Industria 4.0 nello stampaggio di materie plastiche

Gimatic ha introdotto recentemente un dispositivo RFID per il riconoscimento delle mani di presa per robot inseriti in unità di stampaggio di materie plastiche.

di A.M.

Quella di Gimatic è una storia strettamente correlata all’evoluzione dei suoi prodotti. Da sempre, oltre a investire importanti risorse nella sezione interna di R&D, collabora con Università e Istituti di ricerca, destinando all’innovazione circa il 10% del suo fatturato. L’azienda dispone oggi di una vasta gamma di prodotti ma, nel corso della sua storia trentennale e per essere sempre più competitiva sul mercato, Gimatic ha pensato con grande lungimiranza di non limitarsi solo al settore della piccola e media manipolazione, ma di estendere le proprie capacità e il proprio know-how anche alla sensoristica per attuatori pneumatici e idraulici, ai componenti e agli accessori per il settore dello stampaggio delle materie plastiche e, come ulteriore e recente obiettivo, una vasta e innovativa gamma di pinze e attuatori elettrici.
Questa vasta gamma di prodotti è raccolta in quattro cataloghi corrispondenti alle quattro divisioni di sviluppo: Handling, Plastics, Sensor e Mechatronics.

Una soluzione in ottica Industria 4.0
In tema di prodotti, le novità principali a marchio Gimatic sono legate al mondo della robotica e dell’Industria 4.0. Nel campo delle mani di presa per robot inseriti in unità di stampaggio di materie plastiche, Gimatic ha introdotto l’RFID, già presentato come concept nel 2017. Si tratta di un dispositivo di riconoscimento delle mani di presa che non si limita alla sola verifica dell’oggetto. Esso consiste in una coppia di dispositivi: un lettore/scrivente montato sul braccio del robot e un’unità di memoria montata sulla mani di presa (un tag magnetico). Quest’ultima è assolutamente passiva
e non ha bisogno di essere alimentata; quando è vicina allo strumento di
lettura/scrittura è in grado di trasferire un insieme di informazioni alla mano di presa. Queste informazioni vengono scritte dall’utente e contengono una serie di dati: nome, peso e dimensioni della mano di presa, la lista dei componenti, il nome di chi li ha realizzati, il punto di inerzia, il baricentro ecc. Il primo risultato, in piena ottica Industria 4.0, è la riduzione dell’errore umano: non c’è una sigla o un lettore ottico, ma un codice che automaticamente dice al sistema “sono quello giusto” oppure “sono quello sbagliato”.
Questo strumento permette inoltre di svolgere operazioni di manutenzione predittiva. A ogni movimento del robot è possibile registrare il numero degli interventi fatti; l’utente in questo modo può sapere quanto ha lavorato uno strumento. È possibile settare alcuni allarmi: se, per esempio, sono già stati eseguiti più di 100 mila movimenti, il dispositivo invia il segnale che qualche elemento potrebbe essere pronto per essere sostituito. Ciò può servire a evitare l’interruzione di un ciclo di produzione notturno a causa dell’usura dei componenti. Infine il tag contribuisce a un migliore dialogo uomo-macchina, dando un significato pratico e concreto a questo concetto, con un utilizzo quotidiano. L’utente infatti, è in grado, utilizzando la stessa unità collegata a un pc o a un tablet, oppure usando una app sviluppata per gli smartphone, di andare a individuare le mani di presa presenti in magazzino semplicemente avvicinando il telefono.
Con questo dato è così possibile dare istruzioni per i ricambi.
Questo nuovo prodotto e tanti altri ancora rappresentano l’approccio con cui Gimatic affronta la sfida dell’automazione all’industria 4.0.

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