Fondarex, la tecnologia del vuoto accessibile per le fonderie di ogni dimensione
L’accesso alle tecnologie più evolute non deve essere un privilegio riservato solo alle grandi aziende con forte potenza finanziaria. Lo spiega Dominik Baumgartner, CEO di Fondarex.
75 anni di storia sono un lungo periodo per qualsiasi azienda, in particolare in un settore ad alta competitività e in continua evoluzione. Nata nel 1946, Fondarex SA con sede in Svizzera presso St-Légier (Montreux) è il pioniere e l’inventore della tecnologia vacuum, che viene da allora utilizzata nella pressocolata per eliminare l’aria atmosferica durante la fusione del metallo. Nata come fonderia nel dopoguerra, Fondarex ha prodotto getti pressocolati fino al 1978, utilizzando sei presse di varie dimensioni. I primi vacuum system furono creati dopo soli sei anni dalla fondazione, quando in azienda decisero che per sfruttare al massimo le potenzialità delle presse bisognava puntare su prodotti ad alto valore aggiunto per qualità e prestazioni. Fondarex iniziò pertanto a produrre componenti di dimensioni sempre maggiori e di qualità crescente, grazie allo sviluppo di sistemi in grado di eliminare l’aria durante il processo di fusione per ottimizzare il riempimento dello stampo e migliorare le caratteristiche metallurgiche del getto. Evacuare l’aria in modo controllato permette di utilizzare la stessa pressa e lo stesso equipaggiamento con meno limiti produttivi e una maggior qualità finale, utilizzando meglio gli impianti. Cessata la produzione di pressocolati nel 1978, Fondarex continuò a sviluppare i sistemi vacuum e iniziò a venderli in tutto il mondo. Tutti i produttori di getti di alta qualità dovevano dotarsi di sistemi vacuum, se volevano aumentare il range produttivo e qualitativo. Oggi l’obiettivo di Fondarex è di rendere questa tecnologia sempre più evoluta e accessibile a ogni fonderia, non solo ai grandi gruppi ma a tutte le aziende, anche di piccole e medie dimensioni. Una visione “democratica” dell’accesso alle tecnologie più evolute per stimolare la diffusione della produzione di pressocolati per applicazioni sofisticate. Ne parliamo con Dominik Baumgartner e Steve Schackemy rispettivamente CEO e Marketing Manager di Fondarex.
Quali sono stati i maggiori trend nella progettazione e nel mercato dei macchinari per la pressocolatura negli ultimi cinque anni?
Il mercato del diecasting negli ultimi cinque anni è stato caratterizzato da due principali richieste: lo sviluppo di presse più grandi e l’incremento dell’automazione durante il processo di produzione. Per quanto riguarda le presse, da una grande azienda produttrice di auto elettriche, è partita la richiesta di produrre parti molto grandi del telaio o addirittura interi telai, per ridurre il numero di componenti da assemblare. Questa è stata certamente una grande rivoluzione nella costruzione delle automobili e nel settore dei telai per le auto, un settore piuttosto maturo dove l’innovazione non vedeva grandi sviluppi da tempo: un telaio in alluminio in un monopezzo pressocolato, da realizzare con una pressa gigantesca. Possiamo affermare che il primo costruttore a comprendere questa richiesta e a realizzare il primo impianto per la pressocolata di chassis in monoblocco di alluminio, sia stata la Idra. I vantaggi sono stati enormi in termini di riduzione del numero dei componenti, tempi di assemblaggio, strutture più resistenti e performanti. Crediamo che nel prossimo futuro anche gli altri costruttori di automobili seguiranno questa strada e crediamo che questo trend sia destinato a durare a lungo. È solamente grazie allo studio di team di progettisti dedicati e alla loro esperienza tecnologica che si è potuto raggiungere questo risultato. È difficile dire quali ulteriori sviluppi avrà questa nuova tecnologia costruttiva, ma siamo sicuri che questo sarà il futuro della costruzione dei telai per le auto e non solo. Per quanto riguarda invece il secondo cambiamento avvenuto negli ultimi anni, l’incremento dell’automazione e dei sistemi di controllo stanno stimolando il rientro in Europa dai paesi orientali, delle produzioni di componenti pressocolati di medio – piccole dimensioni, dopo la crisi del Coronavirus. Non è facile per le aziende europee essere competitive con l’Asia, ma l’automazione spinta sta considerevolmente migliorando la competitività delle nostre aziende. Pensiamo comunque che il grande salto degli ultimi anni sia stato sicuramente la creazione delle giga presse. Anche Fondarex ha collaborato e ha rapidamente sviluppato macchinari in grado di estrarre rapidamente una maggiore quantità di aria molto più vicino allo stampo di pressocolata. Oggi abbiamo impianti dotati di sei canali di evacuazione che possiamo integrare nello stampo e abbiamo investito tempo ed energie per sviluppare il processo di evacuazione. Possiamo inoltre regolare elettronicamente il processo di aspirazione dell’aria. Con l’introduzione di processi in logica Industria 4.0 abbiamo creato un nuovo standard di controlli che possono registrare i dati di processo, un grande beneficio per i nostri clienti. Abbiamo sviluppato questo tipo di tecnologie non solo per le giga presse, ma anche per i normali impianti di pressocolata. Il nostro contributo allo sviluppo dei sistemi di evacuazione ha permesso di realizzare sistemi estremamente affidabili per consentire alle fonderie di mantenere il proprio processo produttivo sotto controllo. Fondarex durante l’attuale crisi Covid-19 ha investito molto tempo e denaro per sviluppare e ripensare i propri prodotti; lo scopo era di offrire macchinari più evoluti a costi contenuti. Di conseguenza, ora abbiamo la possibilitò di offrire macchinari a prezzi competitivi pur mantenendo un elevato livello tecnologico. Il recente Fondarex Electric vacuum system è uno dei risultati dei nostri ultimi sforzi in R&D.
Quali sono i vostri mercati principali?
La maggior parte dei nostri clienti sono europei, inizialmente l’Europa centrale ha a lungo rappresentato il nostro mercato principale. Successivamente ci siamo introdotti con successo anche nei paesi dell’Est, Polonia e Repubblica Ceca in particolare. Anche in Nord America e Asia abbiamo diversi clienti e numeri per noi significativi e per questo motivo stiamo cercando di ampliare la nostra presenza in Cina e negli Stati Uniti, anche per reagire all’agguerrita concorrenza locale. Finora eravamo presenti con uffici commerciali, ma questo non è sufficiente per competere con la concorrenza low cost e così costruiremo un’unità produttiva locale in Asia.
Come siete organizzati nel mercato Italiano?
Abbiamo un tecnico commerciale, Maurizio Fuccelli, dedicato al mercato italiano. Maurizio Fuccelli lavora da dieci anni per Fondarex ed è in grado di fornire supporto sia dal punto di vista tecnico che commerciale. Con l’assistenza di Fondarex, in particolare di Janine Voegtli, Steve Schackemy e Franck Gigez, responsabili per il mercato italiano, siamo un team a disposizione dei nostri clienti.
La vostra azienda come ha reagito e trascorso il periodo di crisi Covid-19?
La crisi covid non ha generato riduzioni di fatturato preoccupanti nel 2020, in pratica abbiamo quasi mantenuto il fatturato dell’anno precedente. Oggi la ripartenza del mercato, in particolare del settore automotive, ci consente di guardare con grande ottimismo al futuro.