Novità 2024: il nuovo board
L’assemblea G.I.S.I. ha chiuso il 2023 guardando al nuovo anno, dalla Presidente in carica per il prossimo triennio, agli scenari economici e le tendenze che attendono il settore. E un’importante ricorrenza da festeggiare: i 50 anni dell’associazione.
Il benvenuto dato dal Presidente uscente, Roberto Gusulfino, al nuovo board è stato il momento clou dell’assemblea G.I.S.I. che si è tenuta lo scorso novembre. Da gennaio Micaela Caserza Magro è la nuova Presidente. Docente all’Università di Genova e socia fondatrice di GFCC – Genoa Fieldbus Competence Centre, guiderà l’associazione fino al 2026. Insieme a lei ci sono il Vice Presidente Ferdinando Miccoli di Wika Italia, il Tesoriere Luciano Tonelli di Vega e numerosi consiglieri. Nell’articolo a pag xx potete leggere l’intervista alla Presidente, ma intanto vi anticipiamo che rimarranno saldi i pilastri alla base di G.I.S.I.: la collaborazione per promuovere sinergie fra i membri; le partnership con altre associazioni e realtà per ampliare il raggio d’azione; la comunicazione attraverso non solo i canali consolidati (il sito gisi.it, “Controllo e Misura”) ma anche una piattaforma cloud per condividere e divulgare contenuti. In primo piano infatti c’è la cultura tecnica, sui cui il board uscente ha fatto un gran lavoro. L’obiettivo è di aumentare la visibilità di G.I.S.I. non solo fra i soci, ma anche all’esterno. Si proporranno infatti corsi sia ai membri che alle aziende al di fuori dell’associazione. Come negli scorsi anni si continuerà a investire sulla formazione ad hoc, focalizzandosi non solo sul processo, ma anche sugli aspetti legati al manifatturiero e al laboratorio.
Come va il mercato nazionale?
Durante l’assemblea è stato presentato l’Osservatorio 2023 sull’andamento del mercato nazionale della strumentazione di misura nel 2022, realizzato in collaborazione con CNR e Cogent. Parliamo di un mercato mondiale che ha registrato 22,3 bilioni di dollari, e in cui l’Italia rappresenta il 5%. Per l’Osservatorio sono state intervistate 25 aziende prendendo in considerazione: strumenti di misura (pressione, portata, livello, temperatura); analizzatori (gas e liquidi); power controller, indicatori e regolatori; registratori; valvole di regolazione. È stata infine effettuata una valutazione del mercato del service, inteso come commissioning e start-up, repairing e calibration on site, parti di ricambio. Si stima che il valore complessivo nel 2022 sia di circa 130-135 milioni di euro, segnando una crescita del 10% rispetto al 2021. Oltre il 90% è realizzato a livello nazionale.
In sintesi il mercato della strumentazione di misura ha registrato una buona crescita nel 2022, e si prevedono numeri positivi anche per l’anno appena terminato. Per quanto riguarda invece il prossimo futuro, gli elementi che condizioneranno gli investimenti industriali in Italia saranno tre: la transizione energetica, la digitalizzazione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Vediamoli uno per uno.
I trend del prossimo futuro
Come tutti sappiamo, la transizione energetica è la via che l’Europa e l’Italia stanno percorrendo per combattere il cambiamento climatico, e raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. I punti chiave saranno: riduzione delle perdite e aumento dell’efficienza; minor utilizzo di combustibili fossili fortemente inquinanti; cattura dell’anidride carbonica; impiego massiccio delle risorse rinnovabili come sole, vento, acqua, biogas, biometano, biocarburanti; maggiore disponibilità di energia elettrica; sviluppo di nuove risorse a zero emissioni. In tutto questo, l’idrogeno rappresenta la sfida principale.
Per la digitalizzazione nel settore automazione e strumentazione, bisogna puntare su nuovi protocolli di comunicazione (industrial wireless, Ethernet APL, LoRaWan), sull’utilizzo di applicazioni cloud, big data, edge devices (IIOT, diagnostica predittiva integrata nella strumentazione), gemelli digitali, intelligenza artificiale, cyber security e OT. Infine, il PNRR sarà di grande aiuto, con investimenti sul territorio e sulle strutture attraverso la digitalizzazione, il monitoraggio e l’automazione di acquedotti, fognature, depurazione e dighe.
Lo scenario economico
Della stessa idea è Giampaolo Vitali (economista CNR-IRCrES e docente di Economia Europea all’Università di Torino), che vede nel PNRR e nella transizione green nuove opportunità per gli investimenti privati e pubblici in molti settori G.I.S.I.
Vitali ha presentato in ottica macroeconomica le grandi variabili che influenzano l’industria in generale, e indirettamente i singoli settori dell’associazione. In primis, da segnalare è la minore crescita dell’Italia registrata a fine anno. Mentre nell’assemblea di maggio si rivedevano al rialzo le previsioni del PIL italiano, a novembre la stima si è abbassata. Le cause stanno nelle guerre, nell’inflazione e nelle incertezze. Le stesse stime meno positive riguardano il PIL 2024, che prevedono una crescita limitata.
Per quanto riguarda l’inflazione, serve un po’ di contesto. Quella del 2021, dovuta principalmente alla ripresa post Covid che ha visto tanta domanda e poca offerta, inizialmente è stata giudicata temporanea. Ma lo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha dato il via alla crisi energetica, ha portato un pesante intervento da parte della BCE, con l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dell’immissione della moneta nell’economia. A oggi è in corso un dibattito: l’inflazione ha raggiunto il suo picco massimo o aumenterà ancora?
Ad ogni modo, le previsioni in generale sono positive: mentre nel 2023 l’inflazione in Italia era del 5/6%, per il 2024 la stima è del 2/3%. Gli effetti ricadono tradizionalmente sui salari dei lavoratori dipendenti, sta ai singoli governi nazionali evitare che gli effetti della politica monetaria impattino troppo pesantemente sulle classi sociali più deboli. Fra le previsioni degli ottimisti e quelle dei pessimisti, l’ipotesi più realistica vede i tassi di interesse in pausa, per poi ridursi nel corso dell’anno. Il PNRR è visto in termini positivi, ma senza un impatto particolarmente brillante. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente proseguiranno senza influenzare troppo l’economia, perché purtroppo investitori e consumatori “si abitueranno” alla situazione di incertezza. Veniamo ora alla parte industriale. Negli ultimi due anni lavoriamo al pieno della capacità produttiva. Se oggi alcuni settori vivono una fase di stasi o di leggera riduzione, è un semplice allontanamento dai massimi pre Covid raggiunti pochi mesi fa. Siamo però ancora al di sotto dei livelli pre crisi finanziaria del 2007/2008. La novità è che è in crisi anche la Germania, il che influenza negativamente l’operato delle catene di fornitura italiane. In generale, nel 2024 si prevede un calo generalizzato che però non determinerà una grossa crisi o una recessione.
Notizie quindi che fanno ben sperare, e che hanno portato alla conclusione dell’assemblea con un importante appuntamento: i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’associazione. Il nuovo board si attiverà per celebrarli al meglio.