Il sistema industriale dell’alluminio, un segmento da valorizzare per la ripartenza
L’alluminio è il più giovane tra i materiali metallici di grande impiego al mondo, è il terzo elemento più abbondante sulla crosta terrestre dopo ossigeno e silicio, non presenta alcun rischio di disponibilità futura in termini di risorse e di riserve. Utilizzato in prevalenza sotto forma di leghe, è il materiale dei nostri tempi, è presente in ogni aspetto della nostra vita quotidiana per la sua capacità di dare soluzioni ad un infinito numero di applicazioni e si è imposto in settori chiave come i trasporti, l’edilizia, imballaggi, l’impiantistica, l’elettrotecnica, l’arredo, la produzione di macchine.
Per dare un’idea del ritmo di crescita del suo impiego globale, ricordiamo che solo cento anni fa l’uso mondiale di alluminio primario era poco più di centomila tonnellate l’anno; oggi siamo vicini a 65 milioni di tonnellate, e si prevede che la crescita degli impieghi tra oggi ed il 2050 sarà superiore al 40%. Ma l’alluminio è molto di più: con le sue doti di poter essere recuperato e riciclato quasi indefinitamente senza perdita di prestazioni, è il materiale campione di sostenibilità ambientale e di attitudine a sviluppare economia circolare, quindi il vero e unico materiale per la transizione ecologica, centrata sulla riduzione delle emissioni, sulla decarbonizzazione, sull’efficienza delle filiere produttive, sulla messa a punto di materiali ecocompatibili, sullo sviluppo di tecnologie avanzate per la gestione dei rifiuti industriali e urbani. Dal momento che una volta prodotto il metallo leggero può essere riutilizzato all’infinito per dare vita a nuovi impieghi, oltre il 75% dell’alluminio da sempre prodotto è tutt’ora in uso (tra l’altro con il grande risultato di ridurre lo smaltimento di manufatti obsoleti), ed infatti in Europa il metallo riciclato copre oggi il 36% degli impieghi totali. Per non parlare infine dell’ enorme risparmio energetico che significa la completa riciclabilità dell’alluminio: la produzione di alluminio secondario richiede infatti solo il 5% dell’energia necessaria per produrre il metallo primario, peraltro con un quantitativo di emissioni di CO2 di molto inferiore alle produzioni di primario; confrontato poi con il primario cinese, siamo ad una diminuzione di emissioni di oltre 40 volte. L’alluminio è quindi artefice di sostenibilità ambientale, è il materiale del nostro futuro ed infatti il Green Deal, l’ ambizioso Progetto di sviluppo lanciato dalla Commissione Europea, privilegia l’impiego di un materiale intelligente come l’alluminio, oltre alla crescita delle PMI, quel ricco tessuto di imprese di trasformazione, lavorazioni ed impieghi finali del metallo leggero e sue leghe, che costituiscono oltre il 90% della consistenza della catena di valore dell’alluminio in Italia ed in Europa. Anche nei nuovi scenari del Recovery Fund del nostro Paese, dovranno quindi essere previste misure concrete di salvaguardia per il nostro sistema di imprese della catena di valore alluminio, dalle fonderie alle laminazioni ed estrusioni sino alle lavorazioni, finiture ed applicazioni finali. E sarà anche opportuno pensare a progetti articolati per promuovere e valorizzare sul piano internazionale le conoscenze, le esperienze e le eccellenze del nostro Paese nel campo delle produzioni, delle tecnologie, dell’impiantistica e delle applicazioni del metallo leggero. Il nostro sistema industriale dell’alluminio ha la straordinaria potenzialità di un comparto solido ricco di tradizione e di contenuti avanzati, investire su questo segmento industriale significa programmare per il futuro e premiare una riconosciuta e consolidata eccellenza tecnologica ed industriale.