burster Italia, da 30 anni soluzioni per misura e controllo
burster Italia, filiale dell’azienda tedesca specialista in sensori e sistemi di misura, festeggia quest’anno 30 anni di attività: un percorso contraddistinto sempre dalla passione per il lavoro e dalla forte volontà di fornire le soluzioni migliori per i propri clienti, seguendo le loro esigenze specifiche. Alberto Acquati, Fondatore, e Federico Acquati, Business Development Executive, di burster Italia hanno ripercorso la storia dell’azienda, i suoi valori e i progetti per il futuro.
di Rossana Pasian
burster è specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella vendita di sensori e di sistemi di misura e calibrazione: celle di carico, sensori di coppia, sensori di spostamento, dispositivi per il controllo di processo, sensori estensimetrici, misuratori della resistenza elettrica. Fondata nel 1961 dalla famiglia Burster, e ora gestita da Mathias Burster, l’azienda è partner di molte realtà che operano in diversi settori, dall’automotive al medicale, fino alla robotica. Tutti comparti che hanno una richiesta sempre maggiore di conformità ai più severi requisiti di qualità, non a caso nella sede tedesca è presente il laboratorio di taratura interno DAkkS D-K-15141-01-00, accreditato in Germania, che utilizza standard di taratura tracciabili e costantemente controllati per dare al cliente la massima affidabilità e tracciabilità. Negli anni l’azienda è cresciuta in tutto il mondo con una presenza sempre più capillare: a oggi burster conta quattro filiali all’estero: Italia, USA, Cina e India e decine di sales-center.
L’avventura della filiale italiana inizia 30 anni fa, grazie allo slancio di Alberto Acquati. “Ho fondato burster Italia nel novembre del 1993 – racconta Alberto Acquati – Precedentemente lavoravo in un’altra azienda, che tra le proprie rappresentanze aveva burster. Da questo contatto è nata la filiale italiana di cui sono socio al 50% con Mathias Burster; quando siamo partiti, io ho messo una parte di capitale, mentre lui i primi dispositivi da vendere. Si può dire che abbiamo iniziato con poco, ma grazie alla passione la filiale italiana si è ingrandita ed è diventata un punto di riferimento per il gruppo”. Infatti, burster Italia ha registrato un +20% di fatturato nel 2022. “Noi siamo quelli che generiamo maggiori export e fatturato – prosegue Alberto Acquati – la nostra forza è la costanza del risultato, indipendentemente dall’andamento del mercato”. “In questi 30 anni – racconta Federico Acquati, Business Development Executive di burster Italia – abbiamo visto cambiare molto il mercato: settori nuovi, tecnologia nuova, ma anche modi nuovi di rapportarsi tra aziende e clienti. Nel 1993, l’unico modo per valutare i prodotti era presenziare fiere oppure visitare direttamente i fornitori. Ovvio che oggi, grazie all’avvento di internet, è più immediato vedere online il catalogo prodotti delle diverse aziende, ma i clienti vogliono sempre il contatto umano, anzi vogliono sapere cosa c’è dietro gli strumenti che vengono proposti e prediligono quindi la visita in sede per conoscersi e valutare la migliore soluzione di misura”.
La forza di una piccola azienda
“Un’azienda, per essere vincente – commenta Federico Acquati – deve fare tutto con metodo, non solo la fase produttiva. Bisogna lavorare bene anche nei rapporti umani, non solo con i clienti, ma anche con il personale, con le nuove generazioni, con i collaboratori, quindi in modo trasversale sia all’interno che all’esterno. Il rischio, altrimenti, è quello di non raggiungere gli obiettivi aziendali”. burster fornisce supporto e soluzioni cucite sulle esigenze dei clienti, per tutti i tipi di applicazione: dall’integrazione alla compatibilità con gli standard di mercato, fino all’Industria 4.0. “Nel nostro lavoro – spiega Alberto Acquati – è importante trovare collaboratori che abbiano sia doti tecniche che commerciali, con una buona dose di empatia: il rapporto umano che va oltre il prodotto è diventato indispensabile, e bisogna anche essere in grado di comprendere a 360° le esigenze dei clienti per proporre la soluzione ideale”.
burster Italia è una realtà di piccole dimensioni, infatti conta meno di dieci persone tra dipendenti e collaboratori, ma questa caratteristica è la sua forza. “I nostri collaboratori esterni sono dei veri e propri artigiani dell’automazione – afferma Federico Acquati – perché seguono passo per passo i clienti e creano delle soluzioni altamente customizzate. Nelle piccole aziende, comunque, c’è sempre un’attenzione maggiore al cliente e uno sguardo più attento alle sue esigenze specifiche; le PMI italiane sono molto forti, infatti trascinano l’economia nazionale. Un’azienda piccola, come burster Italia, è molto più veloce a fornire la soluzione di misura riguardo a esigenze specifiche”. Anche le velocità di risposta sono decisamente cambiate rispetto al 1993, nell’ottica di dare un servizio migliore al cliente. “Se nel 1993 dovevamo inviare un fax alla casa madre e attendere un fax di risposta – racconta Federico Acquati – oggi possiamo accedere in autonomia al sistema gestionale della casa madre. Abbiamo quindi la completa visibilità del flusso, dalle materie prime alla produzione fino alla gestione dell’ordine e della consegna presso il cliente senza passaggi intermedi. Essendo la prima filiale, fondata 30 anni fa, possiamo addirittura utilizzare questo strumento mentre siamo al telefono con il cliente con un’efficienza e una velocità che prima non era immaginabile”.
I momenti di svolta
Quello che forse è stato il momento di svolta più importante per burster Italia arriva nel 2008, quando l’azienda perde un partner strategico importante di cui commercializzava i torsiometri e servopresse. “Per reagire a una perdita del genere, anche di natura economica – spiega Alberto Acquati – sono volato in Giappone e attraverso dei miei precedenti contatti sono riuscito a prendere la rappresentanza di un’altra azienda, la CORETEC”. burster Italia distribuisce le servopresse elettriche dell’azienda giapponese, soluzioni compatte e che offrono un’elevata precisione e prestazioni di alto livello. “Siamo i rappresentati ufficiali CORETEC per l’Europa e il Nord Africa – spiega Alberto Acquati – e pesa sul nostro fatturato per il 20%, quindi una percentuale importante. Per questo motivo, dal 2019 ci presentiamo a una fiera a Stoccarda solo come marchio CORETEC. Ciò ci sta aiutando perché dal Giappone passano direttamente a noi ordini europei; per esempio, abbiamo recentemente preso un grosso ordine per la Suzuki Ungheria”.
L’azienda, inoltre, sta cercando di incrementare i volumi di vendita in Europa, guardando a nuovi settori in cui inserirsi. “Oggi – spiega Federico Acquati – si sta espandendo molto il mercato dei motori elettrici, e di conseguenza abbiamo registrato un aumento delle vendite di micro ohmetri, strumenti per misurare la resistenza elettrica, core know-how di burster da oltre 60 anni. Un altro settore che potrebbe diventare strategico per burster è quello della chirurgia robotizzata, in quanto ha forte necessità di sensori torsiometrici. Le idee comunque sono molte, e la nostra intenzione e farci sempre guidare dalla passione per trovare nuovi business e migliorare le soluzioni per i nostri clienti”.