Con Vision Engineering la semplicità è un plus
Design senza oculari, ottima qualità dell’immagine, facilità d’utilizzo: vi presentiamo Mantis 3rd Gen, la nuova generazione di stereo microscopi ottici ergonomici, appena lanciata in Italia da Vision Engineering. Ne abbiamo parlato con Michelangelo Prendin.
C’è un nuovo nato in casa Vision Engineering, produttore di soluzioni per l’ispezione, la metrologia e la visualizzazione digitale 3D. Lo scorso giugno l’azienda ha presentato a Milano in esclusiva per l’Italia la nuova generazione di Mantis, la gamma di stereo microscopi ottici ergonomici brevettata. La storia di Mantis inizia nel 1994 con la prima versione, Mantis Original, uno stereo microscopio senza oculari, progettato per colmare il divario fra lente di ingrandimento da banco e microscopio. Una svolta importante per Vision Engineering a livello di ergonomia e ottica. L’assenza di oculari infatti portò ad avere molti vantaggi in tutte le applicazioni, mentre le ottiche superiori e le immagini reali in 3D offrivano una chiarezza ottimale.
Segue nel 2002 le seconda generazione ottimizzata, e nel 2023 questa nuova versione che incorpora gli ultimi sviluppi della tecnologia ottica con quella digitale, e una nuova illuminazione a LED. Mantis 3rd Gen combina immagini ottiche stereo con una telecamera ad alta risoluzione che consente di acquisire, rivedere e condividere immagini.
Un prodotto più performante
«Con Mantis 3rd Gen vogliamo rispondere alle esigenze del mercato: la seconda generazione, anche se con tecnologie buone ancora oggi, non era più in grado di rispondere ai bisogni dei nostri clienti» afferma Michelangelo Prendin, General Manager in Vision Engineering Italy, che abbiamo intervistato durante l’evento milanese. «Le esigenze nel mondo dell’elettronica, della meccanica e della plastica non sono più quelle di venti anni fa. Così ci siamo adeguati offrendo un prodotto più performante a livello di ottiche, illuminazione, materiale e stativo, cioè il componente meccanico che sorregge la testa del microscopio. L’esigenza di fare evolvere gli stativi era per una questione sia di ergonomia sia di utilizzo, perché sostanzialmente devono adattarsi alle forme del banco di lavoro, al modo di operare del cliente tipico, alla necessità di indossare dispositivi di protezione come mascherine e occhiali, anche da vista». Mantis 3rd Gen è disponibile in tre modelli, ma prima vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche generali.
Immagini di alta qualità
Lo stereo microscopio Mantis offre immagini 3D di alta qualità, ricche di dettagli e contrasto, perfette per ispezioni e rilavorazioni di una vasta gamma di oggetti. «Per rilavorazioni si intendono quelle operazioni in cui l’addetto deve rilavorare un oggetto che è stato prodotto. Esempi tipici sono riparare una scheda elettronica, ridefinire una protesi dentale nell’odontotecnica. Per darvi un’idea, sul 100% delle applicazioni in cui viene utilizzato Mantis, il 60% è controllo qualità, il 40% rilavorazioni» ci ha spiegato Prendin. Per garantire la massima qualità dell’immagine, ogni obiettivo è calibrato per il modello specifico di Mantis, combinando la lente in vetro con i rivestimenti speciali, per offrire una visione ad alta risoluzione e ad alto contrasto. Per le applicazioni più esigenti, è disponibile anche una gamma di obiettivi a lunga distanza di lavoro (SLWD).
L’importanza dell’ergonomia
Come abbiamo visto, l’ergonomia gioca da sempre un ruolo importante negli stereo microscopi ottici Mantis. La tecnologia brevettata senza oculari offre un’immagine di grandi dimensioni e permette all’operatore di posizionarsi verticalmente di fronte al microscopio in modo ergonomico. Rispetto ai tradizionali microscopi, consente di ridurre lo sforzo sulla schiena, sul collo e sulle spalle. Inoltre, grazie all’ampiezza di visualizzazione dell’immagine, l’addetto può muovere la testa, migliorando anche il comfort durante l’ispezione e la rilavorazione. La chiarezza dell’immagine 3D supporta una migliore coordinazioni occhi-
mano, rendendo la rilavorazione del campione più accurata, veloce ed efficiente. La distanza fra Mantis e gli occhi permette l’accesso alla luce ambientale, riducendo l’attività dell’iride durante l’utilizzo. Si possono indossare occhiali correttivi o protettivi per mantenere sempre una qualità di visione ottimale. La distanza tra il sistema e il viso riduce il rischio di contaminazione incrociata e infezioni agli occhi, il che permette la condivisione di Mantis fra più operatori in modo sicuro. Il semplice controllo della distanza inter-pupillare (IPD) assicura che ogni addetto abbia sempre una visione stereo perfetta. Basta ruotare la manopola fino a quando l’immagine binoculare si allinea con gli occhi.
Cinque modalità per illuminare
Per offrire il massimo controllo sul campione, Mantis ha cinque modalità di illuminazione: 3D dinamica, trasmessa, Bianca/UV, EPI e diascopica a contrasto. Si può avere la migliore illuminazione possibile senza ombre per un controllo e una rilavorazione ottimali. «La grande differenza della terza generazione di Mantis sta proprio nella qualità delle ottiche e di illuminazione, che insieme permettono di avere un’immagine migliore rispetto alle versioni precedenti. Per immagine migliore si intende un’immagine più ampia (quindi un campo visivo maggiore), più nitida e luminosa. Sono particolari che fanno la differenza e semplificano l’utilizzo, e permettono all’operatore di vedere quello che non riuscirebbe a vedere con altri sistemi, o con la nostra precedente versione di Mantis» sottolinea Prendin.
Dall’elettronica al manifatturiero
Mantis è perfetto per ogni applicazione che richieda un ingrandimento fino a 15x, in alternativa alle lenti da banco e ai microscopi tradizionali. È progettato per l’uso sia nei luoghi di lavoro che in quelli accademici, ed è ideale per attività non solo di ispezione e rilavorazioni ma anche di assemblaggio, preparazione del campione, dissezioni e altro ancora. Grazie alle sue caratteristiche trova impiego in molteplici settori come elettronica, produzione di dispositivi medicali, meccanica di precisione, laboratorio, aerospaziale, automotive e manifatturiero. Inoltre, potendo scegliere fra tre modelli, IOTA, ERGO e PIXO, si ottiene la funzionalità necessaria per completare le proprie attività con precisione, efficienza e comfort. Ma quali sono le caratteristiche di ogni singolo modello? Ce lo ha spiegato Prendin: «IOTA è il modello entry level, quindi il più semplice e il più piccolo. Si contraddistingue per il montaggio di un obiettivo intercambiabile, pensato per chi utilizza Mantis a quel dato ingrandimento per buona parte dell’applicazione, per poi cambiarlo in base alle condizioni. ERGO e PIXO sono un po’ più versatili perché possono montare tre obiettivi contemporaneamente, da cambiare muovendo la torretta che ruota. Hanno un campo visivo lievemente più ampio, qualche millimetro che però fa la differenza». Fra i tre modelli, PIXO è il top di gamma perché unisce le tecnologie ottiche e digitali, fornendo una perfetta sinergia fra la visione ottica stereo e una telecamera ad alta risoluzione da 5 mega pixel incorporata. Consente di scattare foto di alta qualità comprensive di annotazioni, e di acquisire filmati, migliorando l’efficacia di reportistica e comunicazione.