Un ponte tra India e Italia
Alluminio, infrastrutture e impiantistica metallurgica: l’Italia può essere un partner strategico per l’India.
Lo conferma il console italiano a Calcutta Damiano Francovigh commentando il successo dell’iniziativa IndoItalian MetalHUB.
di Alberto Pomari
The IndoItalian MetalHUB, un’iniziativa e un marchio di proprietà di Art Valley che ha organizzato questo evento dal 15 al 23 gennaio nei tre stati di Kolkata, Bhubaneswar e Mumbai, ha coinvolto una settimana di incontri e interfacce tra rappresentanti, aziende e associazioni di India e Italia nei settori dell’ingegneria, dei metalli e dei trasporti. Due grandi scuole metallurgiche, italiane e indiane, si sono incontrate ufficialmente durante questo evento, anche grazie al contributo di Danieli & C, che per vent’anni è stato il principale attore italiano nella metallurgia del paese e che ha fornito grandi gruppi indiani, tra cui Mittal, Jindal, Nalco, Vedanta, Aditya Birla Hindalco. Francesco Esposito, amministratore delegato di Danieli India, ha sottolineato questa storica collaborazione, che proseguirà con forza nel settore dei metalli non ferrosi. Dal punto di vista istituzionale l’evento ha avuto l’appoggio e la collaborazione di diverse associazioni e organismi indipendenti, tra cui l’Ambasciata italiana a Nuova Delhi, il consolato italiano, l’IICC, la Camera di commercio indo-italiana, l’AAI Aluminum Association of India , oltre al supporto di importanti associazioni italiane di categoria come ASSOMET, AMAFOND, ASSOFOND, Metef (la grande fiera italiana del metallo) e FACE (Federazione dei consumatori di alluminio in Europa), impegnata a coordinare le aziende nei settori trasporto, alluminio e materiali speciali verso obiettivi strategici e operativi condivisi. Abbiamo incontrato al termine dell’evento il console italiano a Calcutta Damiano Francovigh, scambiando con lui alcune impressioni sul significato e la portata di una partnership tecnologica e commerciale tra India ed Italia, in particolare per le attività nel campo dell’alluminio.
Dottor Francovigh, cosa pensa di questa iniziativa italiana promossa ed organizzata da Art Valley?
L’iniziativa di Art Valley, portata avanti dall’impegno di Alberto Cavicchiolo, Francesca Bruni e tutto il loro team, ha ricevuto da parte nostra il massimo appoggio ed il massimo apprezzamento. Non possiamo che lodare iniziative tese allo sviluppo ed al miglioramento dei rapporti commerciali “panindiani” con il nostro Paese. Oltre alla partecipazione al Bengal Global Business Summit a Calcutta (Kolkata nella lingua locale), la delegazione ha proseguito gli incontri nella regione di Odisha, a maggior vocazione metallurgica, e si è conclusa con il Tour a Mumbai, con la partecipazione del locale Consolato Italiano e il supporto della Camera di Commercio Italo Indiana. Non era un compito facile, per la vastità del territorio, la diversificazione delle tematiche e la complessità del sistema indiano dell’alluminio che ha grandi potenzialità ma una struttura ancora in fase di consolidamento.
Al nostro arrivo abbiamo trovato, dall’aeroporto sino al centro, una città “tappezzata” di grandi cartelloni annuncianti il Bengal Global Business Summit. Quante persone hanno partecipato all’evento?
La grande importanza data all’evento dal governo locale è dimostrata dalla partecipazione di tutte le massime autorità bengalesi, a partire dalla Governatrice Mamata Banerjee che ha inaugurato i lavori nel nuovissimo palazzo dei congressi Biswa Bangla International Convention, davanti ad una impressionante platea di almeno 3000 persone. Hanno partecipato al summit delegati provenienti principalmente dall’India, con incontri mirati con le delegazioni commerciali inviate dal governo bengalese provenienti da Italia, Cina, Germania, Polonia, Corea del Sud, Francia, Giappone. La manifestazione è la principale iniziativa del governo bengalese per promuovere ed attirare nell’area investitori, imprese, scambi commerciali e culturali. Calcutta è la capitale dello Stato indiano del West Bengal (l’India è uno Stato federale diviso in 29 Stati), al centro di un’area, il Bengala, che ha costituito per secoli un hub di vivace scambio economico, commerciale, culturale fra l’India e tutto il sud-est dell’Asia. Fino allo spostamento a Delhi, avvenuto nel 1911, Calcutta è stata anche la capitale di tutta l’india. A questo è seguito, con l’indipendenza indiana del 1947, la divisione del Bengala in due, per cui una parte (denominata West Bengal) è passata all’India e l’altra è diventata l’attuale Bangladesh (inizialmente Pakistan occidentale). La partizione ha tolto il naturale entroterra alla città ed ha comportato grandi cambiamenti nell’economia della regione. Inoltre, quando intorno alla metà degli anni ’90 l’India ha aperto il suo mercato agli investimenti, all’economia ed al commercio internazionale, l’allora Governo locale ha preferito non incentivare particolarmente gli investitori esteri che si sono quindi diretti principalmente verso gli stati occidentali dell’India e la zona di New Delhi. Per molti anni, quindi, il West Bengal ha cercato di trovare una sua nuova vocazione: l’azione di spinta dell’attuale Governo bengalese, la Governatrice Banerjee è in carica dal 2011, si è mossa in questa direzione, cercando di intervenire per creare condizioni atte a far sì che la locale economia si sviluppi a ritmi più elevati. Con l’organizzazione del summit oltre ad altre iniziative per stimolare la domanda interna e la crescita, il Governo bengalese è fortemente intenzionato a sviluppare l’economia dello Stato, stimolare l’attrazione di investimenti, domestici ed internazionali, e migliorare il business climate. Questa strategia comincia a dare i suoi frutti, considerando che il West Bengal è lo Stato indiano che ha fatto registrare il più elevato tasso di crescita dell’economia indiana nel 2017, con il 15%.
Nel secondo giorno del Summit è stato organizzato un evento di incontri tra India e Italia in una seguitissima “Country Session”, i risultati sembrano molto positivi.
In effetti la Country Session italiana è stata particolarmente apprezzata, con una partecipazione ben più alta rispetto all’anno precedente. Lo dimostra “l’assalto” finale di tutti i delegati locali alla ricerca di networking e possibili interazioni. La sala era attenta e molto interessata, il nostro messaggio di puntare all’approfondimento dei rapporti tecnici e commerciali tra i due Paesi è stato registrato. L’intervento degli speaker Italiani e Indiani è stato molto valido ed assai apprezzato, chiaro e conciso, sempre focalizzato su elementi pratici e concreti. Diversamente da quanto successo nella sessione plenaria, dove gli interventi di stampo “politico” sono risultati meno facili da seguire, la sessione italiana è sempre riuscita ad ottenere un alto livello di attenzione. Ribadisco che l’approccio pratico dei relatori ha aiutato a far capire che intendevamo fare sul serio, ed infatti lo stand Italiano allestito al BGBS ha ricevuto centinaia di visitatori con richieste e proposte di collaborazione molto interessanti.
Come può commentare la prosecuzione degli incontri nella regione di Odisha?
La seconda tappa del tour è stata appunto l’Odisha, che è uno Stato a vocazione mineraria e ricco di materie prime ed in particolare bauxite. Il consolato Italiano di Calcutta ha giurisdizione per l’area dell’est dell’India, al cui interno è ricompresa anche l’Odisha, che è il motivo per cui ho accompagnato la nostra delegazione in questa parte del programma. Nalco, National Aluminium Company, è la principale azienda governativa della regione, ha importanti interessi nella produzione e nella lavorazione dell’alluminio e sue leghe ed è molto attiva nel promuovere il metallo leggero; la compagnia sta predisponendo al riguardo presso Angul un’enorme area, chiamata appunto Aluminium Park, dove saranno prossimamente installati impianti di trasformazione della materia prima prodotta. I delegati partecipanti all’Indo-Italian MetalHUB sono stati invitati da parte della Aluminium Association of India a visitare lo smelter della Nalco ad Angul ed a fare un sopraluogo nell’area dove sarà realizzato l’Aluminium Park in collaborazione con le istituzioni governative di Odisha. Il comparto indiano dell’alluminio sta crescendo con un importante tasso di sviluppo, superiore al 15% annuo, sia nella produzione di metallo elettrolitico che nelle lavorazioni e trasformazioni a valle, come i laminati, i getti, gli estrusi, i forgiati; per il metallo primario, l’India è un grande potenziale fornitore per l’Italia, che, per contro, è un netto importatore di materia prima, come è stato fatto notare durante le sessioni di lavoro a Bhubaneswar, d’altro canto il consumo annuo pro capite di alluminio in India è ancora a livelli bassissimi, poco più di un kg contro valori europei che arrivano anche a 20 volte tanto, per questo è prevedibile che questo subcontinente abbia nei prossimi anni un vero e proprio boom per il metallo leggero in tutte le destinazioni finali, dall’edilizia ai trasporti, dall’imballaggio alle applicazioni elettriche ed alle infrastrutture, e tutto ciò può offrire buone opportunità alla industria italiana dell’impiantistica avanzata e delle tecnologie di lavorazione. Infine, Mumbai è stata la tappa finale del tour. Secondo quanto riferiscono i colleghi del Consolato italiano a Mumbai, il governo locale sta investendo nelle infrastrutture, in particolare nella metropolitana, ritenuta un gioiello di tecnologia e sviluppo con un progetto che prevede di realizzare nei prossimi anni più di 400 stazioni. In base al programma dell’evento, la mobilità in India è stata quindi l’argomento principale della delegazione Italiana a Mumbai, una città che, in pratica, è un’altra India per quanto riguarda le infrastrutture: i progetti di ampliamento richiederanno investimenti e partner tecnologici di alto livello ed è augurabile che le aziende Italiane sappiano cogliere spunti ed opportunità, come è nello spirito di tutta questa interessante operazione.
Pensa in conclusione che ci siano buone opportunità per gli imprenditori italiani ad allacciare validi contatti e relazioni, una volta tanto forse siamo riusciti a partire nei tempi giusti?
La spinta Indiana viene dalla sua curva demografica che contraddistingue questo paese da tutti gli altri. Questa nazione ha contraddizioni, difficoltà burocratiche ed ostacoli di varia natura; qui viviamo realtà a volte difficili dove spesso servono doti di pazienza e tolleranza. Ma l’India è anche un paese ricco di risorse, con una nuova generazione di tecnici ed imprenditori di altissima professionalità, in pratica un mondo ancora in parte da scoprire e valorizzare. Il potenziale del mercato è enorme, per esempio Il mercato dell’aeronautica cresce del 30% all’anno mentre solo il 3% degli indiani usa l’aereo. Il compito della rete diplomatico-consolare italiana in India è contribuire a mettere in contatto la realtà Indiana con le imprese Italiane di tutti i settori merceologici. In questo tour, insieme a tutte le aziende partecipanti ed agli organizzatori di Art Valley ci siamo impegnati al meglio perché crediamo in questo tipo di iniziative basate su presupposti seri e pensiamo che tutti insieme siamo riusciti ad offrire una buona immagine dell’Italia e del suo sistema imprenditoriale. Come sempre succede in questi casi, noi abbiamo cercato di contribuire a creare dei presupposti su una realtà che riteniamo molto interessante, dipenderà dalle singole aziende valutare se ci sono le condizioni per prospettive di business e se esiste un terreno fertile su cui far nascere qualcosa. Secondo noi ci sono ottime basi per partire con il piede giusto, e, cosa importante, siamo anche riusciti come diceva lei a giocare di anticipo sui nostri principali competitori dell’area manifatturiera.