Aluminum Association approva la Fase Uno dell’accordo commerciale Usa-Cina
Aluminum Association, l’associazione americana dell’alluminio, ha accolto con favore la firma dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, denominato “Fase Uno”. L’Associazione ha esortato i negoziatori a concentrarsi sul contrasto all’eccesso di sovvenzioni ed agevolazioni statali cinesi alla produzione di metallo, che sta danneggiando i produttori di alluminio statunitensi e non solo. Riportiamo per intero la dichiarazione.
di Roberto Guccione
La Aluminum Association ha diffuso la seguente dichiarazione di Lauren Wilk, vice presidente per la politica dell’associazione, in risposta al recente accordo commerciale denominato “Fase Uno” siglato tra Stati Uniti e Cina: “Ci congratuliamo con il presidente Trump e la sua amministrazione per questo importante primo passo nella direzione di un migliore bilanciamento delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Le parti stanno passando alla fase successiva delle trattative e pertanto sollecitiamo fortemente e urgentemente i negoziatori perché si concentrino sulle misure per contrastare l’eccesso di capacità ingiustamente sovvenzionata, dannosa per i produttori di alluminio degli Stati Uniti con forte impatto sul mercato globale dell’alluminio. Uno studio del 2019 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha documentato sussidi statali alle imprese dell’alluminio per decine di miliardi di dollari in cinque anni, rivolti oltretutto a un ristretto numero di grandi produttori cinesi. È essenziale per poter salvaguardare la sopravvivenza a lungo termine dell’industria dell’alluminio americana e del resto del mondo, che la Cina ponga fine ai sussidi strutturali che rendono impossibile una normale ed equa competizione nel mercato globale dell’alluminio. Il nostro parere è stato recentemente rafforzato dall’annuncio da parte dei governi di Stati Uniti, Europa e Giappone che perseguono il rafforzamento dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) al rafforzamento delle norme relative ai sussidi industriali. L’amministrazione Trump ha l’enorme opportunità di sostenere gli oltre 160.000 lavoratori americani dell’alluminio, continuando a promuovere accordi bilaterali e multilaterali per frenare le attività sleali in Cina”.
L’anno scorso, l’amministrazione Usa si è impegnata ad affrontare le “forze di distorsione del mercato, inclusi sussidi e imprese di proprietà statale, che portano ad un eccesso di capacità” come argomento principale dei negoziati commerciali in corso con la Cina. Nonostante l’introduzione di dazi antidumping abbia contribuito negli ultimi anni a ridurre le importazioni di alluminio cinese negli Stati Uniti, l’eccesso di capacità continua a crescere e, purtroppo, continua ad aumentare la penetrazione in altri mercati esteri. Negli ultimi cinque anni, la capacità produttiva dell’alluminio in Cina è cresciuta del 60% e sempre più il metallo viene esportato in paesi terzi, distorcendo ulteriormente i mercati globali. La società di ricerca CRU stima che la Cina esporterà oltre 3,4 milioni di tonnellate di alluminio semilavorato nel 2020, pari a 3,5 volte la produzione di alluminio negli Stati Uniti.