L’automotive riparte dal Sud Italia
SAI Schlote Automotive Italia, partnership italo-tedesca tra Schlote, Sira Industrie e Bohai-Trimet, ha attivato la prima linea produttiva del nuovo stabilimento di Nusco, in Irpinia. Una sfida industriale avviata in piena pandemia per fornire componenti pressocolati in lega di alluminio alle maggiori case automobilistiche europee.
Germania e Italia. Un nuovo legame in nome dello sviluppo tecnologico nel settore dell’automotive riparte nel cuore dell’Irpinia. La protagonista è SAI – Schlote Automotive Italia ed è l’azienda nata a inizio 2020 dalla partnership di tre importanti gruppi industriali che produrrà scatole cambio, scatole frizione e altri componenti in lega di alluminio per le maggiori case automobilistiche europee. Come era stato annunciato all’inizio di settembre in un convegno all’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), in occasione della presentazione della nuova azienda e del nuovo stabilimento di Nusco, da ottobre è attiva la prima delle cinque linee di produzione previste, mentre continua la selezione e l’assunzione del personale per completare l’organico di 150 addetti necessario per il funzionamento a regime del nuovo stabilimento. “L’azienda sta già lavorando alle pre-serie e alle campionature, per poi iniziare le forniture per Schlote: siamo in piena attività”, ha dichiarato a un quotidiano locale il presidente del Sira Industrie Valerio Gruppioni, partner con Sirpress della joint venture italo tedesca. “Si tratta di un’operazione importante e fortemente voluta da Sira Industrie, che grazie a partner importanti potrà diventare un volano per l’economia non solo territoriale ma anche nazionale”.
Il rilancio del polo dell’automotive in Irpinia
I dettagli dell’operazione industriale che si è concretata nella newco SAI erano stati illustrati lo scorso 2 settembre nel convegno di Sant’Angelo dei Lombardi, dove i partner della joint venture hanno dialogato con politici locali, imprenditori, Associazioni ed esponenti della società civile. “Abbiamo deciso di fare un investimento in sud Italia perché abbiamo i partner giusti sul posto, le aziende giuste,” ha dichiarato Jürgen Schlote, CEO del Gruppo Schlote. “La nostra azienda si occupa di lavorazioni meccaniche e produzione di componenti di precisione, come di scatole cambio e scatole frizione. È questo che noi vogliamo fare qui in Irpinia: produrre componenti di alta qualità per il sito di Bari del nostro cliente Magna, che a sua volta consegnerà i pezzi finiti alle principali industrie automobilistiche, come Daimler, Renault, Bmw, FCA. La produzione che noi teniamo a sviluppare a Nusco avrà una capacità produttiva annua di un milione di pezzi, per un investimento previsto di 52 milioni di euro in tecnologie”.
Un sito produttivo di 40 mila metri quadrati, di cui 14 mila coperti, 150 tra tecnici e operai che saranno formati con stage in Italia e in Germania, cinque linee produttive completamente automatizzate, dieci macchine per ogni linea e un fatturato a regime di circa 70 milioni di euro: sono questi i numeri del piano industriale quinquennale dell’operazione SAI. A promuovere la joint venture sono stati i vertici del gruppo Sira Industrie, già presente nell’area irpina con Sirpress, l’azienda del gruppo specializzata nella produzione di stampi e getti pressocolati in alluminio per automotive. Il presidente Valerio Gruppioni ha coinvolto nell’operazione Bohai Trimet, società tedesca del gruppo cinese BAIC, specializzata nella produzione di componenti per il comparto automotive e soprattutto la holding Schlote, leader nella produzione di componenti per telai e trasmissioni di auto, con sede ad Harsum in Germania, che è diventata il socio di maggioranza con il 60% del capitale.
Il concepimento dell’azienda è avvenuto proprio nei mesi più difficili della pandemia di Covid-19. È in questo scenario che SAI – Schlote Automotive Italia dimostra che è possibile avviare un’inversione di tendenza nell’industrializzazione nel Mezzogiorno d’Italia. Rispetto all’attuale situazione di mercato che vede il ricorso ad ammortizzatori sociali e nei casi peggiori a licenziamenti, SAI è pronta ad assumere ingegneri, tecnici e operai del posto. “Stiamo facendo un grande investimento in questa zona perché crediamo che questa terra abbia grandi potenzialità, stiamo realizzando una fabbrica con una capacità di un milione di pezzi l’anno, prodotti di alta precisione e qualità e saranno a disposizione di tutti gli automobilisti europei con l’obiettivo di coinvolgere oltre alle già presenti case produttrici anche Mercedes e Volkswagen”, ha sottolineato Luigi Mattina, CEO di Bohai Trimet.
La pandemia sta accorciando le supply chain globali
Investimenti che tornano a dare nuova energia al settore delle filiere industriali, come ha sottolineato Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria con delega alle filiere e alle medie imprese: “Questa iniziativa dimostra che la nostra industria è vitale, che anche in un momento di crisi, l’industria riesce a superare le difficoltà del momento. In particolare, questa è un’operazione di filiera molto importante: il mondo sta cambiando, c’è una globalizzazione diversa, le supply chain si stanno accorciando, le catene del valore stanno cambiando, l’importante è avere dei partner internazionali là dove questo valore viene creato e questa operazione è importante anche da questo punto di vista. Ed è un segnale forte per tutto il Paese: in questa fase c’è bisogno dell’impegno di tutti, anche per evitare di ampliare ulteriormente il divario tra le regioni meridionali e quelle del Centro-Nord. È l’industria il motore propulsivo dello sviluppo e il traino per uscire dalla crisi innescata dall’emergenza sanitaria e gli investimenti sono la leva su cui agire per incrementare l’occupazione e rilanciare l’economia”.
L’avvio di SAI è un’occasione particolarmente felice dopo mesi di eventi negativi e di produttività con deficit altissimi che hanno interessato il settore automobilistico, come ha sottolineato Paolo Scudieri, presidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e titolare di Adler Group: “Reputo che sia un momento di gioia perché sancisce una rinascita del settore automotive, travolto dal crollo delle immatricolazioni che nel mese di maggio hanno toccato -84% per poi risalire al -0,4% di agosto. È il momento di investire, il momento di dimensionarsi, rafforzare le imprese per essere filiere forti, aziende al passo con i tempi e in relazione con il mondo. Purtroppo nell’automotive ‘piccolo’ non corrisponde a ‘bello’, ma bisogna colmare quel gap di dimensione critica che esiste ancora rispetto ad alcune realtà internazionali ed è questo il momento per farlo. Questa crisi è stata particolare, perché non solo l’Italia ha avuto delle negatività, ma il mondo intero ha vissuto uniformemente le stesse negatività. Quindi, se ci sono delle opportunità, ci sono in tutto il mondo. È il momento di aumentare le dimensioni delle nostre imprese”.