Le innovazioni collaborative cominciano per “e”
Tutto quello che c’è da sapere sulla nuova e-Series di Universal Robots – presentata ad Automatica e introdotta in Italia in occasione di BI-MU – che ritocca ulteriormente le caratteristiche dei cobot UR3, UR5 e UR10 in termini di hardware, software e funzionalità di sicurezza, rendendoli ancora più adatti a lavorazioni che richiedono precisione e sensibilità.
di Fabrizio Garnero e Fabrizio Dalle Nogare
Non sempre le novità più significative si apprezzano a un primo sguardo. Talvolta c’è bisogno di rivolgere l’attenzione a ciò che si cela dietro l’apparenza. Infatti, se la gamma di modelli – da 3, 5 e 10 kg di payload – non cambia, i cobot Universal Robots si arricchiscono di ulteriori elementi distintivi, con l’effetto di massimizzare caratteristiche come flessibilità, versatilità, facilità d’uso e integrabilità nelle macchine e nelle linee esistenti.
“Con la nuova e-Series, Universal Robots alza l’asticella, ridefinendo lo stato dell’arte nel mondo dei cobot”, spiega Alessio Cocchi, Sales Development Manager di UR Italia, con cui abbiamo parlato ad Automatica 2018. “Le aree di ulteriore miglioramento riguardano sia i componenti hardware che il software, reso ancora più semplice in termini di HMI attraverso l’ottimizzazione della grafica. È anche stato riprogettato il teach pendant ed è stato semplificato il software di programmazione e controllo del robot, rendendone più agevole l’implementazione”.
Easy Empowerment for Everyone
Dietro la “e” di e-Series si cela la visione di Universal Robots, ben rappresentata dal pay-off Easy Empowerment for Everyone. “Oltre a essere un’evoluzione del prodotto precedente – con cui la nuova serie può tranquillamente convivere – si rafforzano concetti come la facilità d’uso dei nostri cobot e il fatto che siano prodotti pensati non solo per essere alla portata di tutti gli operatori che lavorano a bordo macchina, ma anche per dare un aiuto e supportare gli operatori stessi, favorendo il loro empowerment, appunto”, aggiunge Cocchi.
In tema di facilità d’uso, occorre meno di un’ora per estrarre il cobot e-Series dalla scatola, montarlo e programmare il primo compito. L’integrazione nelle linee di produzione è ulteriormente accorciata grazie alla presenza di un’interfaccia di comunicazione presente sul polso del robot. Sempre sul polso del robot è stato montato un sensore forza/coppia, nativamente integrato sul sesto asse, che conferisce alla e-Series ancora più precisione e sensibilità nelle fasi di lavoro.
Dalle 17 funzioni di sicurezza integrate alla manutenzione semplificata
Gli interventi migliorativi riguardano anche la dotazione di sicurezza: sono state integrate altre 2 funzioni safety native, ovvero la possibilità di personalizzare tempo e distanza di arresto, portando così a 17 le funzioni di sicurezza integrate nel cobot, per la collaborazione uomo-robot in assenza di barriere protettive. Inoltre, sono state rese più semplici e veloci le operazioni di manutenzione, consentendo la sostituzione di uno qualunque dei giunti del cobot in un lasso di tempo compreso fra i 2 e i 6 minuti. “Le caratteristiche della e-Series di Universal Robots ampliano lo spettro di possibili applicazioni dei cobot”, prosegue il Sales Development Manager di UR Italia. “Soprattutto, fanno della nuova serie un’opzione in più sia per i clienti attuali che per nuovi potenziali clienti interessati ad automatizzare applicazioni – anche in un settore importante come l’assemblaggio – che richiedono un alto livello di destrezza, precisione e sensibilità. In più, la piattaforma e-Series si integra perfettamente con l’ecosistema di accessori altamente innovativi UR+ (vedi box nella pagina accanto, ndr): dai tool ai sistemi di visione, fino ai componenti IoT e altro ancora”.
Un potenziale da cogliere in pieno
Una proposta, quella di Universal Robots, che si adatta particolarmente alle caratteristiche del tessuto produttivo italiano, non soltanto per la presenza di un gran numero di PMI, ma anche e soprattutto per la forte specializzazione di molte di queste in produzioni di livello tecnico elevato. “In questi ultimi anni, le aziende italiane hanno sicuramente acquisito consapevolezza e sono più consce delle opportunità derivanti dalle nuove forme di robotica”, riflette Alessio Cocchi. “C’è ancora tanto da fare, però, per riuscire a cogliere in pieno le potenzialità della robotica collaborativa. I cobot, che hanno caratteristiche molto diverse rispetto ai robot industriali tradizionali, devono essere visti come veri e propri abilitatori in termini di flessibilità. L’approccio a questa tecnologia deve essere accompagnato da un cambio di mentalità a 360 gradi, per cui la gestione e la programmazione di un cobot, proprio come accade per altri tool, deve essere alla portata di tutti”.