Marcatura laser, quale laser scegliere per la tua applicazione
Quando si parla di marcatura laser spesso non si considerano le varie tipologie di laser (laser a gas, laser a stato solido, laser a fibra, laser liquidi e laser a semiconduttore ad esempio) che ne fanno parte. Ciascuna tipologia di sorgente, mezzo di guadagno o risonatore ha caratteristiche differenti ed è quindi più adatto a specifiche applicazioni. Scopriamo insieme le caratteristiche di ciascuno.
I laser sono ovunque intorno a noi. Dal mondo industriale (automotive, utensileria, oleodinamica, elettrodomestico), a quello medico a quello estetico, oggi i laser vengono utilizzati praticamente in ogni ambito perché sono versatili e in grado di effettuare diverse lavorazioni: taglio, saldatura e marcatura laser, rimozione dei tatuaggi, interventi agli occhi, depilazione eccetera. Naturalmente, i laser non sono tutti uguali e, in base all’applicazione, si sceglie quello più adatto con la sorgente più consona alla finalità.
I laser si classificano in cinque categorie: laser a gas, laser a stato solido, laser a fibra, laser liquidi (laser coloranti) e laser a semiconduttore (diodi laser).
Inoltre, questi cinque tipi di laser possono essere suddivisi in sottocategorie in base alla loro modalità di funzionamento: laser a onda continua e laser pulsato. Inoltre, ci sono anche diversi tipi di laser pulsati. Lo stesso laser a fibra dedicato alla marcatura può avere la durata dell’impulso variabile (versione MOPA) per marcare le plastiche senza sbavature e bruciature. Prima di approfondire le diverse tipologie di laser, è importante fare un passo indietro e definire che cosa sia un laser e come funziona.
Cos’è un laser?
Un laser è un dispositivo che genera luce sotto forma di raggio laser. Un raggio laser è diverso da un raggio di luce in quanto i suoi raggi sono monocromatici (un unico colore), coerenti (della stessa frequenza e forma d’onda) e collimati (che vanno nella stessa direzione). I laser forniscono queste “informazioni perfette”, ideali per applicazioni che richiedono un’elevata precisione. Andiamo a vedere tecnicamente i componenti di un laser. In un laser troviamo tre componenti principali: la fonte di energia, il medio attivo e il risonatore.
La fonte di energia pompa la luce in un medio attivo (il medio attivo è la risultante dall’emissione stimolata di fotoni attraverso transizioni elettroniche o molecolari a uno stato di energia inferiore da uno stato di energia superiore precedentemente popolato da una sorgente). Varia a seconda del tipo di laser. Potrebbe essere un diodo laser, una scarica elettrica, una reazione chimica, una lampada flash o altre tipologie.
Il medio attivo emette invece un raggio di luce di una lunghezza d’onda specifica quando eccitato dalla luce. Si dice che sia la fonte del guadagno ottico. I laser prendono in genere il nome dal loro mezzo di guadagno. In un laser CO2, ad esempio, il mezzo di guadagno è il gas CO2. Il risonatore infine amplifica il guadagno ottico attraverso specchi che circondano il mezzo di guadagno. Questi includono specchi sfusi nei laser a stato solido, sfaccettature tagliate o rivestite nei diodi laser e riflettori Bragg nei laser a fibra.
Laser a gas
Il laser industriale a CO2 è un laser in cui una corrente elettrica viene inviata attraverso un gas per generare luce attraverso un processo noto come inversione di popolazione. Esempi di laser a gas includono laser ad anidride carbonica (CO2), laser elio-neon, laser ad argon, laser al krypton e laser ad eccimeri. I laser a gas sono utilizzati in un’ampia varietà di applicazioni, tra cui olografia, spettroscopia, scansione di codici a barre, misurazioni dell’inquinamento atmosferico, lavorazione dei materiali e chirurgia laser. I laser a CO2 sono probabilmente i laser a gas più conosciuti e sono utilizzati principalmente per la marcatura laser, il taglio laser e la saldatura laser. LASIT, con il Fly CO2, realizza marcature su materiali organici quali legno e bambù, particolarmente utili nel settore Promozionale.
Laser a stato solido
Il laser a stato solido è un laser il cui mezzo attivo è un cristallo o un vetro drogato con ioni, differenziandosi così dal laser a coloranti che usa un colorante organico, solitamente in soluzione liquida, come mezzo di amplificazione della luce, e dal laser a gas, in cui viene prodotta una scarica elettrica attraverso un gas opportuno (ad esempio elio-neon) per produrre la luce coerente.
Laser a fibra
Un laser a fibra è un tipo speciale di laser a stato solido che è una categoria a sé stante. Un laser a fibra è un dispositivo in cui “il mezzo di guadagno attivo è una fibra ottica drogata con elementi di terre rare come erbio, itterbio, neodimio, disprosio, praseodimio, tulio e olmio”.
Le proprietà di guida della luce della fibra ottica sono ciò che rende questo tipo di laser così diverso: il raggio laser è più piccolo rispetto ad altri tipi di laser, il che lo rende più preciso. I laser a fibra sono anche rinomati per il loro ingombro ridotto, buona efficienza elettrica, bassa manutenzione e bassi costi operativi. I laser a fibra sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, tra cui la lavorazione dei materiali (pulizia laser, testurizzazione, taglio, saldatura, marcatura), medicina e armi a energia diretta.
Oggi il laser a fibra è quello più utilizzato per le applicazioni di marcatura e incisione laser. Questo perché ha un effetto duraturo e di alta qualità su tutti i metalli e su quasi tutte le plastiche. Con questa tipologia di sistema LASIT è anche in grado di garantire marcature nerissime e senza riflesso, richieste soprattutto in ambito medicale (per ragioni di sicurezza) e in ambito Home appliance e Gioielleria (per ragioni estetiche).
Un’altra tipologia di laser che si distingue per la durata del suo impulso è il laser Picosecondo. Con il FlyPico LASIT riesce ad ottenere delle marcature nerissime ad alto contrasto e senza riflesso. Questo è particolarmente utile nel mondo medico (per ragioni di sicurezza) e nel mondo home appliance e gioielleria (per ragioni estetiche).
Laser liquidi (o coloranti)
I laser liquidi utilizzano un colorante organico in forma liquida come mezzo di guadagno. Sono anche conosciuti come laser a colorante e sono utilizzati nella medicina laser, nella spettroscopia, nella rimozione delle voglie e nella separazione degli isotopi.
Uno dei vantaggi dei laser a colorante è che possono generare una gamma molto più ampia di lunghezze d’onda, rendendoli buoni candidati per essere laser sintonizzabili, il che significa che la lunghezza d’onda può essere controllata durante il funzionamento. Nella separazione degli isotopi laser, ad esempio, i laser sono sintonizzati su specifiche risonanze atomiche. Vengono quindi sintonizzati su un isotopo specifico per ionizzare gli atomi, rendendoli neutri anziché caricati negativamente o positivamente. Vengono quindi separati con un campo elettrico, ottenendo quella che viene chiamata separazione isotopica.
Laser a semiconduttore (diodi laser)
Un diodo laser (o LD, da Laser Diode in inglese) è un dispositivo optoelettronico in grado di emettere un fascio laser emesso dalla regione attiva del semiconduttore con cui viene realizzato il dispositivo stesso. La struttura del semiconduttore è molto simile a quella impiegata nella realizzazione di LED (Light Emitting Diode). Un diodo laser, come molti altri dispositivi elettronici, è composto da materiale semiconduttore drogato presente su uno strato molto sottile sulla superficie di cristallo. Il cristallo viene drogato per produrre una regione di semiconduttore di tipo n e una regione di semiconduttore di tipo p, una sopra l’altra, per ottenere una giunzione PN, cioè un diodo. Come in altri tipi di diodi, quando la struttura viene polarizzata direttamente, le lacune provenienti dalla regione p vengono iniettate nella regione n, dove gli elettroni sono i portatori maggioritari di carica. Analogamente, gli elettroni dalla regione n sono iniettati nella regione p, dove le lacune sono i portatori maggioritari. Quando un elettrone e una lacuna sono presenti nella stessa regione, possono ricombinarsi per emissione spontanea, cioè l’elettrone può rioccupare lo stato energetico della lacuna, emettendo un fotone con un’energia uguale alla differenza tra gli stati dell’elettrone e della lacuna coinvolti.
Questi elettroni e lacune iniettati rappresentano la corrente di iniezione del diodo, e l’emissione spontanea dà al diodo laser sotto la soglia laser proprietà simili a un LED. L’emissione spontanea è necessaria per iniziare l’oscillazione laser, ma è causa di inefficienza una volta che il laser è in oscillazione.