Italia divisa tra chi innova e chi non lo fa
Ucimu ha presentato i risultati dell’indagine sull’utilizzo dei provvedimenti di super e iper ammortamento da parte delle imprese. L’Italia è spaccata in due, col rischio di ampliare ancora di più il digital divide. E chi ha investito lo farà ancora.
di Claudia Dagrada
Presso la sede di Ucimu-Sistemi per produrre, lo scorso 26 giugno sono stati presentati i risultati della ricerca dedicata a “L’utilizzo degli incentivi di super e iper ammortamento da parte delle imprese italiane”. A distanza di un anno e mezzo dall’entrata in vigore dei provvedimenti per la competitività del manifatturiero italiano, Ucimu ha voluto fare il punto sull’atteggiamento delle aziende coinvolte, sia in termini di utilizzo effettivo sia di intenzioni future. Questo per approfondire la conoscenza e la diffusione degli strumenti chiave del piano Industria 4.0, oggi Impresa 4.0.
Accanto a Massimo Carboniero, Presidente dell’associazione, sono intervenuti Marco Calabrò, dirigente Ministero Sviluppo Economico, Vito Marraffa, Tax Director Studio Tributario e Societario Deloitte, e Renato Mannheimer, Eumetra. Si è poi collegato telefonicamente Dario Galli, Viceministro Ministero dello Sviluppo Economico.
La metà delle imprese italiane ha usufruito degli incentivi
L’indagine è stata condotta da Eumetra, secondo le specifiche definite da Fondazione Ucimu, su un campione di 200 imprese del settore metalmeccanico individuate per dimensione di fatturato, area geografica di appartenenza e tipologia di produzione. Il 90% degli intervistati, figure di vertice delle imprese (titolari, amministratori delegati, direttori generali), è a conoscenza dei provvedimenti per il rinnovo del parco macchine e la trasformazione digitale della fabbrica. Decisamente anacronistico il restante 10% che non ne sa nulla.
Detto questo, solo il 46% afferma di aver usufruito degli incentivi. Il settore più dinamico è quello dell’automotive, con il maggior numero di acquisti di macchinari. A fare la parte del leone sono le grandi imprese. In termini di macro aree geografiche è il Nord-Ovest, seguito dal Nord-Est, ad aver utilizzato di più i provvedimenti di super e iper ammortamento. Fra gli obiettivi che hanno spinto a rinnovare il parco macchine, spicca la volontà di aumentare la capacità produttiva, e solo in ultima analisi le agevolazioni fiscali. Un dato positivo è il 51% delle aziende che dichiara di voler investire tra il 2018 e il 2019, insieme al 75% consapevole dei cambiamenti da effettuare dopo la richiesta dell’iper ammortamento (con la formazione del personale al primo posto).
Cresce il divario fra chi innova e chi è ancorato al passato
Sostanzialmente sono due le considerazioni generali che emergono da questa ricerca. La prima è che oltre metà delle aziende non è stata toccata dalla “rivoluzione” in atto, ovvero non ha fatto nel 2017 alcun tipo di investimento in nuove tecnologie di produzione, siano esse acquistate/ordinate in regime di super o di iper ammortamento. La seconda considerazione riguarda il divario crescente nel sistema manifatturiero tra imprese innovative che ambiscono a migliorare e imprese ancorate al passato. Chi ha fatto o farà investimenti in questo biennio punta su macchine dotate di tecnologie digitali. Di contro, buona parte di chi non ha ancora investito non intende farlo nemmeno in futuro. La combinazione di questi due approcci di segno opposto produrrà effetti potenzialmente pericolosi, ampliando il “digital divide” fra le aziende, con poche sempre più forti e molte altre destinate a uscire dal mercato. Non si parla solo di incentivi fiscali, ma di un vero e proprio modo di organizzare l’attività per essere competitivi a livello nazionale e internazionale.
L’importanza della scuola e della formazione del personale
Il Presidente Massimo Carboniero ha puntato il dito sul compito delle organizzazioni come Ucimu, ovvero continuare a informare le imprese sull’importanza di investire in nuove tecnologie e nella formazione del personale, perché molte non sanno ancora di doverlo fare. Le autorità del nuovo governo da parte loro dovrebbero prolungare l’effettività delle misure di super e iper ammortamento. Nel lungo periodo poi, quest’ultimo dovrebbe divenire strutturale per accompagnare le imprese italiane, e in particolare le micro imprese, meno strutturate in termini di 4.0, in un processo di aggiornamento costante e cadenzato. In particolare, la forza lavoro deve essere aggiornata altrimenti non sarà più adeguata alle esigenze del futuro. A tale proposito, Carboniero propone che il credito di imposta al 40%, dal costo del lavoro del personale coinvolto nella formazione venga esteso al costo dei corsi e dei formatori impiegati.
Parallelamente, deve continuare il lavoro sugli ITS, istituti di alta formazione tecnica post diploma, per una distribuzione sul territorio sempre più capillare. È questo il modo migliore per avere figure professionali sempre più competenti.