IndoItalian MetalHUB
L’alluminio made in Italy, ma non solo, in tour in India.
di Alberto Pomari
La megalopoli di Calcutta è stata sede del Bengala Global Business Summit, tenuto nel nuovo Biswa Bangla International Convention Center di Newtown Kolkata, al quale ha partecipato una delegazione dell’Italia, insieme a Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Repubblica Ceca e Regno Unito. Lo slogan della manifestazione (“Bengal Means Business”) dice molto del cambiamento di questa vasta area fino a non molti anni fa chiusa ai rapporti d’affari con i paesi in grado di offrire tecnologie avanzate per i diversi settori economici della regione, dalle pelli alla pesca, all’attività mineraria, sino all’elettronica avanzata e alle infrastrutture.
Il Business Summit, con la partecipazione delle principali autorità locali e presenziato dalla Governatrice del Bengala Mamata Banerjee insieme al Ministro dell’industria del Governo Federale, aveva l’obiettivo principale di promuovere business e investimenti. Per questo motivo il Console Generale Italiano a Calcutta Damiano Francovigh e l’ambasciatore d’Italia in India Lorenzo Angeloni hanno attivamente sostenuto l’iniziativa prendendo parte alle varie sessioni di incontri. La delegazione italiana, organizzata da Alberto Cavicchiolo e Francesca Bruni di Art Valley e promotori dell’iniziativa IndoItalian MetalHUB, era in rappresentanza delle associazioni metallurgiche nazionali e di attività produttive legate al mondo dell’alluminio, con Maurizio Sala Presidente di Amafond, Mauro Cibaldi presidente di Centroal, Mario Conserva presidente di Metef, Alberto Pomari e Giuseppe Giordano di A&L, Francesco Esposito, Country Managing Director & CEO di Danieli India, Carmelo Brocato di Danieli. La delegazione era completata da Italcertifer, con il CEO Carmine Zappacosta, da Lamberto Cremonesi di Crew, nota società di engineering bresciana, e da esponenti del settore confindustriale dei pellami. Oltre a partecipare al Business Summit, la delegazione italiana ha toccato una tra le più importanti aree di produzione e lavorazione di alluminio in India, da Calcutta alla regione di Odisha sino alla capitale Bhubaneswar, dove sono presenti le più importanti miniere di bauxite e impianti di produzione di primario. L’incontro diretto tra i rappresentanti di numerose aziende indiane del comparto e la delegazione italiana si è svolto a Bhubaneswar, con una seguitissima conferenza presieduta dalle massime autorità locali, nel corso della quale i delegati Italiani hanno mostrato il meglio della tecnologia e delle performance del nostro paese sull’utilizzo avanzato dell’alluminio nel packaging, in edilizia, nelle applicazioni elettriche e nell’automotive. La visita è stata integrata da un tour agli stabilimenti di Nalco, grande azienda del settore pubblico governativo, con un’importante produzione di alluminio primario e molto attiva nel promuovere il metallo leggero; la compagnia sta infatti predisponendo un enorme Aluminium Park, dove saranno prossimamente installati impianti di laminazione e di estrusione, fonderie getti e lavorazioni downstream del metallo leggero, ed è in questo ambito che la collaborazione tra India e Italia può avere importanti significati tecnici ed economici, in particolare per il trasferimento di know-how e di impiantistica avanzata. L’ultima tappa del tour indiano ha toccato Mumbai, con un incontro tra la delegazione e i committenti della Metropolitana locale, centrato sulla capacità da parte delle aziende italiane di fornire know-how completo per queste infrastrutture ferroviarie, dalla costruzione dei carri ferroviari leggeri, alle tecniche di assemblaggio, ai macchinari, ai componenti e fino ai sistemi di segnalamento. Con una produzione annua prevista di oltre tre milioni di tonnellate di alluminio primario con Vedanta, Hindalco e la compagnia statale Nalco, l’India rappresenta un valido partner per l’Italia, che, come noto, è un paese importatore netto di metallo leggero. L’India è un paese di enorme interesse, giovane e in fortissima e rapidissima evoluzione. Solo nel 2017 il Pil è cresciuto del 15%. Le risorse disponibili in termini di materie prime sono enormi mentre è altrettanto grande la richiesta di investitori e di fornitori di tecnologia moderna ed evoluta, che l’Italia possiede.