Stabili gli ordini di macchine utensili
L’indice degli ordini di macchine utensili del terzo trimestre 2018 cresce dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Positivo l’andamento degli ordini raccolti sul mercato estero; arretrano invece gli ordini raccolti sul mercato domestico.
di A.M.
Segna stabilità l’indice degli ordini di macchine utensili del terzo trimestre 2018, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-Sistemi per Produrre, che cresce dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice risulta pari a 109,2 (base 2010=100). Positivo l’andamento degli ordini raccolti sul mercato estero cresciuti del 6,8% rispetto al periodo luglio-settembre 2017, per un valore assoluto dell’indice pari a 122,4. Arretrano invece gli ordini raccolti sul mercato domestico dove l’indice è sceso del 15,3% rispetto al terzo trimestre del 2017, per un valore assoluto pari a 56. “Il calo degli ordinativi raccolti sul mercato interno – ha spiegato Massimo Carboniero, Presidente UCIMU-Sistemi per Produrre – denota un certo rallentamento degli investimenti in nuove tecnologie da parte degli utilizzatori italiani ma questo dato non deve trarre in inganno. Il risultato messo a segno nel periodo luglio-settembre 2018, si confronta con un trimestre da record: difficile fare meglio di quanto avevamo fatto l’anno scorso”. “Quello che possiamo dire – ha continuato il presidente di UCIMU – è che la raccolta ordinativi, in Italia, al momento viaggia ancora su livelli soddisfacenti. La conferma arriva dai riscontri ottenuti durante la 31.BI-MU/SFORTEC INDUSTRY, che si è rivelata un grande successo in termini di visite e contatti attivati. Molti dei nostri clienti hanno aspettato BI-MU per definire i piani di investimento determinando così, almeno in parte, il ridimensionamento della raccolta ordini nel trimestre considerato”.
Un clima di incertezza
Secondo il Presidente di UCIMU, al di là delle ultime rilevazioni, ciò che invece preoccupa il sistema manifatturiero italiano è l’incertezza che circola intorno ai provvedimenti che faranno parte della Manovra 2019 che si annuncia privata di misure importanti per il sostegno alla crescita, specialmente delle PMI, ossatura del nostro sistema industriale. “I risultati dell’indagine Fondazione UCIMU-Eumetra presentata lo scorso giugno, ci dicono che più della metà delle imprese metalmeccaniche non ha fatto investimenti nell’ultimo anno e mezzo, e sono per lo più le piccole aziende ad non aver preso parte al processo di rinnovamento, anche in chiave digitale, dei macchinari e degli stabilimenti produttivi”, afferma Carboniero. “Se, come affermano le autorità di governo, sono le PMI al centro dell’agenda economica, allora la manovra deve considerare anche l’aggiornamento dei coefficienti di ammortamento per i macchinari, il mantenimento del credito di imposta al 50% sul valore incrementale degli investimenti fatti dalle imprese in R&S e la Formazione 4.0”. “Accogliamo con favore – ha aggiunto il presidente UCIMU – la proposta di inserire un sistema di coefficienti di iperammortamento a scaglioni premiante per le PMI: più alto per i piccoli investimenti e decrescente al crescere del valore dei nuovi acquisti. Bene anche la conferma di rifinanziamento della Nuova Legge Sabatini che, anche se rivista rispetto all’esordio, dal 1965, permette alle PMI, spesso a bassa capitalizzazione, di pagare gli investimenti in nuova tecnologia grazie i risultati della propria attività”. Al contrario, la sostituzione del superammortamento – che viene così eliminato – con l’introduzione della Mini Ires al 15% per premiare gli investimenti in nuove tecnologie di produzione non è sufficiente a garantire il prosieguo dell’attività di aggiornamento dei macchinari nelle fabbriche italiane se non viene accompagnata dalla revisione dei coefficienti di ammortamento fermi al 1988. Il mondo è cambiato, le esigenze di chi produce pure, i tempi di obsolescenza dei beni con elevato contenuto tecnologico sono sempre più brevi, non possiamo più considerare attuali i coefficienti di ammortamento definiti 30 anni fa”.
Con riferimento al credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, chiediamo sia mantenuto al 50% così come è attualmente, al fine di assicurare la massima spinta delle aziende all’innovazione, attività che più di ogni altra può garantire competitività all’offerta di settore”. “Infine – ha concluso Carboniero – occorre immediatamente prevedere un sistema di incentivi alla formazione 4.0 che permetta, oltre al credito di imposta al 40% così come previsto attualmente e in scadenza a fine anno, anche un rimborso dei costi dei formatori, la voce di spesa più alta per una PMI. Grazie anche al piano Industria 4.0, abbiamo stabilimenti produttivi sicuramente più performanti e aggiornati rispetto a qualche anno fa, ora dobbiamo però formare il nostro personale per utilizzare al meglio questo upgrade tecnologico”.