Ci sono due SCARA al cuore del processo

La forte vocazione a utilizzare le tecnologie più spinte, proponendo soluzioni di processo all’avanguardia, è stata la chiave di sviluppo dell’attività di Fag-Melò srl, realtà specializzata nella progettazione e nella costruzione di sistemi di assemblaggio e collaudo che destina, per lo più, al mondo dei motoriduttori e della componentistica meccanica in generale. Nel caso specifico, parliamo di un impianto automatico studiato per l’ingrassaggio automatico degli anelli di tenuta, problematica comune non solo a chi costruisce motoriduttori ma a qualsiasi applicazione in cui vi sia un albero rotante.

di Fabrizio Garnero e Giorgia Stella

Fag-Melò srl è una realtà specializzata nella progettazione e della costruzione di sistemi di assemblaggio e collaudo, di sistemi per la movimentazione e di automazioni speciali che destina soprattutto al mondo dei motoriduttori, della componentistica meccanica e delle fonderie di alluminio. Settori di sbocco che trovano una continuità con gli albori societari; siamo, infatti, nel 1987, quando l’azienda viene fondata per produrre blocchi e impianti oleodinamici e centraline idrauliche. I due soci fondatori, Franco Aldrovandi e Antonio Gilioli, poi usciti dalla compagine societaria per motivazioni differenti, vantavano una lunga esperienza lavorativa in questi ambiti, uno in qualità di distributore di componentistica oleodinamica e l’altro impiegato presso Magneti Marelli come responsabile degli Impianti Tecnici.
“Tuttora, Fag-Melò collabora con diverse aziende che producono riduttori” racconta l’ingegner Marcello Aldrovandi che oggi, subentrato al padre Franco, guida con successo l’azienda di San Cesario Sul Panaro. “Tra Modena e Bologna sono infatti dislocate numerose realtà produttive di questo tipo; potremmo tranquillamente parlare di un vero e proprio distretto all’italiana presente in questo territorio. È stato perciò normale e naturale iniziare a collaborare con molte di queste aziende della zona. La vicinanza geografica, la conoscenza di fornitori/clienti comuni e il travaso di figure professionali da un’azienda all’altra hanno, con il tempo, contribuito ad affermare Fag-Melò come partner competente, apprezzata per la sua capacità di proporre soluzioni di processo all’avanguardia in questo particolare ambito”.
Lo testimonia un impianto automatico sviluppato per l’ingrassaggio automatico degli anelli di tenuta, problematica comune non solo a chi costruisce motoriduttori ma a qualsiasi applicazione in cui vi sia un albero rotante.

Singolarizza gli anelli, li ingrassa e li deposita ordinatamente
Gli anelli comunemente utilizzati nella costruzione di motoriduttori sono in gomma. Per aumentarne la durata è necessario apporre del grasso sull’anello interno in modo che la zona di contatto con l’albero rotante sia lubrificata. Questa operazione, nella maggioranza dei casi, viene fatta manualmente da un operatore che con un pennello deposita un velo di grasso. Va da sé che, in questo modo, è difficile apporre sempre la stessa quantità di grasso, ma soprattutto si corre il rischio che una quantità insufficiente comprometta la durata del prodotto in cui l’anello va montato. Nel caso specifico dell’impianto sviluppato da Fag-Melò, l’operatore carica gli anelli sfusi in una delle due tramogge di carico senza preoccuparsi del posizionamento in quanto sarà la macchina a orientarli e singolarizzarli. L’operatore posiziona manualmente anche le scatole vuote in cui dovranno essere palletizzati gli anelli. La macchina può gestire fino a tre tipologie di scatola con dimensioni differenti. In questo modo si possono personalizzare le capacità di ogni scatola, secondo quanto richiesto dai vari centri di montaggio.
Mediante un lettore di barcode l’operatore identifica il codice sulla scatola e la macchina carica automaticamente il programma di lavoro e, in modo completamente autonomo, singolarizza gli anelli, li ingrassa e li deposita ordinatamente nelle scatole.

Produrre senza interruzioni
La macchina messa a punto da Fag-Melò permette di ingrassare varie tipologie di anelli, con dimensioni che vanno da 20 x 32 x 7 a 60 x 90 x 10 mm; ciò ha richiesto la presenza di due tramogge di carico, in modo da annullare il tempo perso tra una produzione e l’altra. Le varie produzioni si devono, infatti, susseguire senza interruzioni e poiché nelle due tramogge possono essere caricati anche anelli con dimensioni diverse, la macchina si setta automaticamente senza alcun intervento dell’operatore. Il cliente, inoltre, ha richiesto un’autonomia produttiva di 1 ora alla massima velocità, per consentire all’addetto di poter distribuire le cassette contenenti gli anelli ai vari centri di montaggio presenti nello stabilimento senza che la macchina si possa fermare. Per tale ragione, il sistema è dotato di due nastri trasportatori che caricano e scaricano automaticamente le cassette in modo da garantire quanto richiesto.

Lo SCARA movimenta gli anelli con dinamiche piuttosto spinte
Parlando di autonomia, non bisogna mancare di dire che la produttività prevista da capitolato è di 20 pezzi/min, cosa che comporta delle dinamiche di movimentazione piuttosto spinte. Ciò ha suggerito l’integrazione di due robot SCARA Denso, ritenuti i più adatti a questo tipo di applicazione, poiché gli anelli devono essere manipolati avendo sempre l’asse verticale. Il sistema di presa sviluppato ha permesso, con un’opportuna programmazione del ciclo del robot, di ingrassare l’anello senza doverlo rilasciare su una postazione dedicata. Questo avrebbe aumentato il tempo ciclo con conseguente riduzione della produttività.
“Anche in questo caso abbiamo lavorato con K.L.AI.N. robotics per l’integrazione degli SCARA con cui, per altro, avevamo già collaborato in passato per una precedente applicazione di dosaggio di sigillante su casse di riduttori” afferma ancora l’ingegner Aldrovandi che possa prosegue: “I robot Denso sono di comprovata affidabilità e l’assistenza tecnica di K.L.AI.N. è sempre veloce, cosa per noi importantissima visti i ristretti tempi di sviluppo che ormai, sempre più spesso, caratterizzano il nostro lavoro. Perché cambiare quindi?”

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