Ricordo di Silvestro Niboli, fondatore di Silmar Group
Con la creazione di Fondital, Raffmetal e Valsir, Silvestro Niboli ha segnato tappe fondamentali dello sviluppo dell’industria italiana dell’alluminio.
di Carlo Gennari
Si è spento improvvisamente venerdì 22 dicembre, all’età di 84 anni, Silvestro Niboli, fondatore e Presidente onorario di Silmar Group, imprenditore tra i più apprezzati a livello nazionale e internazionale nell’ambito dell’industria dell’alluminio, alla quale ha dedicato oltre cinquant’anni di una inimitabile vicenda professionale contraddistinta da impegno, dinamismo, estrema attenzione al fattore umano e al territorio, capacità di interpretare i cambiamenti e le esigenze di un mercato in continua evoluzione. Una grande determinazione e la capacità di intuire le esigenze future di un mercato in rapida espansione trovando il modo di soddisfarle, affiancate a una personalità sostenuta da doti di umiltà e orgoglio, hanno infatti caratterizzato i passaggi fondamentali del percorso imprenditoriale di Silvestro Niboli fin da quando, all’età di trent’anni, nel 1963, cominciò la propria attività, dopo un apprendistato difficile ma “formativo”, fondando la “Freddi e Niboli”. A seguire, nel 1970, con la nascita di Fondital, Niboli avvia la produzione di radiatori in alluminio nel nuovo stabilimento di Vestone, mentre risale al 1979 l’esordio di Raffmetal, oggi leader europeo nella produzione di leghe di alluminio da riciclo. Nel 1987, in un’ottica di diversificazione produttiva, viene alla luce Valsir, attiva nel settore della conduzione e dello scarico idrico, mentre è datato 1993 l’ingresso nel gruppo portoghese Olivera e Irmao e l’inizio dell’attività con Oli Italia. A seguire l’acquisizione della Marvon di Vestone, datata 2002. Queste sono solo alcune delle tappe che hanno portato Silvestro Niboli a dare vita a un Gruppo di aziende riconosciute a livello mondiale per la qualità dei prodotti. Aziende che oggi contano oltre 3.000 dipendenti, un fatturato 2016 di oltre 820 milioni di euro e investimenti medi annuali per oltre 50 milioni di euro, numeri che fotografano meglio delle parole la grande capacità imprenditoriale, la “vision” del loro creatore, l’intuito di guardare al mercato e coglierne le trasformazioni, la capacità di riconoscere le potenzialità tecnico-produttive del momento intuendo quelle in divenire, di intravedere scenari futuri e anticipare le novità di prodotto e di processo affermandosi anche su mercati prima inesplorati. Come quando, in tempi ormai lontani, “trasformò” la Russia in un mercato di riferimento per il settore dei radiatori di alluminio e dei prodotti per la conduzione e lo scarico idrico. Niboli considerava davvero le sue aziende come creature e questa consapevolezza lo ha sempre spinto a una particolare attenzione nella scelta dei collaboratori, alla cui crescita contribuiva sia sotto il profilo professionale che nell’ambito dei valori personali e umani. Uomo carismatico e di poche parole, Silvestro Niboli disponeva infatti della capacità di valorizzare le persone, che sapeva far entrare in sintonia con il suo modo di vedere le cose, con i suoi valori e la sua concezione del lavoro. Padre di sette figli, Silvestro Niboli ripeteva spesso che non avrebbe potuto realizzare quanto è riuscito a fare se non avesse avuto la sua famiglia, sia quella che ha costruito che quella di provenienza. E a figli, nipoti e pronipoti ha lasciato in eredità il grande compito di continuare a far crescere il gruppo di aziende da lui fondate nel rispetto dei principi e dei valori che egli ha trasmesso loro. Altro legame fortissimo, come spesso amava ricordare, è stato quello con il territorio, capace di andare oltre le oggettive difficoltà logistiche e geomorfologiche. In Valsabbia, Niboli sapeva di trovare gente in grado di condividere i suoi stessi valori, le sue radici, persone dotate di capacità e ingegno per affiancarlo nel raggiungimento di sempre nuovi traguardi. Dal territorio nel quale è inserita l’azienda riceve e a quel territorio l’azienda dà: Silvestro Niboli si faceva quindi carico di far sì che le sue aziende diventassero patrimonio per tutta la comunità, che crescessero contribuendo allo sviluppo e al benessere del territorio, che generassero posti di lavoro. Non a caso amava dire: “Le mie radici sono in questa Valle, i miei valori sono uguali ai vostri ed è grazie a questi che ho potuto raggiungere traguardi che per me erano impensabili”.