La scelta nucleare è una strada per il rilancio dell’industria europea dell’alluminio
A cura di Mario Conserva
L’energia nucleare deve essere considerata come una risorsa di fondamentale importanza per l’Unione Europea, non solo nella lotta contro il cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione, ma anche per favorire la reindustrializzazione del vecchio continente, incluso naturalmente il ritorno alla produzione di alluminio primario che sta drammaticamente scomparendo dell’Europa. E’ vero che lo straordinario sviluppo della produzione di alluminio da riciclo ad alta qualità ha molto compensato le necessità di metallo leggero primario, di cui l’UE ha ormai raggiunto un rischioso deficit di oltre l’80% del fabbisogno, ma è matematicamente certo che il secondario non potrà in alcun modo colmare le nostre necessità di alluminio grezzo negli anni futuri.
Secondo un recente modello dell’International Aluminium Institute, nella migliore delle ipotesi e con ingenti sforzi organizzativi, nel 2050 la produzione di alluminio secondario nel mondo potrebbe superare di poco il traguardo di 80 milioni di tonnellate, considerando un fabbisogno complessivo stimato di metallo leggero pari a 150 milioni di tonnellate. La EA (European Aluminium Association), da parte sua, prevede che nello scenario più ottimistico sul riciclo dell’alluminio, solo il 50% della domanda di metallo leggero dell’UE potrà essere soddisfatta dal metallo secondario nel 2050.
L’Europa si è impegnata a raggiungere obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni, e l’energia nucleare offre una soluzione concreta per ridurre le emissioni di carbonio nell’atmosfera. Grazie alla sua capacità di generare elettricità senza produrre emissioni di gas serra, rappresenta in effetti una fonte affidabile in grado di sostenere una transizione energetica efficiente ed efficace, e può svolgere allo stesso tempo un ruolo importante nella reindustrializzazione e nella rinascita della produzione di alluminio primario in UE, rendendo finalmente competitivo l’accesso a questa materia prima da parte del downstream domestico, oggi gravato da un incomprensibile dazio all’import del grezzo. Riavviare la produzione di alluminio primario in Europa e definire una equilibrata politica sul trading del grezzo non solo contribuirebbe alla ecosostenibilità ed a ridurre la dipendenza dalle importazioni, ma anche a creare nuovi posti di lavoro e stimolare la crescita economica. Per massimizzare l’uso dell’energia nucleare a favore della decarbonizzazione e della reindustrializzazione dell’Europa è necessario un impegno congiunto da parte dei governi, delle industrie e delle comunità. Gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione nel settore nucleare devono essere incoraggiati per sviluppare tecnologie all’avanguardia che garantiscano una produzione di energia nucleare ancora più sicura, efficiente, abbondante ed economica.