All’asta da Sotheby’s l’unica Fiat-Patriarca 750 Berlinetta Sport Faina
Costruita da Rodolfo Patriarca in un unico esemplare nel 1949, la Berlinetta ha trionfato alla Mille Miglia del 1950. La carrozzeria, realizzata dall’officina Faina di Roma, è quasi interamente in alluminio
by Giuseppe Giordano
Lo scorso 24 agosto, all’asta di auto storiche che RM Sotheby’s organizza durante ogni anno durante la Monterey Car Week (California), è stata presentata una rara automobile da competizione realizzata artigianalmente e quasi interamente in alluminio. Si tratta della Fiat-Patriarca 750 Berlinetta Sport Faina, una vettura costruita nel 1949 in esemplare unico da Rodolfo Patriarca per il gentleman driver Sesto Leonardi, appassionato pilota delle gare su strada allora molto in voga in Italia. Tra queste si collocano quali eccellenze la Mille Miglia e la Targa Florio, entrambe corse con ottimi risultati da questa vettura. Ad esempio, nella Mille Miglia del 1950, Leonardi e Properzi alla guida della berlinetta vinsero la classifica di categoria e terminarono al ventiquattresimo posto della classifica globale, con una velocità media superiore a 105 Km/h!
Quello che colpisce nell’esaminare le caratteristiche tecniche di questa vettura è la capacità ingegneristica di Rodolfo Patriarca, che sapeva sfruttare telai e motori normalmente destinati ad automobili di serie con prestazioni ben lontane da quelle offerte dalla Berlinetta. Quest’ultima, infatti, nasce dal telaio della Fiat 500 C , nota come Topolino, e il motore è frutto di elaborazione da parte di un’officina famosa quale la Giannini di Roma. Un fondamentale aiuto al raggiungimento delle prestazioni da gara è dato dalla leggera carrozzeria in alluminio approntata nell’officina romana di Mario Faina, già creatore di analoghe carrozzerie sportive. L’alluminio non è presente nella sola carrozzeria ma anche nel motore Giannini che monta una “Testata Marino” realizzata in alluminio presso l’officina torinese di Marino Brandoli, produttore di parti di elaborazione di motori Fiat. Spesso in diverse parti del motore venivano utilizzate leghe di alluminio anche di tipo aeronautico quali l’Ergal (oggi 7075). Il motore Giannini elaborato per la Berlinetta erogava all’epoca 81 hp, da paragonare ai soli 16,5 hp della “Topolino” di serie con motore non elaborato. Il disegno della carrozzeria in alluminio è molto semplice, per evitare piegature difficili sull’esterno (Figura 1). L’allestimento interno è spartano, ma volante e strumentazione hanno un grande fascino “vintage”. Le immagini ricordano un’altra automobile nata più o meno nello stesso periodo (e con tutt’altri scopi!) con molte parti di carrozzeria in alluminio: si tratta della prima Land Rover con pannelli in lega leggera, famosa auto da lavoro e non certo auto per correre (Figura 5).
L’asta di Monterey ha presentato splendide vetture degli anni ‘50 e ‘60. Alcune Ferrari, Maserati e Mercedes hanno raggiunto quotazioni milionarie, con il record di un raro esemplare di Ferrari 250 GTO (1962) battuto a oltre 48 milioni di dollari. La berlinetta non ha raggiunto questi livelli ma si attestava su una base d’asta di 250.000 dollari, che non è poco per quello che potrebbe apparire solo come una Topolino elaborata ed è invece un esempio dell’elevato livello dell’artigianato italiano nel settore dell’automobile.