Essere sempre un’idea avanti

Partita 70 anni fa dal classico garage, e da “una bicicletta per le consegne”, la storia di Dalmar parla oggi di un’azienda strutturata e dal know-how consolidato, attiva nella distribuzione di una gamma variegata di prodotti per l’industria. In occasione di un anniversario così significativo siamo andati a visitare l’azienda nel quartier generale di Segrate e con il Managing Director Roberto Scuratti abbiamo parlato di strategia, innovazione, logistica, servizio e molto altro.

di Fabrizio Dalle Nogare

Capita, a volte, che le storie (imprenditoriali) più durature e significative siano generate da un’intuizione, in modo quasi casuale. Il classico fiocco di neve, insomma, in grado di generare una valanga. Così è stato, esattamente 70 anni fa, per Dalmar, fondata dal Professor Giuseppe Genovesi che intuì il potenziale delle allora rivoluzionarie trasmissioni oleodinamiche e decise di scommettervi. Iniziando – come recita oggi il sito aziendale – “da una piccola sede a Milano, due collaboratori e una bicicletta per le consegne” per commercializzare tubi industriali e raccorderia oleodinamica.
Per capire cosa è diventata, 70 anni dopo, Dalmar, basta leggere il box a pagina 86. Noi, invece, siamo andati a trovare, a Segrate, colui che nel 2011 è stato chiamato a gestire l’azienda, il Managing Director Roberto Scuratti. “Con l’obiettivo di proporre al mercato italiano prodotti tecnologicamente avanzati – ci racconta – sin dalla nascita Dalmar ha cercato di stringere partnership durature con importanti costruttori nel mondo. Non a caso, alcune delle nostre principali collaborazioni durano da oltre 60 anni, andando ben oltre sia le generazioni, sia i manager che si sono succeduti”.

Come si è intervenuti, nel corso del tempo, per adattare sia la struttura che la strategia dell’azienda alla necessità di gestire un portafoglio prodotti così ampio ed eterogeneo?
Le cinque business unit in cui oggi è suddivisa Dalmar presuppongono modelli di business molto differenti.
Per far fronte a tale complessità ed eterogeneità abbiamo adottato un modello organizzativo in grado di far coesistere la verticalizzazione delle BU (con risorse dedicate per progetti specifici, formazione continua del personale, capacità di essere laboratorio continuo di idee e quindi di affrontare ogni nuova opportunità) con la standardizzazione e automazione dei processi operativi volti al perseguimento della massima efficienza.
Il fatto, poi, di essere un’azienda familiare con un nucleo molto presente nella gestione e la capacità – come ci piace dire – di avere sempre un’idea in più di quante riusciamo a realizzarne, ci ha dato un’ottica di lungo periodo che, credo, sia stata la vera forza di quest’azienda. In più, per essere ancora più dinamici e flessibili, abbiamo molto ringiovanito il nostro staff dirigenziale e puntato forte sulla formazione, non solo tecnica ma anche in fatto di soft skill.

Quale ruolo deve avere sul mercato, oggi, un distributore? E qual è la portata dell’innovazione tecnologica per un’azienda come la vostra?
L’innovazione tecnologica, per noi, riguarda principalmente il processo di gestione ordini, la logistica e la gestione del magazzino. Non a caso stiamo lavorando per migliorare e affinare ulteriormente il nostro servizio, dando maggior valore aggiunto alla nostra azione e cercando sempre di ascoltare le esigenze dei clienti o addirittura di anticiparle.
A una realtà come Dalmar, la commercializzazione del prodotto fine a se stessa non può che stare stretta. Cito un esempio chiarificatore. Noi siamo in grado di gestire il cosiddetto “kanban con refilling” in linea di produzione presso i nostri clienti. Nel dettaglio, analizziamo i loro consumi e i flussi logistici dei componenti, determiniamo tramite modelli algoritmici tutti i parametri gestionali (quantità per imballo, numero di imballi, frequenza di refilling, scorta di sicurezza, ecc.) e poi ci occupiamo anche fisicamente della consegna/stoccaggio direttamente in linea presso i loro siti produttivi. Il tutto attraverso un software, condiviso col cliente, che permette una continua visibilità della situazione e persino del valore del materiale in transito e in stock.

Non limitarsi, insomma, a proporre il componente ma avere un approccio consulenziale e di supporto per la realizzazione di un sistema più complesso, quindi…
Esatto. Cito un altro esempio, riferito alla nostra BU Utensili. Oltre a vendere il sistema – pneumatico, elettrico o elettronico – di avvitatura, oggi possiamo proporre un sistema integrato, quindi una soluzione che comprenda, per esempio, l’intero banco di lavoro, in cui sono presenti, oltre agli utensili, strumenti dedicati al miglioramento della qualità, dell’ergonomia e dell’efficienza del processo produttivo: bracci di supporto (dotati di sensori di posizione che garantiscono la corretta sequenza delle varie fasi), centraline di programmazione e gestione dei dati con interfaccia al PLC del cliente, eventuali socket tray (magazzini bussole) e sensori poka yoke.

Parlando di sistemi di avvitatura, che rilevanza hanno nel portfolio e nell’attività della vostra azienda? E come sono cambiate, nel tempo, le esigenze di integratori e utilizzatori di questi prodotti?
La BU Utensili e Strumenti di misura è in continua evoluzione tecnologica, in grado di fornire sistemi di avvitatura in campo industriale ad alto tasso innovativo: i vincoli normativi in termini di sicurezza ed ergonomia sono sempre più stringenti e le aziende, più attente a questi temi, hanno a loro disposizione più opzioni nella scelta del sistema. Quella degli utensili è la BU in cui l’esperienza pluriennale e la professionalità del personale tecnico, da un lato, e la formazione continua, dall’altro, ci permettono di essere competitivi con aziende importanti e spesso più strutturate di noi.

Anche nel campo dell’avvitatura si sta vivendo oggi una fase di cambiamento: penso alla sempre maggiore digitalizzazione dei processi produttivi, grazie a Industria 4.0, ma anche all’utilizzo di sistemi ad azionamento elettronico. Come agisce Dalmar a questo proposito?
Ci proponiamo di far percepire il valore aggiunto che la soluzione elettronica può, in certe applicazioni, assicurare rispetto a quelle pneumatiche ed elettriche, che comunque sono spesso ancora idonee e vincenti. Per quanto ci riguarda, il trend di vendita dei sistemi elettronici è in forte ascesa mentre rimane sostanzialmente stabile per quelli ad azionamento pneumatico. Abbiamo, comunque, un’attività commerciale differenziata per i prodotti che richiedono un approccio più consulenziale da parte del nostro staff, con l’utilizzo di demo kit da mettere a disposizione dei clienti perché possano testarli. Avere, per quanto riguarda i sistemi di avvitatura, una gamma completa e affidabile fa sì che possiamo rivolgerci a diverse tipologie di clienti, che vanno dai costruttori di linee di montaggio agli OEM in molteplici settori e operanti con diverse logiche produttive: produzione industriale in grande e piccola serie, assemblaggio su isole, impiantistica e infrastrutture.

Tornando alla logistica e alla gestione del magazzino, quali sono i prossimi passi previsti per ottimizzare ulteriormente il flusso e introdurre innovazione?
Stiamo implementando un sistema di e-commerce rivolto ad alcuni clienti selezionati e profilati che potranno ordinare i prodotti online sulla base della disponibilità nel nostro magazzino. Abbiamo lanciato alcuni progetti, anche in collaborazione con il Politecnico di Milano, con l’obiettivo di rivedere le logiche attuali di schedulazione e di assegnazione dei materiali tramite l’adozione di sistemi più evoluti.
I clienti non vedranno direttamente tutto questo ma, ce lo auguriamo, beneficeranno degli effetti che tali innovazioni potranno generare. Ricorrendo a una metafora, stiamo perfezionando il motore che permetterà alla nostra automobile di raggiungere prestazioni ancora superiori.

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