per scambiare le idee sulla situazione produttiva e di mercato del comparto della pressocolata, sulle prospettive nel complicato scenario mondiale e naturalmente per fare il punto sulla Idra. Si comincia da qui, e Ferrario annuncia in anteprima le strategie produttive e di marketing dell’azienda bresciana per i prossimi anni: “Idra è in ottima salute, vogliamo consolidare i buoni risultati degli ultimi anni, ma anche porci l’obiettivo di aumentare il fatturato del 20% nel breve periodo e allo scopo abbiamo definito nuove sinergie con l’azionista di controllo LK Machinery. Il piano è già in fase operativa e prevede la nuova linea di macchine, la X-Press, a prezzi particolarmente competitivi per la produzione di pressocolati standard, e dall’altra parte della catena le ’Giga Presse’ 5500 e 6200 e una serie di profonde innovazioni sulle nostre macchine di alta gamma OLCS, con interventi sui sistemi d’iniezione, risparmio energetico e razionalizzazione estetica”.
Poche battute introduttive ma ricche di significato sia per l’azienda bresciana che per il sistema globale della pressocolata, con cui il direttore generale di Idra apre al suo modo cordiale e prammatico, l’incontro con la rivista A&L alla vigilia di un evento di rilievo per il settore come Gifa 2019. Aggiunge Ferrario: “Il progetto al quale abbiamo lavorato per il futuro di Idra è frutto di un’attenta serie di considerazioni su diversi fattori, come il quadro macroeconomico, il nostro segmento di mercato, l’andamento pregresso dell’azienda, i nostri rapporti con il gruppo di controllo; cercherò offrire nel modo più sintetico e chiaro possibile i necessari approfondimenti”. Prima di ciò è comunque opportuno fare un quadro generale aggiornato sull’azienda.
Idra oggi
Idra vuol dire macchine di pressocolata. Fondata nel 1946 dalla famiglia Pasotti a Brescia, I’azienda ha costruito negli anni un percorso di successo con una penetrazione dei prodotti in tutto il mondo. Fin dagli anni sessanta Idra era un punto di riferimento nel settore, gli addetti ai lavori ricordano bene quando la mitica serie “S” rappresentava il top per affidabilità, robustezza e facilità d’uso. Con i tipici alti e bassi delle dinamiche del mercato, i primi anni 2000 furono per Idra un momento critico, con fasi di ristrutturazione e di ridimensionamento del perimetro industriale e del numero di dipendenti; comunque la forza della storia imprenditoriale, del know-how e del patrimonio umano costruito negli anni, hanno consentito di superare le difficoltà. Primo elemento decisivo, nel 2008, fu l’acquisizione del pacchetto di maggioranza dell’azienda da parte del gruppo cinese LK Machinery, un colosso industriale quotato alla borsa di Hong Kong e leader di mercato in Cina nelle macchine per la pressocolata di leghe leggere, macchine a iniezione per componenti di plastica e centri di lavoro per lavorazione meccanica. Il secondo passaggio chiave fu poi l’ingresso in azienda l’anno successivo di Riccardo Ferrario come direttore generale, un ingegnere con solide competenze nella gestione aziendale e con esperienza metallurgica ventennale maturata in Fiat, nella divisione fonderia alluminio del gruppo Teksid guidato dal professor Sergio Gallo. Il cambio di passo restituì vigore al glorioso brand Idra, tornato a rappresentare un ottimo esempio di realtà industriale: l’azienda riuscì a raggiungere il breakeven in soli 18 mesi, azzerando quasi 8 milioni di perdite e cominciando a macinare utili già nel 2011; le vendite passarono da 14 milioni di euro nel 2009 a 57 nel 2012, da quattro anni il fatturato consolidato varia tra 85 e 95 milioni di euro. Idra è così tornata ai vertici mondiali del comparto, leader in particolare nelle grandi macchine di pressocolata ad alta tecnologia per getti alto-prestazionali.
L’analisi di Riccardo Ferrario
“Per far capire dove intendiamo andare penso sia utile spendere due parole sulle principali linee di azione seguite nel recente passato, a partire da quando alla fine del 2008 fui contattato per rilanciare Idra che, per vicissitudini finanziarie, non attraversava un buon periodo. Ricordo l’incontro decisivo con Mr. Liu, il fondatore e maggiore azionista di LK Machinery, che aveva da poco rilevato il 70% del capitale azionario di Idra, mentre il restante 30% era nelle mani di Banca San Paolo. Liù era un imprenditore con idee molto chiare, voleva essere il leader non solo delle presse low cost sul mercato cinese, ma intendeva sviluppare una presenza leader sull’intera gamma di prodotto, e voleva Idra a presidiare il segmento delle presse ad alta tecnologia per pressocolati a elevate prestazioni. Per fare questo era necessario mantenere chiaramente distinti i due marchi, LK per le macchine low cost e Idra per quelle di alta gamma: nessun tipo di commistione tra le due realtà, nemmeno a livello finanziario e di rete commerciale. Per il mercato doveva essere chiaro che LK giocava solo il ruolo di azionista. In seguito Idra è diventata al 100% cinese, l’azionista LK ha rilevato il rimanente 30%, ma le strategie iniziali sono rimaste identiche nelle linee essenziali”.
Quali effetti concreti ebbe l’ingresso di LK?
“Il progetto di partenza elaborato nel 2008 per Idra ha funzionato, la Cina ha rappresentato la salvezza. L’azionista di riferimento ha investito come convenuto nell’azienda, consentendoci lo sviluppo completo del nuovo modello OLCS e in più ci siamo trovati in un piatto d’argento le chiavi del mercato cinese, con le indicazioni su dove e a chi vendere i nostri prodotti negli anni difficili 2009 e 2010. Senza tutto questo, non avremmo avuto la velocità necessaria a riportare i conti in equilibrio in meno di due anni, nonostante i grandi sforzi che abbiamo fatto internamente per tenere una struttura leggera e flessibile nella capacità di adattarsi ai diversi momenti del mercato. D’altra parte, il patrimonio di conoscenze di Idra era una sicurezza per realizzare prodotti all’avanguardia, quello forse più difficile era colmare il gap di competitività sui costi. Per mia fortuna provengo dalla formidabile scuola della Teksid degli anni ’80 e so che nulla succede per caso, ma che tutto deve essere conquistato con feroce determinazione e grande passione, partendo dalle persone. Questa la premessa per far capire come eravamo solo dieci anni fa, come abbiamo superato le difficoltà e quali traguardi abbiamo raggiunto, ma è chiaro che i tempi sono cambiati, per questo ora serve un progetto diverso”.
Guardando alle prospettive dei vostri mercati
di riferimento, quali considerazioni si possono fare sulle necessità di pressocolati di qualità da parte dell’automotive nei prossimi anni? E per i segmenti
con requisiti di prodotto meno prestazionali che previsioni si possono fare?
“Dove andrà il mercato è di sicuro la questione principale da prendere in esame per capire le decisioni da prendere. Cominciamo innanzitutto a pensare dove è oggi e cosa è diventato il nostro mercato, è cambiato tutto in pochi anni. La crescita dell’impiego di particolari e componenti in alluminio nei mezzi di trasporto ha avuto negli anni recenti un trend spettacolare, perché è un alleggerimento che si paga da solo. In Europa il contenuto medio di alluminio per veicolo era 50 kg nel 1990 e dovrebbe superare i 200 kg entro il 2025. Un dato estremamente significativo in questo sviluppo è l’apertura di nuovi fronti innovativi. Sino a qualche decennio fa si era fermi ai normali getti di alluminio per blocchi motori, pistoni, carter vari, ruote; oggi si parla di getti strutturali di basso spessore, con uno sviluppo che riguarda ovviamente non solo i getti, ma è riferito anche a lamiere per carrozzeria ed estrusi strutturali in leghe leggere. Questo andamento ha comportato per la fetta più ricca del mercato dei pressocolati una nuova generazione di presse caratterizzate da requisiti prestazionali impensabili ancora pochi anni fa: macchine pensate per essere inserite in celle produttive ad altissimo livello di perfezionamento e di automazione, adatte a lavorare con leghe sofisticate e metallurgicamente innovative, localizzate sullo scenario mondiale in relazione a fattori completamente diversi da quelli degli anni passati. Il mercato dell’auto è sempre cresciuto negli ultimi anni, il vento dell’ecologia soffia sempre più forte in particolare nelle grandi aree dell’auto in Europa e Cina, alimentato da valori politici e sociali che hanno creato un consenso pressoché unanime sulle limitazioni alle emissioni. Questo lascia prevedere una crescente corsa all’alleggerimento quindi ad un impiego comunque crescente di pressocolati in lega leggera; indipendentemente dal tipo di propulsione, la scelta dell’alluminio è irreversibile, quantomeno nel medio termine, perché è ragionevolmente vincente, è un dato di fatto che anche le case automobilistiche più restie ai cambiamenti si sono convertite all’impiego di pressocolati in metallo leggero per i nuovi motori a benzina e per il telaio. Su questo fronte credo in conclusione che il mercato delle auto continuerà a crescere guardando ai prodotti più avanzati e richiedendo ai particolari in lega leggera, e la maggior parte saranno getti pressocolati, prestazioni sempre più estreme. Certo, i materiali compositi potrebbero rimpiazzare il metallo leggero in molte applicazioni con ulteriori vantaggi sull’alleggerimento e magari anche con semplificazioni nel design, resta però vivo l’interrogativo sui costi e principalmente il grave handicap per i compositi legato alla difficile riciclabilità. Su questo terreno è molto complicato competere con l’alluminio, splendido metallo green e sinonimo di economia circolare. In sostanza credo sulla continuità del mercato che sinora ci ha fatto crescere. Riguardo ai pressocolati di tipo standard, è chiaro che gli impieghi dei getti di alluminio senza particolari requisiti strutturali cresceranno fisiologicamente e dappertutto. Prevediamo quindi anche la crescita della domanda globale di pressocolati di tipo standard, da realizzare con macchine meno sofisticate, che oggi non fanno parte della offerta di Idra, ma che per i volumi in gioco riteniamo di dover considerare con molta attenzione nel prossimo futuro”.
E Idra in che situazione si trova oggi?
“Siamo usciti bene dal periodo difficile, la scelta di consolidare la nostra fascia alta di mercato ha funzionato, abbiamo sinora puntato su macchine potenti e sofisticate per un mercato esigente come quello dell’automotive, siamo stati i primi a costruire macchine per i pezzi strutturali, abbiamo deciso con coraggio di investire in questa direzione sei anni fa, in pieno periodo di crisi, e oggi produciamo le macchine più grosse al mondo, da 5500 t e da 6200 t. Recentemente, abbiamo ricevuto il primo ordine al mondo per una pressa da 5.500 t, siamo particolarmente felici di esserci riusciti, e crediamo che altri ordini arriveranno a breve. Anche in questo caso siamo partiti per primi su questi progetti che sembravano impossibili e ora siamo in grado di consegnare le Giga presse in tempi standard. Siamo attestati su un fatturato intorno a 100 milioni di euro da quattro anni, in un mercato che cresce, e quindi dobbiamo crescere, riteniamo di poter puntare ad una crescita di fatturato del 20% per consentire un corretto consolidamento dei progressi industriali degli ultimi anni. Produrre di più per vendere di più, sfruttare il nostro know-how per offrire al mercato il prodotto giusto al momento giusto, impegnarsi quindi a rendere le nostre presse sempre più intelligenti, in modo da dare all’utente la possibilità di realizzare un prodotto sempre competitivo”.
Quali linee intendete seguire per raggiungere l’obiettivo?
“Il primo cambio di rotta riguarda i rapporti con LK Machinery. Finora il gruppo ha operato come azionista puro, da questo momento, oltre ad aiutarci a prendere più ordini in Cina, metterà a nostra disposizione capacità produttiva per le nuove X-Press, modelli di pressa fino a 900 tonnellate di forza di chiusura. L’obiettivo è in sostanza entrare con macchine Idra, quindi con un prodotto estremamente interessante sotto l’aspetto tecnologico e prestazionale, nel segmento delle presse medio-piccole, offerte a un prezzo estremamente competitivo e questo è reso possibile, senza onerosi investimenti, sfruttando la disponibilità esistente presso LK. Le X-Press sono totalmente progettate e realizzate secondo le linee guida dei modelli di alta gamma e avranno l’affidabilità dei prodotti Idra a un costo competitivo, inferiore del 30% rispetto alle OLCS. Questo senza alcuna concessione sulla qualità e affidabilità del prodotto, bensì pensandolo standard, con alti volumi e realizzato nello stabilimento LK di Shenzhen, in un’area totalmente dedicata a noi. Pensiamo ad esempio a una macchina da 500 t, adatta alla produzione di pressocolati privi di particolari esigenze strutturali, offerta in versione standard, quindi senza sofisticate personalizzazioni, ma qualitativa perché avrà gli stessi sistemi d’iniezione e chiusura della OLCS e beneficerà di tante delle nostre innovazioni studiate per la gamma alta. Voglio aggiungere che nel segmento di mercato caratteristico per le macchine X-Press funziona bene il concetto del fai da te, agli utilizzatori di questa fascia piace molto la macchina standard nuda da arricchire poi piano piano in casa secondo le esigenze contingenti, e devo dire che sotto questo aspetto il fatto che Idra faccia parte di Foundry Star Alliance, in cui è entrato recentemente un nuovo partner, è certamente un elemento molto positivo per i nostri clienti che potranno far conto su una competenza tecnica straordinaria a loro disposizione. Per noi di Idra questa è una bella sfida su un terreno relativamente nuovo, la stiamo perseguendo con decisione e con determinazione, abbiamo già testato il mercato con una decina di macchine vendute in Cina, Brasile e Messico, la risposta è stata molto positiva, siamo fiduciosi che questa scelta rappresenti lo strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo di 120 milioni di euro di fatturato.
Per quanto riguarda l’alta gamma OLCS, qui i nostri interventi puntano al miglioramento continuo delle macchine, sfruttando a fondo e con continuità il ricchissimo patrimonio di conoscenze maturato in Idra. Puntiamo su innovazioni significative che riguardano diversi punti essenziali delle prestazioni:
• nuove soluzioni dell’impianto oleodinamico, capaci di determinare un risparmio certificato del 40% nei consumi energetici;
• condizioni d’iniezione più stabili in tutte le fasi, in modo da garantire la miglior forza dinamica possibile in ogni fase operativa, quindi possibilità di fare getti strutturali più grandi e con pareti più sottili;
• profonda evoluzione della carrozzeria delle macchine, sportelli e protezioni, a vantaggio dell’estetica e della modularità;
• in ambito Industria 4.0, sviluppo di nuove architetture dell’isola di pressocolata con un hub di monitoraggio centrale che controlla la pressa e tutte le altre periferiche, in modo da assicurare la centralità della programmazione di controllo e la semplificazione dell’avviamento delle macchine presso il cliente.
Con questo credo di avere dato in una precisa sintesi il chiaro messaggio che Idra è più viva che mai. Abbiamo messo in cantiere una serie molto impegnativa di novità che riguardano la struttura delle operazioni industriali dell’azienda, la crescita e la diversificazione dei contenuti tecnologici delle nostre macchine, le modalità di approccio al mercato globale.
Siamo in linea con il nostro obiettivo di sempre, aiutare la fonderia a cambiare e a essere sempre di più scienza oltre che arte, è difficile farlo da soli, oggi più che mai è indispensabile il supporto del nostro azionista LK Machinery che ha sempre ben interpretato il ruolo migliore di Idra all’interno del gruppo. Allo stesso tempo voglio ribadire l’importanza di un’iniziativa collettiva come Foundry Star Alliance per essere attrezzati al meglio nel rinnovo delle nostre tecnologie. Si è dimostrata un’operazione coraggiosa ed efficace che ha creato forti sinergie tra aziende leader negli impianti ed equipaggiamenti complementari alla pressa, valorizzando la filiera; un approccio che ha funzionato e che sarà sempre più utile nel futuro”.