AITAL e QUALITAL, il riferimento italiano per i trattamenti superficiali
Un incontro con Giampaolo Barbarossa, Segretario generale di AITAL,
e Riccardo Boi, Direttore di QUALITAL, per parlare del comparto italiano
dei trattamenti superficiali, del suo stato di salute e della sua capacità di crescere e sviluppare progetti di ricerca innovativi
di Giuseppe Giordano
Il CIOA, Centro Italiano Ossidatori Anodici, è stato costituito nel 1958. VECTAL, Verniciatura Conto Terzi Alluminio, è nato nel 1986. Nel 1994 le due associazioni hanno deciso di unirsi fondando AITAL, Associazione Italiana Trattamenti Superficiali Alluminio. Sono più di sessant’anni di associazionismo per un settore che basa le sue sorti sulla conoscenza e lo sviluppo della tecnologia. Per l’Italia si tratta di un’eccellenza industriale formata da medie aziende tipicamente dinamiche ed attente alle richieste di mercato. Ossidatori e verniciatori hanno sempre fatto dell’associazionismo un fattore di crescita e di miglioramento della qualità del proprio prodotto. QUALITAL è un riferimento di settore per la gestione dei marchi di qualità a partire storicamente da QUALANOD, il marchio che ha contribuito con intensità al successo dei serramenti in alluminio anodizzato.
Parliamo dell’associazione , dei marchi e delle novità di settore con Giampaolo Barbarossa e Riccardo Boi nella sede delle associazioni AITAL e QUALITAL a Cameri (Novara), forse meno di cinque chilometri in linea d’aria dalla sede storica dell’Istituto Sperimentale Metalli Leggeri che è stata la culla di molte ricerche di successo sui trattamenti superficiali delle leghe leggere e la scuola per molti di noi.
Le prime domande sono scontate: quanti sono i soci di AITAL? Qual è la stima del fatturato di settore e dove sono maggiormente localizzati gli impianti di trattamenti superficiali in Italia?
Giampaolo Barbarossa: “Gli associati AITAL sono circa 150, suddivisi tra circa 90 soci ordinari, cioè aziende che effettuano i trattamenti, e i soci sostenitori, vale a dire le aziende che forniscono, ad esempio, specifici prodotti chimici e macchinari. I soci ordinari sono ossidatori, verniciatori e decoratori. Questi ultimi sono i produttori di finiture decorate, la più famosa delle quali è quella a “Effetto legno”. Queste finiture hanno registrato un intenso sviluppo negli ultimi anni, anche per la crescita dei fornitori di materiali per il processo di decorazione sia a polveri che per sublimazione di inchiostri.
La distribuzione geografica degli impianti vede una buona presenza anche nelle regioni del Centro- Sud, con una trentina di impianti dal Lazio alla Sicilia. AITAL stima che il settore abbia un fatturato di circa 900 milioni di euro l’anno. Le aziende impiegano circa 3500 addetti negli impianti di anodizzazione e stimiamo in circa 5000 unità il personale addetto agli impianti di verniciatura”.
QUALITAL è il riferimento italiano nella gestione dei marchi di
qualità. Quali sono gli aspetti salienti di questa attività?
Riccardo Boi: “QUALITAL – Istituto di Certificazione industriale dell’Alluminio ed altri materiali – opera dal 1975 nella Certificazione di Prodotto e gestisce, tra gli altri, tre Marchi di qualità europei, vale a dire il marchio EURAS-EWAA QUALANOD per l’alluminio anodizzato, il QUALICOAT per l’alluminio verniciato e il QUALIDECO per le finiture decorate. Nel corso degli anni QUALITAL ha ottenuto molti importanti riconoscimenti. In particolare, dal 1993 è accreditato da ACCREDIA come Organismo di Certificazione Prodotto per i manufatti in alluminio e sue leghe anodizzati o verniciati, in conformità alla norma UNI CEI EN 45011. Nel 2000 ottiene anche l’accreditamento ACCREDIA del proprio Laboratorio Prove & Ricerche, che svolge principalmente prove e controlli sui prodotti anodizzati e verniciati secondo i requisiti previsti dalle direttive tecniche QUALANOD e QUALICOAT. Nel 2007 il nostro Laboratorio Prove & Ricerche è stato iscritto nell’Albo dei laboratori altamente qualificati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (ai sensi del D.M. n.593/2000). QUALITAL segue costantemente, a livello nazionale ed europeo, gli sviluppi normativi sulle finiture dell’alluminio; inoltre, partecipa alle riunioni dei gruppi di lavoro che si sono costituiti all’interno del CEN (il TC 139 per l’alluminio verniciato e il TC 132 per l’alluminio anodizzato).
QUALITAL negli anni ha aumentato la propria attività di servizio alle imprese del settore e attualmente può rilasciare altri marchi di qualità: QUALITHERM sui profili a taglio termico per serramenti, QUALIGASKET per guarnizioni per serramenti e QUALISTEELCOAT, il cui scopo è stabilire delle regole per i verniciatori che applicano rivestimenti protettivi su acciaio”.
AITAL e la formazione: ritengo fondamentale questo aspetto della vostra attività. Qual è il vostro approccio?
Giampaolo Barbarossa: “Non solo è importante fare formazione ma anche come proporla. AITAL ha fatto la scelta di partecipare anche quest’anno, insieme al Politecnico di Milano, all’organizzazione dell’Industrial Short Master sulla protezione e finitura di superfici metalliche. Il corso, della durata di ben 10 giornate, si pone come obiettivo la formazione di figure professionali in grado di comprendere e gestire le molteplici problematiche quando l’uso, la sicurezza e la vita di materiali metallici dipendono da adeguati trattamenti superficiali”.
Vorrei avere le ultime notizie dei due argomenti che mi hanno spinto più di altri a chiedervi questo incontro, vale adire il vostro recentissimo brevetto per l’anodizzazione “a getto”e l’acquisizione da parte di QUALITAL dell’archivio di quasi 30.000 rapporti tecnici dell’Istituto Sperimentale Metalli Leggeri.
Riccardo Boi: ”Il brevetto europeo è stato concesso a un’invenzione del nostro Reparto Impianti Pilota. Il brevetto è stato depositato da QUALITAL Servizi ma ci tengo a sottolineare che l’inventore designato è Carlo Calcaterra , nostro storico collega, anch’egli con una lunga esperienza di lavoro in ISML.
Il brevetto è molto innovativo sotto diversi aspetti. In particolare, non prevede l’immersione del profilo o del laminato da anodizzare, che è solo sottoposto ad un “getto” della soluzione ossidante. Il brevetto apre alla possibilità di una semplificazione degli impianti che potrebbe essere rivoluzionaria anche in termini di spazi e costi. Per utilizzare una tecnica così diversa dai tradizionali impianti a vasche d’immersione, si sono dovute superare molte difficoltà tecniche: per esempio, per mantenere un efficace contatto elettrico sia all’anodo che al catodo durante il “getto”. Abbiamo poi sviluppato innovativi sistemi di apporto della soluzione ossidante per avere la sicurezza che durante il processo venissero coperte completamente le superfici anche complesse come quelle dei profili estrusi. Gli strati d’ossido prodotti con il metodo brevettato sono stati sottoposti a diverse prove di qualifica con risultati lusinghieri. Il processo basato sull’invenzione è tipicamente in grado di trattare in continuo profili e lamiere e perciò, viste anche le ridotte dimensioni dell’impianto, potrà essere inserito in una linea di verniciatura per effettuare un pretrattamento in grado ad esempio di migliorare le caratteristiche di resistenza alla corrosione. Noi siamo convinti che quanto rivendicato nel brevetto sia solo l’attualità della tecnologia innovativa ma che il vero valore sta nella sua potenzialità applicativa in diversi settori dei trattamenti superficiali delle leghe leggere”.
Veniamo ai rapporti ISML. Ora una copia dell’intera collezione è nei vostri uffici…
Riccardo Boi:”La vicenda è un po’ complessa ma è di quelle a lieto fine. Qualche tempo fa, abbiamo chiesto alla Fondazione Novara Sviluppo, che ha ricevuto quel che è rimasto delle dotazioni dell’Istituto Sperimentale Metalli Leggeri, compresi archivi e biblioteca, di acquistare una copia dell’intera collezione dei rapporti tecnici di ISML dagli anni immediatamente prima della seconda guerra mondiale ai primi anni 2000. Si tratta di una interessantissima fonte di documentazione tecnica che ha accompagnato il sorgere e lo sviluppo dell’industria italiana dell’alluminio. La collezione contiene anche la documentazione relativa ai molti progetti di ricerca che sono stati sviluppati in ISML. Abbiamo voluto salvare una documentazione tecnica preziosa anche dal punto di vista storico, che rischiava l’oblio in qualche scantinato o peggio ancora, di finire al macero. L’operazione di recupero è durata qualche tempo ma ora i 30.000 rapporti sono al sicuro nei nostri nuovi uffici, proprio sopra i reparti di R&D. Il vero salto di qualità dell’iniziativa ci sarà, però, quando la collezione sarà digitalizzata ed accessibile on-line. Questo passaggio ha un costo non irrilevante, ma stiamo trovando il supporto di enti interessati e disponibili a finanziare l’operazione. Ritengo che tra non molto tempo potremo navigare nelle migliaia di pagine della collezione per riscoprire la ricchezza costruita dal lavoro di un’istituzione industriale di cui sentiamo ancora la mancanza”.