Anche in Italia, la Robotica è in piena salute

La spinta di Industria 4.0, che mette in connessione la fabbrica fisica con la realtà virtuale, non sembra destinata a esaurirsi. Lo testimoniano le previsioni dell’IFR, l’International Federation of Robotics, secondo cui circa 1,7 milioni di nuovi robot entreranno nelle fabbriche di tutto il mondo entro il 2020, e i 7.289 i robot ordinati in Italia nel corso del 2017. Questo dato certifica l’ottimo stato di salute di uno dei comparti più strategici in ottica Smart Manufacturing anche per il nostro Paese e indica una crescita di circa il 20% rispetto all’anno precedente.

di Fabrizio Garnero

È questo il quadro emerso dall’incontro del Gruppo di Lavoro Statistiche di SIRI (GdLS) che, con il contributo del Centro Studi di UCIMU – Sistemi per Produrre, monitora lo stato di salute della Robotica nel nostro Paese.
Nel Vecchio Continente, la capolista è, infatti, la Germania, quinto mercato di robot più grande al mondo, e il più grande in Europa, secondo quanto riportato dal World Robotics Report 2017 dell’IFR. Ma il nostro “Bel Paese” non sfigura affatto. Anzi! Fatte le debite proporzioni e in considerazione delle caratteristiche tipiche del tessuto industriale italiano, l’aver venduto quasi 8.000 robot è di sicuro un ottimo risultato. Senza precedenti! Occorre però precisare che i 7.289 robot indicati dal GdLS sono la stima precisa del numero di unità ordinate in Italia nel 2017 e non le macchine installate. È importante dirlo poiché, pur essendo sempre più evidente che anche le piccole e medie imprese nostrane si avviano verso una produzione automatizzata, è altrettanto vero che il dato è sicuramente influenzato dall’ottimo lavoro degli “integratori” italiani, i migliori al mondo, che con le loro competenze e capacità di problem solving sono protagonisti del mercato realizzando celle robotizzate che spesso sono destinate oltre confine. I robot sono quindi venduti in Italia ma installati in chissà quale zona del mondo. I dati SIRI indicano quindi correttamente il quantitativo di robot ordinati nel nostro Paese ma non il nuovo parco installato.

Crescita a due cifre anche per questo 2018
Tornando ai numeri spicci, i 7.289 robot ordinati sul mercato italiano sono così suddivisi: 6.169 antropomorfi, 760 unità di tipo Scara e i restanti ripartiti tra robot a cinematica parallela e gli innovativi robot collaborativi, o cobot che dir si voglia. Sono questi i valori raccolti a oggi tra un campione significativo dei principali player del settore che partecipano al Gruppo di Lavoro Statistiche di SIRI (GdLS). Come detto poco sopra, nella realtà il numero di robot “nostrani” ha, di fatto, già superato quota 8.000 e punta dritto verso le 9.000 unità ma si tratta di un dato ufficioso emerso dal dibattito apertosi in sede di Comitato. Sul dato ufficiale (7.289 robot) pesano, infatti, due fattori: la non adesione al GdLS di un paio di nomi non trascurabili del mercato e il veto da parte delle rispettive case madri a fornire i dati relativi alla vendita dei cobot in Italia impartito ai due maggiori player di questo nuovo mercato. È quindi anche alla luce di queste considerazioni che il dato di 7.289 robot venduti in Italia in un solo anno rappresenta, comunque, al netto di quanto poc’anzi detto, un grande traguardo che, all’atto pratico, sarebbe ancora più rilevante. “Si tratta di un ottimo risultato – ha commentato positivamente Domenico Appendino, Presidente SIRI, a margine dei lavori del GdLS – che deriva non solo da una crescita generale della Robotica nel mondo, in piena seconda giovinezza, ma anche dagli incentivi legati all’Industria 4.0, di cui i robot sono elemento fondamentale. Il dato è positivo non solo per l’incremento del settore industriale specifico, ma anche per la crescita dei posti di lavoro per l’uomo che, come noto, sono generati dalla presenza dei robot all’interno dei processi produttivi in cui sono integrati. Infatti, i posti di lavoro eliminati dai robot sono ampiamente compensati da quelli nuovi generati grazie alla maggior competitività e produttività delle aziende in cui operano”. Le parole del Presidente SIRI confermano l’ottimismo diffuso fra gli operatori del settore che prevedono una nuova crescita per l’anno corrente. “La previsione di una crescita a due cifre anche per questo 2018, che porterebbe a un dato di vendita certo superiore agli 8.000 robot, è più che una semplice speranza in quanto, a meno di eventi imprevedibili, rappresenta la convinzione diffusa tra la maggior parte dei protagonisti di questo mercato”.

La General Industry catalizza gli antropomorfi di casa nostra
Proviamo adesso ad addentrarci nei numeri per analizzare i dati emersi con più attenzione e lo facciamo partendo dai robot antropomorfi che per ovvie ragioni caratterizzano il nostro mercato con ben 6.169 unità vendute cui corrisponde un incremento del 20,1% rispetto all’anno precedente. Sono 1.533 i robot ordinati direttamente ai costruttori (+11,2%) e ben 4.636 quelli commercializzati tramite terzi (+23,3%), un dato che testimonia ancora una volta l’ottimo lavoro degli integratori di casa Italia, veri e propri protagonisti di questa rinascita della Robotica di cui si fanno portavoce nei settori e negli ambiti più diversi dell’industria. Già! Anche questo è un dato interessante ed evidente: è, infatti, la General Industry a catalizzare l’attenzione con il maggior numero di robot acquisiti, 1.028 (+19,4%) quelli in forma diretta dai costruttori e ben 4.203 (+24,2%) quelli tramite terzi. A questo ottimo risultato dell’industria in generale fa da contraltare l’andamento non certo così positivo dell’automotive, che in assenza di grandi progetti (cosa che tipicamente fa lievitare il dato verso l’alto) segna decisamente il passo con un -25,3% dei robot ordinati ai produttori destinati all’auto e solo il 2,1% – pari a 443 macchine contro le 434 dell’anno precedente – destinato ai subfornitori del comparto Tier1 e Tier2. Leggermente meglio la percentuale destinata all’automotive che ha coinvolto invece il lavoro di terzi per la vendita dei robot che con 433 macchine fa comunque segnare un +14,9% rispetto all’anno precedente.
Scendendo ancor più nel dettaglio, parlando quindi di applicazioni, in un quadro decisamente positivo spicca il segno meno dell’ArcWelding, -13,2% (376 macchine contro le 433 precedenti) che conferma le considerazioni fate poc’anzi per il comparto dell’auto in cui solo lo Spot Welding ha “tenuto botta” – passate l’espressione – con 152 robot acquisiti pari a un +29,9%.

I numeri degli Scara e il mondo del montaggio robotizzato
Detto degli antropomorfi, analizziamo ora nel dettaglio l’andamento dell’altro segmento di mercato più importante, ovvero quello dei robot Scara. Anche in questo caso si parla di numeri in positivo anche se, per questo comparto, cresce il rammarico per la mancata adesione all’indagine di qualche distributore che per il nostro mercato gioca un ruolo abbastanza significativo. In realtà potremmo quindi parlare di numeri ancora più belli e importanti di quanto già non siano. I 760 robot Scara ordinati in Italia nel 2017, cui corrisponde un incremento percentuale del 27,9% rispetto all’anno precedente, sono, infatti, un dato assolutamente importante e soprattutto significativo poiché la suddetta mancanza è ormai cosa storica e non una novità di quest’anno, ragion per cui il campione preso in esame dall’indagine rimane indicatore fedele di quello che è l’andamento del segmento. Nel caso degli Scara, a differenza di quanto accade per gli antropomorfi, l’andamento delle vendite tra dirette dal costruttore/distributore e quelle di terzi è decisamente allineato con 375 macchine nel primo caso e 385 robot ordinati nel secondo. Numeri pressoché simili ma che, se letti in termini di percentuale d’incremento rispetto all’anno precedente, assumono valori differenti poiché esprimono un +8,1% nel caso delle macchine ordinate in modo diretto e un +55,9% nel caso degli Scara venduti da terzi. Questo sottolinea ancora una volta l’ottimo lavoro svolto dai nostri integratori, vero e proprio patrimonio della Robotica made in Italy.
Meno ampia e articolata l’analisi dei dati sugli Scara dal punto di vista applicativo poiché a farla da padrone sono i processi di montaggio e assemblaggio in cui, per loro natura e caratteristiche tecniche, questa tipologia di robot viene sovente preferita. Sono 474 le unità Scara vendute per il montaggio industriale, 124 in più rispetto allo scorso anno, cosa che si traduce in una percentuale di crescita del 35,4%. L’altro grande impiego degli Scara si ha nel Material Handling dove l’incremento in termini percentuali è stato del 25% con un totale di 285 unità ordinate. Da segnalare, più per curiosità che per dovere di cronaca, l’unico robot Scara venduto per un impiego in fonderia; un caso più unico che raro probabilmente.

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