Torna a crescere l’economia italiana
Le previsioni lo confermano: il mercato punta alla ripresa. In attesa dei primi effetti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), vediamo qual è la situazione economica sia a livello mondiale, sia per i principali settori industriali italiani
Come riporta Federmeccanica (“Congiuntura Metalmeccanica – 159° Indagine Congiunturale”, settembre 2021), i segnali di ripresa dell’economia mondiale osservati nei primi mesi del 2021, favoriti dalle misure di sostegno a famiglie e imprese, si stanno ora consolidando. Le previsioni sono all’insegna di una crescita robusta sia per l’anno in corso, sia per il 2022. Il contesto è però ancora contrassegnato dall’incertezza legata anche agli effetti sulle attività produttive dei crescenti costi delle materie prime, e della loro scarsa disponibilità sul mercato.
La situazione internazionale
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel World Economic Outlook pubblicato a luglio, ha confermato per il 2021 le precedenti stime di crescita dell’economia globale (+6,0% dopo il -3,2% del 2020) e ha rivisto al rialzo quelle per il 2022 (+4,9% rispetto al +4,4% di aprile). Per il commercio mondiale nell’anno in corso è attesa un’ulteriore espansione del 9,7% rispetto alle precedenti previsioni di aprile (+8,4%).
Nell’analisi del quadro economico internazionale, il FMI ha evidenziato come la ripresa dell’economia globale sia caratterizzata da una riduzione del divario fra i tassi di crescita dei Paesi avanzati (+5,6% nel 2021) e quelli delle economie emergenti e delle nazioni in via di sviluppo (+6,3% nel 2021). Al rimbalzo dei Paesi avanzati contribuisce in particolare l’economia statunitense, che nel 2021 dovrebbe accelerare al 7% (+0,6% rispetto alle precedenti stime), mentre la correzione al ribasso delle economie emergenti e degli Stati in via di sviluppo è legato soprattutto alla maggior diffusione del virus in Asia. Il FMI, infatti, ha ridimensionato le stime del PIL della Cina (0,3% in meno di aprile) e soprattutto quelle dell’India (la revisione al ribasso è stata del 3%).
Per quanto riguarda l’Europa, le prospettive di crescita sono per una ripresa più rapida di quanto previsto in precedenza. La Commissione europea, infatti, ha migliorato rispetto alla scorsa primavera le stime sia per l’Ue sia per l’Eurozona che segneranno, entrambe, un +4,8% nel 2021. La Germania dovrebbe chiudere l’anno con un tasso di crescita del PIL, pari a +3,6%, risultato inferiore a quanto previsto per la Francia (+6,0%) e per la Spagna (+6,2%).
Italia: si attende una robusta ripresa
Con riferimento all’Italia, i principali istituti internazionali concordano sulla robusta ripresa economica del nostro Paese con un tasso di crescita intorno al 5%, ma bisogna ricordare che la caduta del 2020 (-8,9%) è stata più ampia rispetto alle altre nazioni.
Recenti dati Istat indicano che nel secondo trimestre del 2021 il PIL italiano ha segnato un aumento congiunturale pari al 2,7% rispetto al trimestre precedente, più accentuato di quello registrato da Francia e Germania, e la variazione complessiva raggiunta nel 2021 è +4,7%. L’accelerazione osservata è stata determinata soprattutto dall’espansione della domanda interna grazie all’incremento dei consumi (+3,4%) e al buon andamento degli investimenti fissi lordi (+2,4%).
In luglio è proseguita la fase di recupero della produzione industriale e l’indice misurato al netto delle costruzioni si è attestato sui livelli pre-crisi, segnando un ulteriore rialzo congiunturale (+0,8%).
Un ulteriore impulso alla ripresa economica del Paese potrebbe derivare dall’avvio dei progetti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), occasione imperdibile per fornire una risposta alle principali sfide che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni.
Verso un’economia più verde e digitalizzata
Nel nostro Paese, tutti i principali settori di attività registrano incrementi su base mensile, mentre spicca la performance osservata in particolare per i beni strumentali. In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario registra forti incrementi per quasi tutti i settori, dovuti ai livelli produttivi particolarmente bassi dell’aprile dello scorso anno, periodo in cui si sono registrate le maggiori restrizioni all’attività produttiva per il contenimento dell’epidemia di Covid-19.
L’ultimo Studio economico dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sull’Italia evidenzia che il sostegno del governo alle famiglie e alle imprese dovrebbe continuare fino a quando la ripresa non si sarà ampiamente consolidata, e dovrebbe divenire sempre più mirato col rafforzarsi dell’economia. Lo Studio afferma altresì che il sostegno fiscale è riuscito a mitigare in maniera efficace le perdite in termini di posti di lavoro, e a preservare la capacità produttiva. L’aumento della spesa pubblica, anche a titolo dei fondi di Next Generation EU, sosterrà maggiori investimenti e sarà accompagnato da un clima di maggiore fiducia e da un aumento della domanda.
Lo Studio afferma poi che il PNRR offre un’occasione unica per creare un’economia più verde, più digitalizzata e più produttiva. Il governo, si legge nello Studio, ha fissato un programma ambizioso che attribuisce giustamente priorità alle riforme, della concorrenza e del settore pubblico, e al rafforzamento dell’efficacia dei sistemi di giustizia civile, allo scopo di affrontare l’incertezza, i ritardi e i costi che attualmente ostacolano gli investimenti. La competitività delle imprese italiane può essere migliorata attraverso investimenti nelle infrastrutture verdi e nella banda larga.
Luci e ombre per l’automazione
Anche per l’automazione industriale manifatturiera e di processo, il 2021 è un anno di luci e ombre. La ripresa attesa si confronta con tensioni sul fronte delle quotazioni e dei tempi di consegna per le principali commodity impiegate nel processo produttivo, insieme a fenomeni di shortage per la componentistica elettronica di base. Segnali decisamente positivi arrivano dal mercato, dove le tecnologie dell’automazione stanno svolgendo un ruolo chiave nel processo di transizione del manifatturiero verso gli obiettivi di innovazione, trasformazione digitale e transizione ambientale.
Una recente indagine di ANIE Automazione stima il ritorno su un sentiero di crescita già nel 2021 (+6% la variazione attesa del fatturato) e un recupero dei livelli pre-Covid nel 2022. Sul fronte internazionale, pur in presenza di una perdurante instabilità nello scenario globale, il comparto recupererà il suo dinamismo sui mercati oltre confine. È da notare che, nel 2020, l’industria italiana dell’automazione industriale manifatturiera e di processo ha registrato un fatturato complessivo di 4,5 miliardi di euro, in calo del 10,3% rispetto al 2019. A fronte di una flessione delle esportazioni del 3% e delle importazioni del 6%, il mercato interno ha evidenziato una contrazione del 10,9%. Per ulteriori informazioni, potete leggere sull’ultimo numero di “Controllo e Misura” l’editoriale a pagina 11 dal titolo “L’automazione industriale torna ai livelli pre-pandemia”.
Lo scenario economico è favorevole
Un’importante fonte per comprendere il trend economico che stiamo vivendo è stato offerto dalla fiera EMO Milano dello scorso ottobre, che ha accolto visitatori da oltre 50 Paesi. Le previsioni 2021 elaborate dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre hanno rivisto al rialzo le stime presentate prima della pausa estiva. Tali previsioni indicano che la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione crescerà del 22% a 6,3 miliardi di euro. Questo risultato è frutto sia dell’ottimo andamento delle consegne dei costruttori italiani, sia dell’export che raggiungerà il valore di 3,4 miliardi, il 19% in più rispetto al dato 2020.
Decisamente vivace è la domanda italiana come dimostra il dato di consumo che dovrebbe attestarsi a 4,6 miliardi di euro, il 28% in più rispetto al 2020. Questo risultato farà da traino sia per le consegne dei costruttori in Italia (che segneranno un incremento del 25% fino a 2,9 miliardi), sia per le importazioni che cresceranno del 33%, attestandosi a 1,7 miliardi. L’outlook è quindi positivo non solo per la chiusura del 2021, ma anche per i primi mesi del 2022.
È risultata in crescita anche la capacità produttiva, il cui indice ha sfiorato l’80%, un dato che risulta superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre 2019.
Alla luce di queste rilevazioni, Ucimu ritiene che il momento economico per il nostro Paese così come per il settore sia decisamente favorevole, anche grazie alla disponibilità degli incentivi governativi previsti per chi acquista nuova tecnologia di produzione, 4.0 e tradizionale. In questo scenario, infine, i dati di interscambio commerciale mostrano un buon posizionamento competitivo dell’offerta italiana nelle tecnologie digitali a supporto dei processi produttivi.