Verso una mentalità 4.0
Durante un convegno in partnership con Federtec e G.I.S.I., Bureau Veritas ha illustrato i propri strumenti per supportare le imprese verso Industria 4.0, perché non è solo una questione fiscale: serve una nuova mentalità per cambiare la struttura aziendale
di Silvia Crespi
In partnership con Federtec e G.I.S.I., lo scorso maggio Bureau Veritas Italia (organismo internazionale che offre servizi di ispezione, verifica di conformità e certificazione) ha organizzato a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, un convegno dedicato alla digitalizzazione 4.0, illustrando gli strumenti che l’Ente Certificatore può offrire alle aziende nel loro percorso verso l’Industria 4.0. All’evento hanno partecipato in qualità di relatori esponenti di Bureau Veritas Italia, partner esterni e personalità del mondo accademico.
Sia che si parli di Industria 4.0, Impresa 4.0, digitalizzazione 4.0 o più semplicemente 4.0, si tratta di una sfida che le imprese italiane non possono perdere se intendono restare competitive.
Un corretto mix fra tecnologie, organizzazione e competenze 4.0
Le aziende italiane si stanno muovendo efficacemente e, soprattutto, correttamente lungo il percorso verso la digitalizzazione? Secondo i relatori del convegno, non è sempre così. Gli investimenti tecnologici per trasformare i processi produttivi e renderli sempre più innovativi non sono tutto: fondamentale è acquisire una nuova mentalità per cambiare radicalmente la propria struttura aziendale.
Del concetto di maturità digitale, e del corretto mix tra tecnologie abilitanti, organizzazione e competenze 4.0, ha parlato Andrea Donato, Innovation Manager 4.0 di Bureau Veritas Italia: “Quello della digitalizzazione 4.0 è un tema molto complesso, ed è auspicabile arrivare a una semplificazione; in caso contrario spesso diventa difficile, per le aziende, trovare soluzioni concrete. Spesso si sovrappongono più livelli, il che genera una certa confusione. Cosa devo fare concretamente e con quali strumenti? Quali sono i rischi a cui vado incontro e quali i benefici che potrei ottenere? Queste sono le domande, semplici e chiare, che si pongono le aziende”.
Il rinnovamento deve partire dalla governance aziendale
Donato ritiene opportuno fare qualche considerazione anche sul concetto stesso di rivoluzione industriale. È davvero in corso? O è stata solamente annunciata e pianificata a tavolino? “Quel che è certo è che a tutt’oggi non ha prodotto i risultati sperati in termini di rinnovamento delle imprese e, soprattutto, non ha inciso sulla mentalità e sui comportamenti”. In Italia, secondo Donato, siamo ancora in un periodo di transizione; le aziende tendono a restare in uno stato di “comfort tecnologico”, e il gap tra le imprese che continuano a competere solo sul versante dei costi e quelle che puntano all’innovazione aumenta sempre più. Gli investimenti avranno una valenza strategica solo se non riguarderanno l’intera organizzazione aziendale. Il processo di rinnovamento dovrà partire dall’alto, dalla governance aziendale. È essenziale che il manager gestionale (commerciale, economico, finanziario) e l’ingegnere lavorino in sinergia, affrontando i passi necessari al cambiamento con la stessa vision.
Fare un check delle principali aree investite dal cambiamento
Se ci sono dubbi sui benefici ottenuti con l’applicazione delle tecnologie digitali, i risultati delle aziende che le hanno adottate parlano chiaro: risparmio stimato dal 10 al 20% sui costi di produzione; riduzione del 30-40% delle spese logistiche; recupero del 20-40% in altri ambiti della gestione (qualità, manutenzione, fermi impianto, logistica, assistenza tecnica e via dicendo).
Una volta comprese le potenzialità dell’innovazione, occorre impostare il progetto di trasformazione digitale. A questo scopo bisogna effettuare un check delle principali aree investite dal cambiamento. Bureau Veritas ha sviluppato una propria metodologia, che si sviluppa lungo diverse fasi nelle aree tecnologia, organizzazione, operation e supervisione. Si parte dall’analisi dei pre-requisiti, seguita dall’analisi organizzativa, per arrivare all’analisi dei requisiti digitali.
L’IoT nella progettazione e gestione degli impianti industriali
Come già accennato, all’evento era presente anche il mondo accademico: Guido Jacopo Luca Micheli, Professore al Politecnico di Milano, ha illustrato con il supporto di Guido Sala, Esperto di Innovazione di Processo di Bureau Veritas Italia, l’apporto delle tecnologie IoT nella progettazione e gestione degli impianti industriali. La IoT risponde, con strumenti adeguati, a questi interrogativi: sono sufficientemente connesso? Sono sufficientemente protetto, sto generando efficienza? Sto innovando?
Perché il progetto di IoT abbia successo, però, è fondamentale identificare chiaramente gli obiettivi, gli elementi di valore e gli strumenti. Non esistono soluzioni ready-made, ma il progetto deve essere studiato individualmente.
Big Data e Machine Learning
Simone Masi e Andrea Barbieri di Plan Soft, società partner di Bureau Veritas, hanno affrontato il problema dell’analisi delle grandi quantità di dati generati dalle tecnologie digitali, e degli strumenti per utilizzarli in modo proficuo. Secondo la definizione di Gartner, il termine “Big Data” indica genericamente una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere nuovi metodi di elaborazione per consentire il decision making, valutazioni approfondite e l’ottimizzazione del processo. Anche in questo caso un cambio di paradigma è fondamentale per andare oltre l’approccio tradizionale. Il Machine Learning offre una soluzione. La nuova frontiera sarà il deep learning, ovvero tecniche che rendono possibile l’elaborazione di reti neuronali multi-strato.
Incentivi fiscali: cosa è cambiato?
Valentina Mussi e Alessandro Ferrari, rispettivamente Industry 4.0 Development Specialist e Industry 4.0 Product Manager, hanno parlato di incentivi fiscali spiegando cosa è cambiato a partire da quest’anno per quanto riguarda iperammortamento, credito d’imposta e così via. Bureau Veritas aiuta le aziende a capire quali sono gli obiettivi strategici e quindi le aree su cui concentrare gli investimenti.
E lo fa previa valutazione delle tecnologie in possesso dell’azienda (grado di adeguatezza sistemi ICT, hardware, software e via dicendo), dello stato di operation (capacità di gestione ed esecuzione dei processi), dell’organizzazione (struttura organizzativa) e della supervisione (monitoraggio e controllo dei processi). L’iter di attestazione della conformità parte con l’audit preliminare, ovvero la comprensione delle esigenze del cliente fino all’attestato di conformità. Sono invece ammissibili al credito d’imposta tutte le attività di formazione connesse al 4.0.