Estrusi per il mercato globale
Dall’automotive alle costruzioni, dagli scambiatori di calore all’arredamento, dagli impianti di illuminazione alle infrastrutture, dall’elettronica all’ingegneria, sono i semilavorati di alluminio
creativi per sviluppare le soluzioni avanzate richieste dal manifatturiero
di Mario Conserva e Alberto Pomari
Gli estrusi di alluminio sono una importante risorsa per la manifattura intelligente, dall’automotive alle finestre ed alle facciate continue, dagli scambiatori di calore all’arredamento, dagli impianti di illuminazione alle infrastrutture, dall’elettronica all’ingegneria, in ogni applicazione gli estrusi riescono ad esprimersi con idee geniali, utili ed innovative. Ma questo segmento dell’industria dell’alluminio deve confrontarsi oggi con le nuove regole del mercato globale, per essere competitiva l’estrusione richiede sempre più macchine, impianti, attrezzature, tecnologie, processi, design a valore aggiunto per applicazioni che garantiscano il massimo livello possibile di affidabilità, disponibilità, capacità ed efficienza. L’estrusione di domani vista nell’ottica dell’imprenditore europeo, ed italiano, si trova oggi di fronte a nuovi baricentri produttivi e di consumo, uno scenario molto diverso rispetto solo a una decina di anni fa, in cui non ci sono più rendite di posizione mentre è altissima la competizione spesso ai limiti delle regole. In particolare in Italia, caratterizzata da una consistente sovracapacità produttiva rispetto alla domanda interna, la condizione di fragilità di un sistema, fatto di imprese di piccole-medie dimensioni con spiccato senso individualistico e poca propensione aggregativa, deriva anche dalle limitate possibilità di accesso alla materia prima, una componente di costo fondamentale in questo tipo di trasformazione dell’alluminio, con conseguenti difficoltà a reperire mezzi e risorse per investire in progetti di sviluppo ed innovazione.
In questo panorama ci sono interessanti opportunità per le compagnie capaci di sviluppare nuove idee e nuove soluzioni, ma puntare solo sull’esperienza pregressa e sulla cultura d’impresa, entrambe valido patrimonio dell’estrusione italiana, potrebbe non essere sufficienti a fermare il declino del settore. In questo articolo presentiamo un quadro di sintesi del sistema globale dell’estrusione con una visione di maggior dettaglio della situazione in Europa ed in Italia, insieme ad una rassegna di applicazioni particolari degli estrusi, casi di soluzioni efficienti nella catena del valore aggiunto per il miglioramento dei prodotti finali.
L’estrusione nel mondo
A livello globale il sistema estrusione è composto da circa 1800 impianti per una capacità di circa 30 milioni di tonnellate di profilati in virtù dei numeri della Cina, e per le performance in Nord America, Medio Oriente, Russia, Brasile ed India, insieme alla discreta ripresa europea, anche se lontana dai numeri del 2006 – 2007. La Figura 1 è un quadro stimato delle presse da estrusione presenti nelle principali aree e paesi e nella Tabella 1 è riportata una stima sulle capacità produttive di diversi paesi, valutata secondo le diverse fonti disponibili. Riguardo al peso del segmento dell’estrusione nel contesto dei prodotti commerciali in alluminio i profilati valgono intorno al 30% degli totali impieghi di leghe leggere, poco meno dei laminati ed un po’ di più dei getti da fonderia, mentre sono molto distanziati gli impieghi di vergella e di forgiati. Relativamente alla destinazione finale degli estrusi nei diversi settori di impiego a valle, una valutazione stimata è riportata nella Figura 2 per le principali aree mondiali.
L’estrusione in Europa
In Europa l’estrusione è caratterizzata da una presenza stimata di oltre 300 impianti (fonte EA, 2017) per una capacità produttiva di quasi 5 milioni di tonnellate di profilati ed una produzione intorno a 3 milioni di tonnellate, equivalente a circa il 30% della produzione totale di semilavorati. Le consegne in Europa di estrusi raggiunsero il massimo nel 2007, con circa 3,5 milioni di tonnellate; la successiva crisi economica determinò un calo di produzione e di domanda, con una parziale ripresa diversa da un paese all’altro. Secondo le stime dell’Associazione Europea dell’Alluminio EA, Il maggior mercato in Europa è rappresentato dalla Germania, seguito da Italia, Francia e Spagna, poi a maggior distanza dagli altri paesi. In termini di destinazione finale il comparto più importante è quello dell’edilizia e delle costruzioni (superiore al 40%), seguito dai trasporti (circa 20%) riferito a mezzi su rotaia, automobili, veicoli pesanti, imbarcazioni. Importante per lo sviluppo in questi impieghi è la offerta di grossi estrusi di classe strutturale, in grado di assicurare resistenza meccanica e riduzione sensibile di peso rispetto ad altri materiali, a parità di prestazioni. Oltre il 15% degli estrusi è poi destinato nel mercato europeo alle applicazioni nell’ingegneria e nell’industria meccanica, dalle macchine ed impianti agli scambiatori di calore ed alla pneumatica; il resto si riferisce ad una miriade di destinazioni finali come, l’arredamento, gli elettrodomestici, l’elettronica, la segnaletica. Va ricordato che tra paese e paese si rilevano importanti differenze quanto agli impieghi finali, il trend degli ultimi anni vede come linea comune la riduzione di importanza del segmento edilizia e costruzioni a vantaggio del segmento trasporti.
L’estrusione in Italia
L’Italia è il secondo mercato europeo per gli estrusi, con una produzione 2017 stimata da Centroal di circa 610 mila t, in continua modesta crescita dai minimi degli anni scorsi ma ancora lontana dalle oltre 820mila t del 2008. Con movimenti relativamente modesti in export ed in import abbiamo il risultato finale di una domanda interna 2017 di poco superiore a 440 mila t, in lieve trend di crescita, ma ancora al di sotto delle aspettative, in larga misura per effetto della stasi del settore dell’edilizia e delle costruzioni, con la mancata ripresa degli investimenti in nuove costruzioni e dell’edilizia residenziale, mentre resiste meglio la domanda per le ristrutturazioni. Un dato interessante è la significativa crescita di importanza della domanda interna di estrusi nelle applicazioni più avanzate e più qualitative, in particolare nel settore automobilistico, quindi per impieghi che richiedono soluzioni particolarmente esigenti, design accurato e competitivo, una chiara comprensione della tecnologia di estrusione e un’accurata conoscenza dei processi per raggiungere il risultato atteso. Va detto che il segmento italiano dell’estrusione è caratterizzato storicamente da una significativa sovracapacità produttiva, le difficoltà del comparto di questi ultimi anni appaiono evidenti dal grafico della Figura 6, che mostra la dinamica del numero delle presse da estrusione attive in Italia. Se consideriamo la capacità produttiva di estrusione tuttora attiva in Italia e confrontiamo questo dato con la produzione e l’utilizzo di estrusi sia nel mercato domestico che in quello europeo, è ragionevole supporre che la fase di riassetto del settore sia tuttora in corso.
Commenti conclusivi
A livello globale, lo sviluppo dell’estrusione non presenta problemi di crescita, le variabili chiave che influenzano le dinamiche competitive del mercato sono essenzialmente la presenza di business a monte, il livello tecnologico, l’utilizzo delle capacità produttive, la struttura dei costi, e questo significa che il futuro si presenta diversamente da un’area all’altra. Il sistema europeo dell’estrusione è una catena di valore complessa, al top del livello tecnologico di competenze, dispone di solide potenzialità per sviluppare nuove applicazioni dell’alluminio in un mercato sempre più orientato da design e progettazione nuovi prodotti, ma è un sistema maturo e deve affrontare alcune di crescita difficoltà per la crisi del mercato che investe in particolare il settore delle costruzioni. La frammentata struttura dell’offerta in alcuni paesi come l’Italia è da una parte un fatto negativo perché fa sì che molte applicazioni di estrusi anche nei mercati più maturi siano dei semplici adattamenti di un prodotto di base e che solo le aziende più avanzate lavorano allo sviluppo di prodotti completamente nuovi o profondamente riprogettati per ottimizzare le qualità delle leghe leggere Però per gli stessi motivi la struttura dell’offerta determina flessibilità e consente un’intensa e stretta cooperazione tra gli estrusori ed i clienti per promuovere l’innovazione e implementare catene di approvvigionamento efficienti, il che è di vitale importanza in particolare per l’intera industria OEM a valle. Sembra esclusa in Europa una continuità della crescita del segmento secondo gli andamenti degli anni ’90 ed i primi del 2000, e una graduale ripresa sarà condizionata dalla ricerca di competitività attraverso processi innovativi di industrializzazione di prodotti e componenti, sviluppo di tecnologie, prodotti e processi amici dell’ambiente, implementazione costante della catena della qualità. La molteplicità di aziende non integrate dell’estrusione in Europa, (analogamente alle fonderie getti ed in qualche misura anche alle laminazioni non integrate) è condannata per la sopravvivenza ad una quotidiana attività di trincea per rendere sempre più competitivo il proprio prodotto in applicazioni originali presso i propri clienti. Questo richiede un impegno permanente di ricerca e sviluppo nei materiali, nelle tecnologie e processi a valle, nelle attrezzature e nei prodotti e non sempre e non tutte le aziende non integrate di trasformazione sono attrezzate per affrontare seriamente l’innovazione indispensabile per competere con le trasformazioni low cost di paesi emergenti. Inoltre gli estrusori europei partono con un pesante handicap sull’accesso alla materia prima, che come abbiamo accennato, costituisce una voce sostanziale dei costi di produzione di questo tipo di aziende, con il dazio sul metallo grezzo che assorbe impropriamente risorse al sistema produttivo dirottandole dagli indispensabili investimenti in innovazione competitiva.