Il laser è vivo!
Il laser è vivo! Sono stati sviluppati i primi laser in grado di auto-organizzarsi, collaborare e modificarsi in risposta ai cambiamenti esterni, cine degli organismi viventi. Questo risultato è stato raggiunto da un gruppo di ricerca guidato dall’Imperial College e dalla University College di Londra, e di cui fanno parte i due italiani Riccardo Speranza e Giorgio Volpe.
Pronti i primi laser che si comportano come organismi viventi: sono in grado, infatti, di auto-organizzarsi, collaborare e modificarsi in risposta ai cambiamenti esterni. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Physics, si deve al gruppo di ricerca guidato da Imperial College e University College di Londra, e del quale fanno parte anche due italiani. L’innovativo sistema apre la strada a nuovi materiali di prossima generazione in grado di imitare le proprietà della materia biologica, come gli inchiostri elettronici per i display smart del futuro.
“I laser, che alimentano la maggior parte delle nostre tecnologie, sono progettati con materiali cristallini per avere proprietà fisse e ben precise – osserva Riccardo Speranza dell’Imperial College, co-autore dello studio – Ci siamo quindi chiesti se potevamo creare un laser con la capacità di unire struttura e funzionalità, riconfigurarsi e collaborare come fanno i materiali biologici. Il nostro sistema può fare proprio questo, consentendo così un primo passo verso l’emulazione del rapporto in continua evoluzione tra struttura e funzionalità, tipico dei materiali viventi”.
Il loro funzionamento
I nuovi laser consistono in microparticelle disperse in un liquido con elevata capacità di amplificare la luce. Un laser esterno viene usato per riscaldare una particella centrale (rivestita da un lato con un materiale che assorbe la luce) attorno alla quale si riuniscono le altre microparticelle, che diventano così in grado di generare un laser a loro volta. Questi gruppi di particelle possono unirsi tra loro, modificare la propria forma e densità e aumentare la loro potenza.
“L’utilizzo di laser con queste proprietà consentirà lo sviluppo di materiali e dispositivi di prossima generazione robusti, autonomi e durevoli – commenta Giorgio Volpe dello University College, tra gli autori dello studio – per applicazioni nell’ambito dei sensori, dell’informatica non convenzionale e dei display”.