Daylami: “L’UE può e deve fare molto di più”
Nonostante il surplus commerciale di oltre 100 milioni di dollari l’anno, l’Unione Europea non affronta la spinosa questione del dazio sulle importazioni di alluminio primario. L’opinione di Mahmood Daylami, Secretary General, GAC Gulf Aluminium Council
di Mario Conserva
Ritiene che le istituzioni UE abbia una funzione importante nell’assicurare un ruolo significativo al continente europeo nello scenario globale, in campo economico, politico e sociale? Come valuta il peso dell’UE a livello politico internazionale dal suo punto di osservazione?
Credo fermamente che l’UE sia in grado di giocare un ruolo molto più significativo in tutti i campi di quanto non stia facendo attualmente. Che si tratti di influenza economica o politica, sociale, culturale e in generale di stabilità globale. Purtroppo, per via della propria struttura l’UE rimane debole con pochissima influenza per opporsi alle decisioni prese dagli Stati Uniti anche quando è in disaccordo, ad esempio, riguardo agli accordi sul nucleare, o alla scarsa indipendenza delle istituzioni finanziarie.
Con riferimento all’importante segmento industriale che rappresenta, come giudicherebbe le relazioni commerciali fra l’UE e il Paesi del Golfo?
Il rapporto commerciale fra UE e i Paesi del Golfo è sbilanciato e la bilancia commerciale pende a favore dell’UE per 100 milioni all’anno, eppure la UE impone dazi sull’alluminio importato dal Golfo, nonostante la scarsità dell’offerta e la crescente domanda. Purtroppo la questione dell’accordo di libero scambio fra le due regioni non è ancora stata risolta e le discussioni in materia si sono arenate.
Avrebbe dei commenti o rilievi specifici al riguardo? Per quanto riguarda i rapporti fra cultura e società, ritiene che l’UE abbia mantenuto un profilo sufficientemente elevato nei suoi programmi di sviluppo, e ritiene che sia un modello da seguire in quest’area oppure no, sempre dal suo osservatorio?
Uno degli elementi di maggior forza dell’UE è la sua cultura, la storia, l’arte e la musica che risalgono a secoli addietro, eppure pare esserci dell’apatia quando si tratta di usar la cultura come mezzo per unire diverse nazioni e usanze. L’UE può e deve fare moto di più.
Infine, basandosi sula sua esperienza professionale, ha dei suggerimenti particolari da indirizzare alle istituzioni?
Abbiamo un detto nel Golfo secondo il quale “I residenti di un Paese conoscono le indicazioni meglio degli stranieri”. Peraltro, anche se sono straniero, noto che il ruolo dell’UE a livello internazionale potrebbe essere molto più forte e influente di quanto non sia ora. Economicamente, dovrebbe essere in grado di controllare il suo destino, politicamente deve giocare un ruolo più attivo per mantenere gli equilibri, usando la propria ricca cultura per aiutare a creare ponti fra diverse società.