Antidumping UE sugli estrusi e i laminati d’alluminio cinesi
La Commissione Europea protegge il downstream EU dell’alluminio dalle importazioni cinesi confermando i dazi sugli estrusi e approvando i dazi preliminari su alcune produzioni di laminati
La Commissione Europea ha confermato per 5 anni l’imposizione dei dazi antidumping sugli estrusi di alluminio provenienti dalla Cina. il Regolamento della Commissione Europea è stato pubblicato il 30 marzo sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
I dazi antidumping si applicano su barre, profilati (anche cavi) tondini e tubi non assemblati, anche predisposti per essere utilizzati nelle costruzioni (ad esempio, tagliati su misura, forati, curvati, smussati, filettati) realizzati in alluminio, anche non legato, con un tenore non superiore al 99,3 %.
Tali prodotti sono attualmente classificati con i codici NC ex 7604 10 10; ex 7604 10 90, 7604 21 00, 7604 29 10, 7604 29 90; ex 7608 10 00, 7608 20 81, 7608 20 89; ex 7610 90 90 (codici TARIC 7604 10 10 11, 7604 10 90 11, 7604 10 90 25, 7604 10 90 80, 7608 10 00 11, 7608 10 00 80, 7610 90 90 10). I codici NC e TARIC sono tuttavia forniti solo a titolo informativo e non sono vincolanti ai fini della classificazione del prodotto.
Dal provvedimento sono esclusi: i prodotti uniti (ad esempio, con saldature o chiusure) in modo da formare sottoinsiemi; i tubi saldati; i prodotti in kit confezionato con le parti necessarie per assemblare un prodotto finito senza ulteriore finitura o fabbricazione delle parti (“kit di prodotti finiti”).
Nel corso della sua indagine la Commissione Europea ha esaminato tutti gli elementi di prova disponibili riguardanti l’intervento della Cina nell’economia interna, sia in generale che per quanto riguarda il settore dell’alluminio. Ne è emerso che i prezzi o i costi dei prodotti presi in esame, compresi quelli delle materie prime, dell’energia e del lavoro, non sono il risultato delle forze del libero mercato, bensì vengono sostanzialmente influenzati da un intervento pubblico. Su tale base, e in assenza di collaborazione da parte del governo della RPC, la Commissione ha concluso che nel caso dei prodotti in alluminio sotto indagine non era opportuno utilizzare i prezzi e i costi praticati sul mercato interno per stabilire il valore normale. Quest’ultimo è stato ricavato esclusivamente sulla base di costi di produzione e di vendita che riflettono prezzi o valori di riferimento esenti da distorsioni, ossia facendo riferimento a un Paese rappresentativo appropriato, individuato nella Turchia.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE la Commissione ha informato che i dati relativi all’inchiesta antidumping sulle estrusioni cinesi relativi al Regno Unito sono stati rimossi e il risultato ricalcolato. Poiché una parte importante del pregiudizio è stata inflitta dalle importazioni cinesi nel Regno Unito, ciò ha avuto un impatto sulle aliquote del dazio antidumping.
Il primo risultato importante è già stato ottenuto, poiché le importazioni di estrusi dalla Cina si sono dimezzate già da ottobre 2020.
Laminati: via libera ai dazi preliminari dal 15 aprile 2021
Lo scorso 16 marzo la Commissione europea, prendendo spunto dal risultato di un’inchiesta aperta nell’agosto 2020 a seguito di una denuncia di European Aluminium fortemente sostenuta da Assomet, ha annunciato l’intenzione di imporre dazi antidumping provvisori su alcune produzioni di laminati di alluminio originari della Cina. Tali misure, pienamente apprezzate dalla filiera industriale comunitaria del metallo leggero, prevedono l’adozione di dazi preliminari che vanno dal 19,6% al 47,3% i quali si andranno ad aggiungere a quello standard del 7,5%.
Si tratta di un importante passo in avanti nella lotta contro le pratiche commerciali sleali messe in atto dal gigante orientale, come ha voluto sottolineare il Direttore generale di EA, Gerd Götz, in sede di commento: “Le importazioni oggetto di dumping dalla Cina stanno portando verso il fallimento i produttori europei e li scoraggiano da importanti investimenti in innovazione mirati a promuovere la decarbonizzazione e il riciclo. Siamo pertanto grati alla Commissione per quanto intende attuare a protezione del nostro settore”. E’ fondamentale ricordare che l’import dalla Cina di queste tipologie di prodotto sono decisamente aumentate negli ultimi anni, passando dalle 171.000 t del 2016 alle circa 330.000 t dello scorso anno, raggiungendo così una quota di mercato superiore al 12%, il doppio rispetto a cinque anni fa.
Le nuove misure si riferiscono alle seguenti tipologie di prodotti di alluminio laminati, anche legati, senza strati interni di altri materiali:
– in rotoli o in nastri arrotolati, in fogli tagliati a misura o in forma di cerchi, con spessori che vanno da a 0,2 a 6 mm;
– in lastre, di spessore superiore a 6 mm;
– in rotoli o nastri arrotolati, di spessore non inferiore a 0,03 mm e fino a 0,2 mm.
Sono esclusi dai nuovi provvedimenti i contenitori per bevande, i laminati per l’industria automobilistica e quelli impiegati nella produzione di parti di aeromobili.
La conclusione dell’indagine
La Commissione europea si è impegnata a pubblicare entro il 14 aprile prossimo un apposito documento, un vero e proprio atto giuridico nel quale sarà riportato in dettaglio l’intero iter dell’indagine e le conclusioni cui è giunta. L’indagine, tuttavia, sta proseguendo e si prevede possa essere completata entro il prossimo ottobre. I dazi provvisori dovrebbero avere effetto immediato a partire dal 15 aprile 2021 e saranno probabilmente confermati definitivamente a ottobre. Potranno essere modificati o rimossi solo in presenza di circostanze eccezionali e rimarranno in vigore per cinque anni come normalmente avviene. E’ utile ricordare che l’Unione Europea aveva già imposto qualche mese fa dazi preliminari compresi tra il 21,2% e il 32,1% sugli estrusi di alluminio originari della Cina e che i semilavorati cinesi sono già soggetti a dazi antidumping in altri importanti mercati come Stati Uniti, Canada, India, Corea del Sud, Australia e Vietnam. “Estrusi e laminati di alluminio costituiscono per l’Europa un mercato fondamentale e la decisione della Commissione dimostra quanto la nostra industria sia stata realmente danneggiata dalle pratiche commerciali sleali cinesi. Ma, sebbene i dazi antidumping forniscano un certo sollievo a breve termine, urge anche una soluzione globale a lungo termine per affrontare la sovraccapacità cinese sovvenzionata dal regime”, ha concluso il direttore Gerd Götz.