Arabal, dal 1983 una crescita continua
Incontro con Mohammed Al Naki, ideatore e Chairman di Arabal.
di Mario Conserva
La ventunesima edizione di Arabal, ospitata in Oman da Sohar Aluminium, si è conclusa lo scorso novembre. Come valuta i risultati di questo evento, che ha acquisito una posizione di straordinario rilievo nel calendario mondiale delle manifestazioni dedicate al metallo leggero?
In primo luogo va detto che c’è stata un’ottima partecipazione con oltre 550 operatori registrati, chiaro segno che le straordinarie opportunità di questa zona per il sistema industriale dell’alluminio sono state ampiamente confermate. Quanto ai contenuti e alle tematiche affrontate, direi che è un momento di riflessione sia per la situazione politica mondiale che di riflesso per il sistema globale dell’alluminio, gli spunti messi in discussione qui ad Arabal sono sul tavolo da tempo, li abbiamo richiamati all’attenzione dei nostri delegati con presentazioni di speaker di eccezione, abbiamo avuto molte conferme di tendenze, in sostanza direi un’edizione di alto livello di contenuti in uno spirito conservativo in attesa di capire in quale direzione si muove il nostro mondo.
Pochi eventi legati all’alluminio possono vantare una longevità come quella di Arabal, lei che ne è stato l’ideatore sarà quindi orgoglioso del risultato…
Arabal esiste da 36 anni e questo è di per sé un fatto molto positivo, segno innanzitutto che le scelte industriali sulla produzione di alluminio in questa regione erano corrette e lungimiranti, e testimonianza degli intensi sforzi di collaborazione delle aziende partecipanti e del supporto continuo dei nostri partner nel settore dell’alluminio. Tutte le imprese produttrici di primario della regione si sono distinte negli anni per gli eccezionali sforzi di sviluppo individuale e collettivo, contribuendo al successo dell’alluminio arabo che oggi vale oltre il 10% di tutto il metallo primario prodotto nel mondo; desidero comunque ricordare in modo particolare i fatti più recenti, quindi Sohar Aluminium, rappresentata dal Presidente Mulham Al-Jurf e dal Direttore generale Said Al Masoudi, che ha ospitato questa edizione 2017 di Arabal, insieme a Emirates Global Aluminium EGA, e al suo Amministratore delegato e Direttore generale Abdulla Jassem Kalban, per il loro contributo nel rendere l’ultima, ventesima, edizione ospitata dagli EAU nel 2016, un grande successo. A proposito di ricordi, le voglio dire che c’è un po’ di Italia nel concetto e nel nome del nostro evento, nei primi anni ’80 avevo molte frequentazioni con personaggi dell’alluminio italiano, che allora mi pare si chiamasse Alumix oppure Alluminio Italia, e un caro amico scomparso alcuni anni fa, Frely Sacchi, profondo conoscitore del mercato e brillante giornalista, mi suggerì appunto il nome Arabal che definisce con sintesi e semplicità la visione e i contenuti di quanto si è poi sviluppato.
Non ho dubbi sul fatto che Frely Sacchi fosse rimasto colpito dal vostro progetto, era fortemente convinto degli stretti legami tra alluminio e comunicazione. Cosa l’ha colpita in modo particolare di questa edizione di Arabal?
In generale, sono convinto che la ricca agenda di sessioni e convegni abbia creato un approccio integrato per superare le sfide e le difficoltà che il nostro settore deve affrontare a livello locale, regionale e internazionale. Tra tutti gli argomenti voglio sottolineare in modo particolare il tema dell’energia rinnovabile per una produzione di alluminio primario ancor di più attenta ai costi e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Il potenziale delle rinnovabili è molto elevato in Oman e in genere dei paesi GCC, tutte le nostre grandi compagnie si stanno da tempo ponendo la questione e stanno investendo molto in ricerca e sviluppo, è chiaro che devono essere ancora superati alcuni dei problemi emersi con chiarezza nelle discussioni qui ad Arabal, come quelli della competitività di costi rispetto all’energia tradizionale e principalmente della questione dell’intermittenza. E’ probabile che dovremo pensare per il momento a soluzioni intermedie, come quella dell’energia ibrida.
Pensiamo ora alla prossima edizione di Arabal, dove si svolgerà?
Abbiamo tre soluzioni in ballo: Egitto, Bahrain o Kuwait, tutte valide e ricche di opportunità. C’è l’imbarazzo della scelta per una prossima edizione di Arabal che sarà sicuramente all’altezza del nome e delle aspettative.