“4.0” praticamente da sempre

Fortemente specializzata nella costruzione di impianti automatici di assemblaggio e collaudo, Primon Automazioni applica da molto tempo alle macchine che realizza principi di tracciabilità, controllo minuzioso della produzione e flessibilità nel cambio formato, fondamentali al tempo di Industria 4.0. Al fianco dell’azienda di Verbania c’è Balluff, che ha fornito sensori, fotocellule e componenti di raccordo montati su un impianto di assemblaggio e collaudo di valvole di sicurezza.

di Sebastiano Mainarda

Chi l’ha detto che ad andare controcorrente si fa più fatica e si arriva più tardi? La storia di Primon Automazioni, divenuto un costruttore di macchine speciali per assemblaggio e collaudo seguendo un percorso piuttosto singolare, dimostra che seguire strade diverse può riservare parecchie soddisfazioni.
“Contrariamente a gran parte dei nostri concorrenti, che da progettisti meccanici sono diventati col tempo meccatronici, noi siamo nati come elettrici e siamo diventati meccanici in un secondo momento”, racconta il CEO di Primon Automazioni, Fulvio Primon, seconda generazione alla guida dell’azienda di famiglia. “Questo ci permette, credo, di avere qualcosa in più nella gestione delle macchine dal punto di vista elettrico e del software. Tutte le nostre macchine, infatti, sono da molto tempo collegate tra loro e predisposte alla teleassistenza: concetti oggi familiari quando si parla di Industria 4.0 ma che per noi sono degli standard da almeno una decina d’anni”.

L’importanza dell’ufficio tecnico
Primon Automazioni fu fondata da Vittorino Primon, padre di Fulvio, nel 1970, per la produzione conto terzi di quadri e impianti elettrici, lavorando principalmente con aziende del territorio. Una ventina d’anni dopo, l’iniziativa dell’attuale CEO ha fatto sì che la produzione aziendale virasse verso la costruzione di macchine e sistemi di manipolazione, assemblaggio e collaudo. Oggi, in Primon Automazioni lavorano 50 persone, con un nucleo importante costituito dalle circa 15 di cui si compone l’ufficio tecnico, che cura internamente gli aspetti meccanici, elettromeccanici e software. Tutto è progettato e realizzato all’interno: un fiore all’occhiello per l’azienda piemontese, nonché un elemento decisivo per vincere, nel corso degli anni, tante scommesse, specialmente all’estero.
L’azienda, infatti, realizza all’estero circa il 70% del fatturato, e gran parte di questo viene dalla Germania, un mercato tradizionalmente difficile da approcciare.

Puntare sui giovani per avere una visione orientata al futuro
Premessa inevitabile al raggiungimento di questi risultati è una strategia chiara e definita: Primon Automazioni, infatti, è specializzata in macchine di assemblaggio per componenti medio-piccoli e per cadenze produttive medio-alte. Proprio per avere una visione complessiva di quello che fa, l’azienda ha scelto di posizionarsi in una fascia di valore delle macchine media, certamente lontana, per esempio, dal settore automotive. Una strategia che ha permesso a Primon Automazioni di avere un trend di crescita piuttosto costante, senza risentire di picchi eccessivi neanche durante gli anni della crisi.
“Oggi investiamo nell’impresa e nella mentalità delle persone: abbiamo avuto riscontri molto positivi assumendo persone giovani, che vanno sì seguite, coltivate, formate e motivate, ma che ci garantiscono una visione fondamentale sul futuro”, precisa Fulvio Primon.
Nella strategia complessiva rientra, naturalmente, anche la cura del rapporto con i clienti. “La soddisfazione del cliente per noi riguarda la gestione complessiva della macchina”, aggiunge. “Mi piace definire la relazione che s’instaura con i clienti come emozionale, nel senso che è un gioco di combinazioni e incastri fino al punto in cui si trova la soluzione. Per questo è importante essere flessibili e aperti al cambiamento. Si tratta a tutti gli effetti di una partnership che permette di far crescere insieme due aziende che collaborano. La prova della bontà di questo approccio viene dal fatto che pochissimi clienti hanno acquistato da noi soltanto una macchina”.

Una collaborazione di successo
Passando dai clienti ai fornitori, o partner, in modo più appropriato, la collaborazione con Balluff è di lunga data e assolutamente consolidata. “Noi siamo fortemente specializzati nell’elettronica – racconta Fulvio Primon -, quindi vogliamo poter monitorare lo stato di ogni singolo componente montato sulla macchina. Balluff ha un catalogo completo e una qualità dei prodotti che sposa perfettamente la nostra visione. Quando scegliamo un componente di automazione guardiamo innanzitutto alla qualità e all’affidabilità, ma anche alla gestione complessiva del prodotto, alla capacità di rispettare i tempi di consegna. Con Balluff ci siamo sempre trovati bene”.
La conferma a queste parole arriva da Graziano Piscia, Area Sales Manager di Balluff. “Da parte nostra, trovo molto stimolante poter lavorare con una realtà come Primon Automazioni, proprio per la visione orientata al futuro che hanno e che dimostrano. La voglia di innovare, di trovare soluzioni sempre diverse si sposa perfettamente col nostro modo di approcciarci ai clienti”.

Ogni 3,5 s l’impianto produce una valvola
Sensori, connettori, elementi di cablaggio e fotocellule Balluff si trovano praticamente in tutte le macchine che escono dall’officina Primon Automazioni di Verbania. Macchine, è bene precisare, tutte in possesso di marcatura CE e caratterizzate da un’attenzione particolare all’estetica: dai materiali utilizzati ai componenti selezionati – come i moduli di connessione, poco ingombranti – fino ai colori.
Tra le più recenti macchine realizzate c’è un impianto automatico di assemblaggio, taratura e collaudo di una valvola di sicurezza contro le sovrapressioni per i boiler istantanei di uso domestico. Caratterizzata da una cadenza produttiva di 3,5 s/pezzo, la macchina si avvale di quattro tavole rotanti connesse tra loro: due sono finalizzate alla preparazione delle parti che compongono la valvola; quella centrale è destinata all’assemblaggio vero e proprio, mentre la quarta tavola rotante permette di eseguire la taratura e il collaudo delle valvole. Una fase cruciale, quest’ultima, trattandosi appunto di valvole di sicurezza. La pressione massima a cui vengono tarate e collaudate le valvole è di 13 Bar, con una tolleranza di +/-1 Bar.
L’assemblaggio vero e proprio inizia dal posizionamento del corpo della valvola (in arrivo dalla prima tavola rotante satellite) sul posaggio. In seguito, viene caricata nel corpo la guarnizione esagonale in gomma. Su di esso vengono posizionati lo spintore dedicato e il gruppo otturatore in arrivo dalla seconda tavola satellite. In sequenza vengono poi caricate la molla e la ghiera con relativa preavvitatura prima e con avvitatura a quota di pretaratura.

Cambio formato ridotto al minimo all’insegna della flessibilità
La coppia di valvole presenti su due posaggi adiacenti della tavola rotante principale viene prelevata e trasferita sulla tavola di taratura e collaudo, che processa quindi due pezzi per volta. Completata la taratura, le valvole vengono immediatamente sottoposte a collaudo mediante una prima pressurizzazione a una pressione alta impostabile e poi a una pressione bassa impostabile e successivamente riportate sulla tavola rotante master per eseguire il montaggio di tappi e la rifinitura tramite bordatura. Infine, la valvola viene scaricata con eventuale separazione dei pezzi di scarto.
Tutta la parte di sensoristica, remotaggio dei segnali in arrivo, micro fotocellule e fibre ottiche, fino al cablaggio è affidata a Balluff. Si tratta di un intervento molto importante, se pensiamo che una macchina del genere presenta un numero molto elevato di sensori e, in generale, un’automazione molto spinta, essendo un impianto completamente automatico, se si eccettua il carico manuale degli alimentatori.
Anche la tavola rotante è gestita elettronicamente e, in generale, la macchina è progettata per ridurre al minimo il tempo necessario per il cambio formato, nel rispetto di quella flessibilità imposta dalle logiche di Industria 4.0.

 

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