ALCAB Aluminium Castings in Architecture & Beyond
A Milano, presso il Palazzo delle Stelline, si terrà il 13 novembre un importante convegno su materiali, tecnologie ed applicazioni dei getti di alluminio in campo architettonico.
Per il programma della Conferenza e ulteriori informazioni consultare www.alcab.org
di Roberto Guccione
I getti fusi in alluminio non sono destinati solo alle applicazioni automotive: il convegno ALCAB organizzato da Self Group che si terrà a Milano nel Palazzo delle Stelline il prossimo 13 novembre, si pone appunto l’obiettivo di descrivere lo stato dell’arte nell’evoluzione dell’utilizzo dei getti di alluminio in campo architettonico attraverso l’intervento di accademici, ricercatori, esponenti del mondo dell’industria, dell’architettura e del design. Dall’antichità ai giorni nostri la colata rimane una tecnica ineguagliata per libertà di forma e complessità geometrica, oggi è anche un processo avanzato che si avvale del front-end degli strumenti manifatturieri e delle tecnologie digitali di simulazione, prototipazione ed analisi.
La prima traccia dell’impiego in campo architettonico dell’alluminio risale al 1895 con i rivestimenti interni della cupola della chiesa di St Edmund, King and Martyr seguita nel 1897 dalla chiesa di San Gioacchino a Roma, quando il progettista Raffaele Ingami utilizza lastre di alluminio bianco argentato per il rivestimento della cupola. Un precedente utilizzo decorativo era avvenuto nel 1894 nel Jenney’s Isabella building a Chicago dove erano state utilizzate fusioni d’alluminio per realizzare le griglie degli ascensori. Nel 1906 per la Postparkasse a Vienna Otto Wagner utilizza getti in Alluminio per la realizzazione di elementi statuari e parti architettoniche. Con le grandi opere d’inizio 900 l’alluminio comincia ad essere utilizzato con frequenza, come nella realizzazione degli spandrel panels dell’Empire State Building di New York, realizzati in alluminio da fusione e ancora oggi conservati in ottimo stato. Pochi anni dopo il Rockefeller Centre usa elementi realizzati con getti fusi di alluminio per la facciata e gli interni. Nel 1930 viene completato il Times square Building a Rochester NY, un edificio Art deco in cui l’architetto Ralph T. Walker disegna uno spettacolare elemento di 12 metri in fusione d’alluminio. Se Walter Gropius considerava l’alluminio il materiale dell’avvenire”, Laurence Kocher e Albert Frey si spinsero sino alla presentazione di una casa in alluminio all’esposizione di architettura di New York nel 1931. Nel secondo dopoguerra Jean Prouvé, realizza in alluminio la casa tropicale, la cui leggerezza, rende possibile il trasporto dalla Francia a Niamey in Niger. Sempre Prouvé nel 1954 utilizza elementi di alluminio estruso e da fusione per la costruzione dell’Aluminium Centenary Pavillion a Parigi. Nel 1974 Norman Foster stabilisce un punto cruciale nella progettazione di edifici in alluminio, con il Sainsbury Centre for Visual Arts di Norwich, in cui le facciate e la copertura sono rivestite con un modulo unico di pannelli in alluminio laminato. Sempre nel 1974 Branko Kraševac progetta il rivestimento del Television Centre di Ljubljana utilizzando lastre di Alluminio colato in orizzontale. Nel 1986 Foster & Associates utilizzano elementi in alluminio estruso per il cladding ed in fusione per i frangisole nel HongKong & Shangai Bank headquarters.
A partire dagli anni 2000 la fusione in alluminio viene utilizzata in importanti progetti: dal Dallas Nasher Arts Center di Renzo Piano alla spettacolare balaustra al 40 Bond a New York disegnata da Herzog & De Meuron, fino ai 3.000 pannelli in fusione d’alluminio utilizzati da David Adjaye per la facciata del NMAAHC di Washington. Oggi l’alluminio è utilizzato in ogni parte costituente la facciata (parapetti, pannelli per rivestimenti, persiane, frangisole, serramenti, facciate continue, etc.), la copertura e i sistemi portanti, divenendo un materiale adatto all’involucro e alla struttura, ma mentre per estrusi e laminati sono già conosciuti i vantaggi e limiti applicativi, per quanto riguarda le fusioni in sabbia, soprattutto di medie e grandi dimensioni, il potenziale applicativo non è ancora pienamente conosciuto. Gli sviluppi tecnologici moderni, trainati da settori come automotive ed aerospace, hanno portato tale tecnologia a raggiungere livelli di performance meccaniche e controllo della qualità di altissimo livello. In questo modo è stato possibile estendere l’applicazione di questo processo anche a parti strutturali e di grandi dimensioni. L’utilizzo combinato del processo fusorio in sabbia e dell’alluminio, lascia quindi un’enorme libertà agli architetti in termini di forma e finiture, rispondendo oggi anche a vincoli di caratteristiche meccaniche e ripetibilità della qualità richiesti dagli elementi strutturali.