Alluminio e alimenti, i messaggi scientifici corretti
Evento Centroal – AFFG a Roma, dedicato alla corretta informazione sul packaging d’alluminio per alimenti. Dialogo aperto con le istituzioni e con gli opinion maker dell’ambientalismo
di Giuseppe Giordano
AFFG – Alluminio Per le Generazioni Future è il programma di comunicazione istituzionale dell’industria dell’alluminio avviato nel 1998 a livello europeo dalle principali aziende del comparto e sviluppato in Italia da Centroal, che all’interno dell’Associazione Italiana Delle Industrie Metalli non Ferrosi ASSOMET, rappresenta le aziende del settore alluminio. AFFG è lo strumento dell’industria del metallo leggero per dialogare con le istituzioni, confrontarsi con gli orientamenti politici e le iniziative legislative che possono riguardarla o in ogni caso influire sulla propria attività. Nel quadro di questa impostazione, AFFG Italia, coordinato da Strategic Advice, società di consulenza con sede a Roma specializzata nelle relazioni istituzionali e in comunicazione strategica, ha organizzato un evento a Roma il 12 novembre 2018, diviso in due momenti dedicati a temi di particolare rilevanza ed attualità per il sistema del metallo leggero. Il primo concentrato su Alluminio e Salute, il secondo sulle prospettive del mercato globale e sui temi dei dazi e dell’accesso alle materie prime. In questo numero della rivista riportiamo una sintesi del primo evento, mentre il secondo sarà oggetto di un ampio report nel numero 1/2019 di A&L.
L’incontro è stato introdotto dall’amministratore di Strategic Advice Gabriele Cirieco: all’evento hanno partecipato circa quaranta tra giornalisti di testate specializzate nel campo nutrizione e salute, esponenti di associazioni ambientaliste oltre a manager dell’industria dell’alluminio con esperienza nel packaging e nei prodotti per cucina e ristorazione.
Il presidente di Centroal Mauro Cibaldi ha descritto nella sua relazione l’attualità dell’industria dell’alluminio italiano, presentando i dati di maggiore interesse riferiti al comparto dai quali emerge il recupero di fatturato dopo la crisi del 2008 sino ad arrivare già dal 2016 a un consumo complessivo di alluminio nettamente superiore al livello pre crisi attestato vicino a 2,2 milioni di tonnellate previste per l’anno in corso. Questo valore pone l’Italia al secondo posto in Europa, con un utilizzo pro capite stabilmente nella fascia alta del quadro mondiale.
Mauro Cibaldi ha poi brevemente presentato una serie di applicazioni di estrusi, laminati e getti di fonderia in alluminio per il mercato italiano, illustrando il ruolo del metallo leggero nello sviluppo dell’economia circolare e nel processo globale di risparmio energetico. Tutto questo in virtù della straordinaria attitudine positiva dell’alluminio ad esser riciclato, il che significa che, una volta utilizzato per un prodotto, a fine vita di quest’ultimo il metallo può essere riutilizzato produrre nuovamente lo stesso oggetto con caratteristiche identiche al prodotto della prima volta. Questa caratteristica ha portato allo sviluppo di un mercato del metallo secondario e di prodotti realizzabili con quest’ultimo di estremo interesse particolarmente in Italia, tenendo conto che soprattutto nel campo della produzione di primario si tratta di un settore ad alta intensità energetica. Sugli aspetti energetici relativi all’intero settore delle lavorazioni dell’alluminio si è molto soffermato Mauro Cibaldi, facendo rilevare le differenze di costo dell’energia che si possono rilevare tra i vari stati, elementi che ovviamente diventano un importante elemento di competitività.
L’alluminio e lo sviluppo sostenibile
Il secondo relatore, l’ingegner Riccardo Guidetti del Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali dell’Università di Milano ha presentato una relazione su “Sviluppo sostenibile ed alluminio”, introducendo il tema con la definizione di sviluppo sostenibile dovuta alla commissione mondiale per l’ambiente (WCED): “Sviluppo capace di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri” (WCED, 1987). La definizione contiene un principio etico fondamentale, vale a dire la responsabilità da parte delle generazioni d’oggi nei confronti delle generazioni future, toccando quindi almeno due aspetti dell’ecosostenibilità, il mantenimento delle risorse e dell’equilibrio ambientale del nostro pianeta.
La sostenibilità è di grande importanza in diversi settori, e si possono definire quattro tipologie di sostenibilità tra loro interagenti, la sostenibilità ambientale, quella economica, la sostenibilità sociale intesa come capacità di garantire condizioni di benessere equamente distribuito, e la sostenibilità istituzionale, intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione e giustizia. Se, come detto, le tipologie di sostenibilità interagiscono tra loro, la zona di sovrapposizione rappresenta lo sviluppo sostenibile.
Guidetti ha poi brevemente presentato quello che l’Organizzazione delle Nazioni Unite definisce come nuova frontiera della sostenibilità, interpretabile con la definizione dei 17 Sustainable Development Goals (SDG’s) della ” 2030 Agenda for Sustainable Development”.
La presentazione è proseguita analizzando il rapporto tra sostenibilità ed alluminio: il metallo leggero è sempre stato considerato un materiale «amico dell’ambiente» grazie alla possibilità di riutilizzo, anche in tempi non sospetti, richiede energia per la produzione primaria, ma questa viene recuperata grazie ad un ciclo di vita prolungato. A tal proposito, sono stati presentati interessanti dati sul calo dei consumi energetici dell’industria dell’alluminio negli ultimi due decenni , accompagnati dalla riduzione dell’emissione di gas serra derivanti dai cicli produttivi (primario, riciclo, etc.). Il trend di decrescita di tali emissioni è stato intenso arrivando ad un valore globale inferiore al 50 % rispetto al 1997. L’ultima parte della presentazione è stata dedicata alla descrizione dell’attuale quadro normativo e legislativo per la tutela del consumatore nei riguardi di oggetti in alluminio a contatto con gli alimenti. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha indagato la possibile cessione in dispositivi in alluminio. Il risultato finale di questa attività è stato il D.M. 76 del 18 aprile 2007 che definisce gli obblighi dei produttori sino alla definizione della dichiarazione di conformità.
L’alluminio e la conservazione degli alimenti
Il terzo relatore è stato Ciro Sinagra, R&D manager del Gruppo Laminazione Sottile, il quale ha presentato con estrema semplicità e chiarezza l’essenza dei temi chiave circa le caratteristiche di impiego dell’alluminio al contatto e per la conservazione degli alimenti. Una relazione centrata su Alluminio ed Alimenti, rigorosamente tecnica nei contenuti, densa di considerazioni elettrochimiche, con richiami ai concetti di corrosione e protezione, migrazione e protezione mediante applicazione di rivestimenti, resa accessibile ed interessante a tutto l’auditorio dalla profonda conoscenza tecnica e dalla sapiente dialettica dello speaker. La conclusione di Ciro Sinagra, basata su dati scientifici inequivocabilmente asseverati in ogni contesto, è che l’alluminio è perfetto per la conservazione di tutti gli alimenti a parte quelli fortemente acidi e salati riguardo ai quali è noto e comunicato da sempre che debbono essere osservate determinate precauzioni.
Stefano Stellini di CiAl, quarto relatore con la presentazione “Sostenibilità ed economia circolare degli imballaggi in alluminio”, ha illustrato quanto il consorzio per il recupero degli imballaggi d’alluminio (che opera nell’ambito di CONAI ) ha realizzato in termini di quantità di materiale e tipologia di prodotto recuperati. Questa attività si è svolta partendo dalla fondamentale osservazione che vede l’alluminio rispondere pienamente alle caratteristiche di materiale permanente, infatti il 75% di tutto il metallo leggero da sempre prodotto (le prime vere produzioni industriali di alluminio si datano in pratica a partire dal 1892) è ancora in uso e in Europa si ricicla la più alta quantità di alluminio pro-capite del mondo. L’attività di CiAl dipende da vari fattori tra i quali i limiti della legge istitutiva il sistema dei consorzi di filiera; il primo obiettivo è garantire che il superamento degli obiettivi minimi di recupero e riciclo degli imballaggi in alluminio usati avvenga a costi sostenibili facendo perno sul valore intrinseco del metallo. L’anno scorso attraverso il riutilizzo di 44.200 tonnellate di rifiuti di imballaggio in alluminio il nostro paese ha risparmiato energia pari a 141mila tep (tonnellate equivalenti petrolio) ed evitato l’immissione nell’ambiente di 328mila tonnellate di CO2. CiAl inoltre vuole mettere in luce la responsabilità sociale in campo ambientale delle imprese della sua filiera, e nei confronti dei comuni italiani (è in contatto con circa 7200 comuni italiani pari a circa l’88% della intera popolazione) ha stimolato lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti. Infine, CiAl sviluppa anche progetti speciali dedicati ad una tipologia di imballaggio in alluminio per il quale vengono definiti metodi di recupero e riciclo specifici ed il più recente esempio è quello delle capsule di caffè che trovavano difficoltà ad inserirsi nel sistema di raccolta tradizionale. Ad oggi il servizio è attivo in 50 città italiane, tra cui grandi centri come Torino, Genova, Milano, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Catania, dotati di punti di raccolta dedicati
Ultimo relatore è stato Danilo Amigoni di Pentole Agnelli, che ha incentrato la sua relazione sulle buone pratiche di fabbricazione (Good Manufacturing Practice GMP) che stanno ormai alla base del sistema che garantisce l’idoneità di un prodotto destinato al contatto con gli alimenti.
L’intervento di Amigoni ha offerto una sintesi molto dettagliata delle disposizioni italiane e comunitarie per tutti gli aspetti del contatto alimentare nella sua complessità di processo industriale destinato per principio ad interagire con la salute del consumatore. Un quadro didascalico estremamente interessante per comprendere l’attenzione ed il rigore di tutte le operazioni e degli strumenti di controllo che competono all’industria della filiera degli alimenti.
La conclusione, sintetizzabile dall’ampio dibattito in chiusura dell’evento, è la consapevolezza dell’importanza del metallo alluminio nel settore degli imballaggi, dei cibi e delle bevande perché è perfetto per proteggere e conservare i prodotti alimentari per lungo tempo. E’ la scelta ideale per gli imballaggi sottovuoto, è impermeabile ai fluidi, ai gas, alla polvere ed ai batteri, trattiene i sapori e non lascia entrare fattori contaminanti. Già nel 2005 l’Istituto Superiore di Sanità dopo aver indagato sulla possibile cessione in dispositivi in alluminio, concludeva che i risultati ottenuti escludevano l’esistenza di ogni rischio per il consumatore.