L’architettura Hi Tech guarda ai getti d’alluminio
Leggerezza, prestazioni meccaniche elevate, estrema libertà di forma e tecnologie fusorie di ultima generazione portano i getti d’alluminio nelle architetture più ardite
di Roberto Guccione
Una riflessione sulle opportunità offerte dall’uso di getti in alluminio nella costruzione di edifici sempre più efficienti, versatili e facilmente riciclabili a fine vita: con questo approccio si è tenuta a Milano lo scorso 13 novembre la giornata di studio “ALCAB Conference – Large aluminium castings in architecture and beyond”. L’utilizzo di getti d’alluminio come elementi decorativi o strutturali degli edifici non è certo una novità, ma è sicuramente un’applicazione molto meno frequente e conosciuta rispetto a quelle di estrusi e laminati. Tuttavia, a giudicare dal successo di partecipazione riscosso dall’evento milanese, riservato ad architetti, ingegneri e progettisti d’impianti, l’interesse è alto tra gli addetti ai lavori. Organizzata da Action Group, specializzata in eventi formativi accreditati per architetti e il settore della progettazione, insieme alla Fonderia Castalia (Gruppo Self) di Rivignano Teor (Udine) e ben coordinata da Ezio Micelli (IUAV Venezia), la Conferenza ha spiegato, grazie ai contributi di relatori del mondo accademico, dell’industria e della progettazione, come i getti in alluminio possano offrire agli architetti estrema libertà di forma, leggerezza ed elevate prestazioni meccaniche per ideare elementi architettonici innovativi e rendere più efficiente e veloce il processo progettuale, in particolare con l’adozione sempre più diffusa di software BIM (Building Information Modeling). A patto di conoscere le proprietà del metallo leggero, ben illustrate dalle relazioni di Maurizio Vedani (Politecnico di Milano) e Lorenzo Fedrizzi (Università di Udine) e le particolarità delle tecnologie disponibili, per individuare quella più adatta all’applicazione finale dell’elemento costruttivo richiesto. Leghe, tecniche di fusione e trattamenti termici giocano un ruolo centrale, ma le conoscenze consolidate da anni di applicazione in altri settori industriali, in particolare nell’automotive e nell’aerospace, permettono un controllo estremo del processo e delle prestazioni finali dei getti. I software di virtualizzazione e l’analisi FEM a elementi finiti, come hanno spiegato Paolo Caccavale (ESI Group) e Federico Casarotto (ECOTRE Valente), sono in grado di prevedere le prestazioni reali del getto finito tenendo conto delle trasformazioni subite dal materiale durante l’intero processo di fabbricazione, permettendo così agli architetti di testare e correggere l’idea progettuale, le dimensioni e le forme utilizzando un “getto virtuale”, prima di avviarne la produzione in fonderia. In effetti coprogettazione e approccio Open Innovation sono i concetti che dal 2007 guidano l’evoluzione dei getti per architettura realizzati da Fonderia Castalia, specializzata in fusioni di grandi dimensioni (fino a 3.000 kg) “ready to assemble” destinati ai progetti dei più noti archistar. Elementi che assumono forme inconsuete, di alto valore estetico, grazie al dialogo tra le conoscenze tecniche della fonderia e la creatività del progettista.