Finanziare i progetti con il crowdlending
Crowdlending è una parola ancora poco conosciuta: è cugino del crowdfunding, e rappresenta un finanziamento non bancario, ideale per piccole e medie imprese. Si tratta nello specifico di un sistema di microprestiti, fatti attraverso una piattaforma online. Questa innovativa forma di finanziamento e i suoi vantaggi sono stati l’oggetto del webinar “Crowdlending, la modalità snella per finanziare i tuoi progetti di crescita”, durante cui sono intervenuti: Francesca Buran, Responsabile Marketing di AIdAM; Giuseppe Scapola, Head of Business Development di EvenFi; Luigi Maldera, CEO di MBL Solutions, che ha provato sul campo questa modalità di finanziamento.
Francesca Buran, come è nata l’idea di parlare di crowdlending?
Il tema del finanziamento, è sempre un argomento delicato per le aziende e negli ultimi anni la situazione si è fatta ancora più complessa tra strumenti tradizionali e soluzioni innovative. Tra queste merita particolare attenzione il crowdlending, di cui tanto si sente parlare negli ultimi tempi. In realtà, pur non essendo un argomento tradizionale per l’Associazione, abbiamo pensato potesse rappresentare un approfondimento interessante per le nostre aziende nel 2022. L’idea di parlare di crowdlending è nata da una conversazione con Luigi Maldera, titolare di MBL Solutions (un’azienda associata AIdAM), che ha avuto un’esperienza molto positiva con questo strumento. MBL rappresenta, infatti, una realtà che, sia per vocazione sia per dimensione, è molto simile alle aziende che costituiscono il tessuto del nostro settore di riferimento. Abbiamo dunque, ritenuto opportuno condividere questa chiacchierata trasformandola in un webinar, per scoprire insieme le potenzialità di questo strumento, che sta prendendo piede così rapidamente.
Prima di parlare dell’esperienza di MBL Solutions, chiediamo a Giuseppe Scapola che cosa vuole dire crowdlending e in che modo permetterà di finanziare in maniera snella i progetti di crescita delle aziende?
Il crowdlending è uno strumento nuovo e innovativo, che le imprese possono utilizzare per uscire da quelle situazioni magari di empasse in cui si possono trovare in alcuni contesti con un canale alternativo di approvvigionamento di liquidità. Che cos’è il crowdlending? Crowd vuole dire “folla” e lending vuole dire “prestare”. Quindi stiamo parlando di finanziamenti erogati da una platea di persone. Il crowdfunding, che è cugino del crowlending, è l’astrazione generica del raccogliere finanziamenti dalla folla. Di solito lo si identifica con l’equity crowdfunding, che è una delle modalità con le quali le imprese possono incamerare nuovi soci, permettendo di incamerare liquidità. Il crowdlending è una declinazione dello stesso concetto: non vuole dire altro che prendere soldi in prestito. La cosa importante da sottolineare è che con questa modalità non si incamerano nuovi soci, ma si ha liquidità da una platea di persone più varia e distribuita possibile. Vediamo già una differenza: nel caso dell’equity crowdfunding i soldi non dovranno essere restituiti, ma si dovranno dividere gli utili; nel caso del crowdlending, devono essere restituiti. Invece di andare in banca a chiedere liquidità per un progetto o per la propria azienda, ci si rivolge a piattaforme dedicate, come EvenFi, e si chiede un prestito a una platea eterogenea di privati. Personalmente, sono un investitore in questo mondo ormai da più di cinque anni e opero nel settore degli investimenti da parecchio tempo. Seguo costantemente il mondo del FinTech e sono un operatore del settore, quindi il mio ruolo in EvenFi comprende sia la parte del business sia quella di originations, ossia il reperire e il mettersi in contatto con aziende che hanno bisogno di finanziamenti. Il mio lavoro consiste nell’interfacciarmi quotidianamente con realtà che hanno bisogno di liquidità, interagire con loro, raccogliere tutta la parte documentale. Una volta avuta l’approvazione da parte nostra, l’azienda potrà presentare il progetto a una platea di migliaia di investitori. Il crowdlending, in sintesi, è una possibilità in più che hanno le imprese per finanziarsi in modo innovativo, veloce e con la possibilità di farsi conoscere da migliaia di persone. Quindi rappresenta un’opportunità di marketing molto importante per le aziende: le persone che vedono l’azienda potranno essere interessate a creare delle connessioni, delle nuove opportunità lavorative o delle commesse. Di aziende come EvenFi ne esistono poche in Italia, forse siamo gli unici a fare crowdlending in maniera pura. Noi siamo cross-settoriali, quindi ci occupiamo di finanziare qualunque tipologia di azienda, da quella che fa meccatronica a chi ha un ristorante, dall’azienda che produce mascherine alle classiche B2C. Tra l’altro, siamo tra gli unici nel settore a permettere a start up che hanno zero anni di vita, o comunque sono di recentissima costituzione, di finanziarsi con dei prestiti bridge su finanza agevolata.
Luigi Maldera, il crowdlending è uno strumento
anche per le aziende del settore della meccatronica, e del mondo di AIdAM come nel caso di MBL Solutions. Raccontaci la vostra esperienza, il progetto in cui è vista coinvolta EvenFi e come è andata questa iniziativa un po’ pionieristica per il mercato. Secondo me è opportuno parlare di questo nuovo strumento, perché è una materia ancora poco conosciuta in Italia. Io ho scoperto la sua esistenza navigando sul web. Conoscevo il crowdfunding perché lo utilizziamo da diversi anni per finanziare progetti di ricerca su particolari tecnologie. L’ultimo crowdfunding a cui abbiamo aderito è con una start up nel 2013, con la quale abbiamo prodotto un motore per biciclette innovativo raccogliendo più di 2 milioni e mezzo di dollari sulla piattaforma di Indiegogo. Il nostro incontro con il crowdlending è avvenuto nel periodo estivo di qualche anno fa, durante il quale abbiamo avuto un incremento importante di ordini, e avevamo quindi la necessità di assumere personale specializzato. In particolare, dovevamo assumere un project manager con esperienza e due progettisti, uno nell’ambito software e l’altro nell’ambito meccanico. Trovare risorse nel nostro settore è complicato: un progettista meccanico per potersi adattare a quello che fa MBL Solutions necessita di almeno sei mesi. Avevamo dunque la necessità di avere dell’ossigeno per poter pagare gli stipendi a queste nuove risorse, e investire anche nella loro formazione. Ci siamo rivolti alle banche ordinarie, che nel mese di giugno ci chiedevano centinaia di documenti e tempi biblici di approvazione, garanzie, fideiussioni eccetera, il tutto per appena 100mila euro. Mi sono messo a curiosare sul web e ho scoperto EvenFi. Il 12 agosto ho caricato la domanda, il 27 agosto è stata accettata, il 30 è stato pubblicato il progetto sul web, il 7 settembre hanno aperto il progetto e in venti minuti abbiamo raccolto 100mila euro, grazie a 327 investitori. Di questi con alcuni siamo diventati amici ed è come se fossero soci, perché prestando del denaro sono sempre coinvolti nella crescita dell’azienda. Sicuramente presenteremo altri progetti sulla piattaforma, in quanto l’esperienza è stata molto positiva. Abbiamo anche conosciuto alcuni degli investitori, e siamo in trattativa con un paio di aziende che vogliono diventare partner. Quello che diceva prima Giuseppe Scapola è sacrosanto: non so come avremmo fatto a fare conoscere la nostra azienda per reperire finanziatori. Parliamo dell’impiegato di un’azienda privata che mette 100 euro o 1.000 euro, e investe il proprio risparmio sull’economia reale e su un’azienda come MBL Solutions. Con le banche ordinarie sarebbe stato impossibile avere un finanziamento durante l’estate, già da metà luglio ti rimandano a settembre. Per un imprenditore non è possibile attendere così tanto, perché sono esigenze di liquidità urgenti per portare avanti i progetti a breve termine.
Giuseppe Scapola, quali sono i tempi di restituzione e le garanzie per ricevere il rimborso di quanto prestato? Come funziona questa parte?
I tempi di restituzione vanno da sei a 48 mesi. Da questo punto di vista dobbiamo attenerci alle preferenze degli investitori privati che finanziano i progetti. Calcolando che gli investitori privati non vogliono rimanere ingaggiati per un periodo molto lungo, i prestiti che preferiscono sono sul breve termine. Inoltre, l’investitore ha la disponibilità di liquidare o di mettere in vendita il proprio titolo di credito sul mercato secondario che noi mettiamo a disposizione sulla piattaforma; quindi diciamo che l’investimento è semiliquido perché l’investimento può essere messo in vendita e uscire prima dei mesi prestabiliti. Per quanto riguarda le garanzie, a MBL Solutions non ne sono state richieste perché in quel caso è l’azienda stessa con i suoi numeri, la sua storia e il suo progetto a garantire affidabilità e capacità di rifondare il prestito. In altri casi, invece, potrebbero essere richieste delle fideiussioni, per esempio quando immaginiamo che l’investitore finale ne avrà bisogno per valutare un investimento più rischioso. Il progetto di MBL Solutions è stato veloce, ma non detiene il record. Ci sono stati progetti che si sono chiusi in circa 10 secondi, e altri per i quali abbiamo raccolto 120mila euro in 28 secondi. Una caratteristica principale è che anche noi di EvenFi investiamo nei progetti, e ciò rappresenta un ulteriore meccanismo di sicurezza.
Luigi Maldera, quanto ha spiegato e raccontato di questo progetto a EvenFi e ai nuovi soci?
L’intervista di presentazione è durata un’ora circa, nella prima mezz’ora mi hanno dato la possibilità di spiegare il progetto. Sapevo che era presente una platea di persone, e ognuna di esse stava decidendo se investire o meno. Da parte nostra, è stato facile raccontare la tecnologia che facciamo: quando si parla di robotica, tutti sono affascinati da questo mondo, quindi nel momento in cui è passata la mezz’ora, ed è stato lanciato il countdown da EvenFi, siamo riusciti in 20 minuti a coprire l’importo. È importante sapere che EvenFi propone una percentuale minima di raccolta, che non deve essere per forza l’obiettivo ultimo; se questa non viene raggiunta, il progetto non viene finanziato. Questa è un’ulteriore garanzia della fiducia nel progetto della platea di investitori. Questo tipo di finanziamento, Luigi Maldera, è stato da voi utilizzato anche per reperire collaboratori con un alto livello di formazione tecnica. Molte aziende raccontano della difficoltà di trovare e formare il personale: in questo caso, il crowdlending ha risposto a un’esigenza concreta diffusa. Avete inoltre fatto rete con questi investitori, nuovi contatti da cui possono arrivare altre opportunità ed è un’azione di marketing che rimane. La platea che investe è delle più variegate, ci può essere il libero professionista, l’avvocato, il dottore commercialista, l’impiegato, l’operaio. La quota di finanziamento parte dai 20 euro in su, e si può ricavare un interesse che è sicuramente più alto di quello che guadagnerebbe tenendoli sul conto corrente. Più verranno utilizzati dagli imprenditori e più si alimenterà l’economia reale. Sapere che un domani qualcuno che oggi segue il webinar possa puntare 100 euro su un progetto di un’azienda dell’AIdAM è qualcosa che dà prestigio all’associazione stessa, all’azienda e EvenFi che finanzia. Si mette in interazione l’azienda con ogni singolo investitore, che ha l’occasione di scoprire il grosso tessuto imprenditoriale italiano, fatto per l’80-90% di piccole-medie imprese che creano occupazione e benessere sul territorio.
Gli imprenditori spesso raccontano che hanno un’esigenza molto concreta, legata alla loro attività imprenditoriale e il primo scoglio è che la persona con la quale si interfacciano in banca non vuole parlare del progetto e dell’azienda, ma si concentra più sull’aspetto burocratico. Giuseppe Scapola, chi si approccia a EvenFi che interlocutore trova in voi per parlare del suo progetto?
Spero che trovi un interlocutore che reputa interessante. Il nostro percorso di valutazione è fatto di svariati step. Il primo è guardare sia i bilanci della società, i numeri come abbiamo detto prima che sono la base per capire se il finanziamento è fattibile, quindi se l’azienda riesce ad accollarsi la rata, sia la parte di progetto, e cerchiamo di capire insieme all’imprenditore se porterà un reale beneficio all’azienda stessa, di solito del fatturato in più o delle opportunità in più. Facciamo qualche videochiamata con l’azienda, per parlare del progetto e soprattutto per capire cosa c’è dietro: a volte i numeri non bastano per comprendere appieno la realtà che si ha davanti; questa “intervista” serve a conoscersi, a capire alcune peculiarità, dove l’azienda vuole andare, si decidono insieme gli obiettivi e le capacità di finanziamento. Da questa chiacchierata nasce un teaser web, caricato sul sito di EvenFi, che serve a descrivere l’azienda, i numeri, la sua storia, cosa fa, qual è il prodotto, che tipo di servizio realizza eccetera; questo aiuta il potenziale investitore a decidere. Capire chi abbiamo di fronte è fondamentale per noi: non rifinanziamo il debito né facciamo operazioni per aziende che avranno sicuramente dei problemi, perché quei soldi devono essere restituiti nei tempi stabiliti. Noi di EvenFi ci mettiamo la faccia, quindi è importante la fiducia nei progetti che vengono presentati.
Una volta analizzati il progetto e i documenti, a volte chiediamo un business plan o un piano industriale futuro. Fatto questo, dopo la nostra approvazione interna e l’accettazione da parte dell’azienda, presentiamo il progetto in piattaforma. Questo rimane aperto fino a due settimane, durante le quali si raccolgono i finanziamenti; se il progetto non piace alle persone, vuole dire che abbiamo sbagliato qualcosa. Anche se devo dire che, in due anni di attività, non c’è mai stato un progetto che si sia chiuso con un fallimento; magari qualcuno ha superato di poco l’obiettivo minimo però ha avuto la sua liquidità. EvenFi è partita a marzo 2020, forse il periodo peggiore per farlo, e abbiamo raccolto da privati più di 12 milioni di euro, che sono andati ad aziende dell’economia reale e gli interessi tornano nelle tasche degli investitori: persone normali che hanno investito i loro risparmi, e questi interessi rientrano in circolo, non rimangono in banca.
Ci sono due possibili interlocutori di EvenFi: chi vuole proporre un progetto legato alla propria impresa, ma anche chi vorrà usare la piattaforma per investire in aziende della meccatronica. Per chi vuole iniziare a usare la piattaforma come investitore qual è il consiglio, Giuseppe Scapola?
Il consiglio principe è la diversificazione, quindi mai mettere le uova nello stesso paniere: quando uno si fa ingolosire dai primi ritorni, inizia a mettere più soldi in progetti simili che poi possono andare male. È un investimento vero, quindi bisogna farlo cum grano salis. È importante leggere attentamente i documenti che noi presentiamo, guardare l’azienda, le iniziative, i bilanci se si vuole fare un self-assessment di quello che viene proposto e poi iniziare da una cifra minima. Con rendimenti medi dell’8%, percentuale che non si trova facilmente a meno che non si investa in prodotti ad alto rischio (finanziari e che non impattano sull’economia reale) ha senso guardare questo tipo di strumento, sempre con oculatezza e con la giusta gestione dei propri risparmi.
Ho visto che tra i partecipanti ci sono tante aziende del comparto meccatronica o simili a MBL Solutions per dimensione. Luigi Maldera, a chi magari vuole provare questo percorso che consigli può dare? Questo è uno strumento adatto a dei progetti piuttosto che ad altri.
È chiaro che dipende dall’obiettivo. Noi ci troviamo, per esempio, a gestire un bando di ricerca: questi richiedono una rendicontazione e un anticipo del pagamento prima che venga restituito dalla Regione, oppure, se sono bandi nazionali o europei, di fare un investimento ponte. Ciò significa chiedere a EvenFi un finanziamento per 6 mesi, perché devo terminare il pagamento di questa rendicontazione e aspettare tre o quattro mesi affinché si riesca a recuperare quell’anticipo. Purtroppo, l’Italia è l’unico Paese al mondo dove per avere qualcosa devi prima anticipare. Anche una start up deve prima pagare per poi avere i soldi. Lo strumento del crowdlending può aiutare a coprire la “crisi di liquidità”, grazie a un prestito ponte che copre l’esigenza per sei mesi, cercando di legarla a un bando che dà la sicurezza di ritorno dell’investimento.
Chi approccia questo tipo di finanziamento, inoltre, deve in qualche maniera essere molto responsabile: ci sono, nel mio caso, 327 investitori, e quindi 327 persone a cui ho la responsabilità di restituire e quindi fare fruttare il denaro che hanno messo a mia disposizione.
Giuseppe Scapola, si è fatto riferimento alle start up. Il crowdlending è uno strumento utilizzabile anche da loro? Come si può inserire in questo mondo?
Come diceva Luigi Maldera, esistono ormai da tanti anni le possibilità offerte dalla finanza agevolata: parliamo di bandi tendenzialmente offerti da enti privati oppure dalle Regioni, oppure altri bandi regionali o europei. Molti di questi sono a rendicontazione, quindi l’azienda deve produrre questi costi e le fatture, poi andare a bussare alla porta dell’ente che darà i soldi. Se nel mentre l’azienda non vuole utilizzare tutti i soldi nella sua cassa, può utilizzare uno degli strumenti offerti da EvenFi: il bridge loan, un prestito ponte che, con il bando alle spalle, fa da cuscino di garanzia. Noi permettiamo l’anticipo di una parte dei soldi. Quando andranno a rendicontare, avranno la possibilità di estinguere il debito. È uno strumento in più pensato soprattutto per start up o NewCo che sono nate da poco tempo, che hanno pochi anni alle spalle e in banca avrebbero le porte chiuse.
Giuseppe Scapola, per un’azienda che ha proposto un progetto a EvenFi quali sono gli elementi che lo possono rendere più attraente ai possibili investitori?
È una domanda interessante, raramente me l’hanno fatta. Quello che abbiamo riscontrato in quasi due anni di attività è che agli investitori piace l’azienda che fa cose pratiche, come quella di Luigi Maldera, dove puoi vedere il robot per esempio. Abbiamo notato che le aziende troppo digitali incontrano meno l’interesse degli investitori. È importante anche avere un buon numero di dipendenti e una storia lunga: un’azienda che è in piedi dagli anni Novanta può sembrare più solida rispetto a un’azienda nata tre anni prima. Anche il numero di dipendenti è importante, perché si spera che sia più difficile che fallisca se ha molti dipendenti.
Altra carattersitica che potrebbe rendere il progetto interessante è sicuramente il management. EvenFi organizza delle dirette live in cui l’azienda può presentarsi e raccontare la propria realtà; lo facciamo in diretta con gli investitori, oltre all’intervista che facciamo noi dietro le quinte. Abbiamo notato che più l’imprenditore sa il fatto suo e lo dimostra con le parole, più c’è fiducia nel progetto, garantendo una raccolta in tempi brevi. Però, dipende molto anche dall’umore dell’investitore in quel momento e dal periodo dell’anno.