Situazione e prospettive del mercato SAILP
Le aziende segnano una crescita moderatamente migliore rispetto alla congiuntura generale, e trova conferma la stabilità patrimoniale: è quanto emerge dall’edizione 2020 dell’Osservatorio sull’Andamento del Mercato Nazionale relativo al settore SAILP
Grazie alla partnership tra G.I.S.I., IRCrES-CNR e Cogent, è stata recentemente pubblicata l’edizione 2020 dell’Osservatorio sull’Andamento del Mercato Nazionale relativo al settore SAILP (Automazione e Strumentazione Industriale, di Processo, di Laboratorio e delle Infrastrutture Industriali e di Pubblica Utilità). Il rapporto di ricerca esamina un settore ad alto contenuto strategico per la nostra economia, perché il comparto mostra un elevato livello di innovazione che favorisce l’aumento di efficienza e di produttività in tutto il sistema.
Gli effetti della pandemia
Mentre la ricerca era in corso, lo scoppio della pandemia Covid-19 ha richiesto drastiche misure di lockdown, che hanno di fatto interrotto per due mesi le attività produttive innescando una severa crisi economica. L’allentamento di crescita dei contagi ha consentito la graduale ripresa produttiva anche se con importanti limitazioni. I governi di tutto il mondo stanno cercando di arginare questa contingenza negativa con massicci interventi finanziari e di sostegno all’occupazione, ma la situazione ha messo in crisi le aziende meno solide finanziariamente, e sono parecchie quelle che hanno messo in dubbio la loro riapertura. Il “sentiment” degli imprenditori e del management non è uniforme. Per alcuni, l’impatto del Covid-19 sarà di modesta entità, almeno nel breve-medio periodo; per la maggior parte degli intervistati, invece, le imprese dovranno adattarsi a nuovi scenari e a nuovi modelli organizzativi e gestionali. Per mantenere l’operatività molte aziende hanno già modificato la propria organizzazione, con nuove forme di telelavoro che in molti casi potrebbe diventare strutturale. La tecnologia è stata di grande aiuto e le imprese del settore SAILP, da tempo votate allo sviluppo dell’automazione, vedono un futuro meno pessimistico rispetto ad altri settori. In questo ambito sono stati raccolti i bilanci per il periodo 2016-2018 di 260 società di capitale con fatturato inferiore ai 50 milioni di euro. La survey è stata completata con il rilevamento dei dati di vendita del primo quadrimestre 2020 e di una previsione a fine anno, per fornire una visione la più realistica possibile delle singole famiglie di apparecchiature vendute in Italia, e poter valutare per ciascuna le dimensioni del mercato nazionale in termini economici (fatturato), i canali di vendita e i mercati di sbocco principali.
Il primo quadrimestre del 2020
Alle aziende intervistate è stato chiesto anche di fornire una prima valutazione sull’andamento dell’ordinato nel primo quadrimestre del 2020. Le indicazioni emerse appaiono sostanzialmente in linea con i dati e le previsioni a livello macroeconomico. Dai dati raccolti, per i mesi di gennaio e febbraio era stimata una stabilità/leggera crescita del mercato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il mese di marzo, con l’inizio del lockdown, registra un complessivo calo degli ordini stimabile intorno al 5-10%. La diminuzione dell’ordinato, sulla base di quanto riferiscono le aziende intervistate, è stato ancora più accentuato nel mese di aprile, nel quale si registrano punte negative del 30-40%. Nel mese di maggio, con la graduale riapertura delle attività produttive, si rileva un rallentamento del trend negativo, con un calo previsto intorno al 15%.
Passando a una stima previsionale sull’intero anno 2020, la maggior parte delle aziende intervistate prevede un calo complessivo dell’ordinato stimabile intorno al 5-10%.
Il contesto macro economico
Le indicazioni emerse nella survey devono essere interpretate alla luce del contesto macro economico in cui operano le imprese. In particolare, la pandemia Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento hanno comportato forti contrazioni nell’attività produttiva in tutti i Paesi. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, il PIL mondiale calerà nel 2020 del 4,9%, uno scenario decisamente peggiore rispetto alla crisi del 2008 che registrò una contrazione del PIL mondiale dello 0,1%. All’interno dell’area euro, il PIL calerà nel 2020 del 10,2% per poi salire del 6,0% nel 2021. Per il primo trimestre 2020 l’ISTAT stima una flessione del PIL del 5,3%, un calo che non si registrava dal primo trimestre del 1995. Tutti i principali aggregati della domanda interna sono risultati in diminuzione, con un calo del 5,1% dei consumi finali e dell’8,1% degli investimenti fissi lordi. Sempre secondo l’ISTAT, anche nel mese di aprile si sono registrate forti flessioni in quasi tutti i comparti. Il calo è stato meno accentuato per l’energia (-14%), mentre è risultato molto forte per i beni strumentali (-51,5%), i beni intermedi (-46%) e quelli di consumo (-39,8%).
Previsioni: i due scenari ipotizzati
Tutti i principali settori hanno registrato un trend negativo. I cali più accentuati riguardano l’industria tessile e dell’abbigliamento (-80,5%), la fabbricazione dei mezzi di trasporto (-74%) e le materie plastiche (-56,3%). L’unico comparto in leggera crescita è quello farmaceutico (+2%), mentre si è mantenuto sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%). Per quanto riguarda i prossimi mesi, in base alle proiezioni elaborate dalla Banca d’Italia, si possono ipotizzare due scenari. Il primo prevede una contrazione del PIL in Italia del 9,2%, seguita da una graduale ripresa nel prossimo biennio (4,8% nel 2021 e 2,5% nel 2022). Nel secondo scenario, più pessimistico, le previsioni considerano gli sviluppi che potrebbero manifestarsi a seguito del protrarsi dell’epidemia o della necessità di contrastare nuovi focolai, ma anche di cali più consistenti nel commercio mondiale e di un ulteriore deterioramento delle condizioni finanziarie. In questo scenario il PIL del 2020 calerebbe del 13,1% per poi risalire nel 2021 (+3,5%) e nel 2022 (+2,7%).
Conclusione
Nel periodo considerato l’andamento delle imprese SAILP mostra una crescita moderatamente migliore rispetto alla congiuntura generale, grazie anche a una buona dinamica degli investimenti innovativi, favorita dalla robusta struttura finanziaria che permette di sfruttare le opportunità offerte dalla crescita della domanda. Lo studio conferma la stabilità patrimoniale delle imprese nel loro insieme.