Concretamente all’avanguardia

Il 2018 è un anno importante per Automac, che celebra il 25mo anniversario dalla fondazione e lo fa continuando a cercare ogni giorno soluzioni innovative per realizzare linee di assemblaggio dall’anima sempre più meccatronica. Un esempio? L’impianto per l’assemblaggio e il collaudo di un nuovo modello di valvola a sfera avvitabile in plastica che garantisce una cadenza produttiva di 350 pezzi/ora.

di Fabrizio Dalle Nogare

Sarà anche inflazionata e, forse, retorica, ma l’immagine dell’azienda che nasce in un seminterrato grazie soltanto a passione e voglia di mettersi in gioco rimane poetica. Proprio così, nel 1993, ebbe inizio la storia di Automac, che da costruttore di macchine per assemblaggio di ferramenta per mobili è oggi una delle eccellenze nel settore dell’automazione/assemblaggio e meccatronica. “Abbiamo iniziato progettando le nostre macchine su un tavolo da disegno, mentre oggi disponiamo di avanzati strumenti di progettazione 3D”, ci racconta Franco Perico, da sempre alla guida dell’azienda, che abbiamo incontrato nella sede di Bottanuco (BG). “Questo fa capire quanto il settore sia stato attraversato da veri e propri stravolgimenti negli ultimi 25 anni, a partire dalla tecnologia applicata alle macchine, un tempo pensate per un singolo prodotto, prevalentemente meccaniche, difficili da manutenere, riconvertire, mettere a punto. Oggi, invece, con l’avvento della meccatronica, il nostro lavoro si è forse complicato, ma rendiamo al tempo stesso più semplice la vita ai nostri clienti, che hanno a disposizione macchine riconvertibili, flessibili e pensate per processare più prodotti. Negli impianti di automazione e assemblaggio, a mio parere, si condensa l’essenza di Industria 4.0, e non mi riferisco solo alla tracciabilità della produzione”.

Al servizio del territorio e delle persone
Ingegno, innovazione e flessibilità sono le tre parole chiave che meglio descrivono il percorso fin qui compiuto da Automac. Un percorso che ha portato l’azienda a un fatturato di oltre 3,3 milioni di euro nel 2016, in crescita continua dagli anni della crisi. E se l’automotive (è di lunga data la collaborazione con un marchio di eccellenza globale come Brembo) è stato il settore che, secondo Perico, ha permesso ad Automac di raggiungere degli standard produttivi da applicare anche in altri settori, sono molti i comparti per cui, negli anni, sono stati realizzati sistemi di assemblaggio: dalle serrature alle maniglie per porte e infissi al settore elettrico, dei veicoli industriali e delle valvole e componenti in plastica, come vedremo in seguito.
“Alla base di tutto – aggiunge Perico – c’è sempre stato il lavoro di squadra, unito alla fiducia che ci lega a collaboratori e fornitori, insieme alla capacità di rimanere noi stessi nel nostro comune sentire più profondo e di metterci al servizio del territorio e delle persone”.

Una macchina automatica per assemblare 350 valvole l’ora
Da buoni bergamaschi – si potrebbe dire – la concretezza rimane comunque la cifra stilistica di Automac, a maggior ragione in un momento di ripresa del mercato. L’azienda bergamasca ha di recente sviluppato una linea automatica speciale per l’assemblaggio e il collaudo di una valvola a sfera avvitabile in plastica. L’impianto ha una cadenza produttiva di 350 pezzi l’ora.
“La macchina automatica, progettata e realizzata per un cliente che aveva bisogno di assemblare un nuovo modello di valvola, è pensata in modo da ottimizzare la produzione e abbassare il più possibile il tempo ciclo – spiega Perico -, a partire dal sistema robotizzato che esegue il carico del corpo valvola, del corpo superiore e del gruppo albero-leva”.
Ancor prima del trasferimento sulla linea, sia il corpo valvola che il corpo superiore vengono sottoposti alla tranciatura della parte interna. Due autodistributori circolari alimentano sia le guarnizioni da inserire all’interno del componente – che vengono anche lubrificate – sia le sfere da inserire all’interno del corpo valvola dopo essere state correttamente orientate.
Il corpo valvola e il corpo superiore vengono quindi saldati tramite saldatura a ultrasuoni e riposizionati sulla linea. Il pulviscolo derivante da quest’ultima operazione viene eliminato tramite un processo di soffiatura.

Le ultime fasi del processo di assemblaggio
A questo punto è prevista una doppia stazione automatica per l’esecuzione del controllo di tenuta, fondamentale per il prodotto in questione. Quindi avviene l’inserimento del gruppo albero-leva nel corpo valvola con l’ausilio di un manipolatore pneumatico. Un’altra stazione automatica si occupa dell’avvitatura dei tappi, alimentati e orientati mediante un autodistributore circolare, sul corpo valvola. Sul corpo viene anche inserito un pin per il bloccaggio della valvola in posizione di chiusura. Prima dello scarico definitivo è prevista una postazione automatica dove inserire la guarnizione inferiore nel corpo valvola. L’ultimo passaggio è la marcatura della leva, affidata a un sistema laser per la marcatura del codice prodotto e dei dati di tracciabilità.

Il futuro passa dalla formazione
“Ogni macchina presenta soluzioni tecnologiche all’avanguardia: uno stimolo continuo per i progettisti”, prosegue Perico. “Anche così si costruiscono i rapporti di fiducia con i clienti, che apprezzano chi è in grado di proporre know-how. Da sempre credo che all’interno di un’azienda, e specialmente in un comparto in continua evoluzione come il nostro, contino soprattutto le competenze”. Guardando al futuro, quindi, e in coerenza con la strada tracciata da AIdAM, passa da un rapporto più stretto e proficuo con le istituzioni scolastiche lo sviluppo delle competenze delle nuove leve. “Crediamo molto negli stage e nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, che permettono di ridurre il gap tra la preparazione scolastica e la vita in azienda, intesa non soltanto dal punto di vista della preparazione tecnica, ma anche come entrare a far parte di un gruppo di lavoro. Pure gli imprenditori devono fare la loro parte e impegnarsi attivamente per mettere i più giovani nelle migliori condizioni per imparare un mestiere non certo semplice ma affascinante, creando entusiasmo per il proprio lavoro”.
Saranno anche passati 25 anni, ma la passione è rimasta invariata e le idee, invece, sempre nuove e proiettate al futuro.

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