Le previsioni per il 2021 sono positive
Dopo il segno negativo del 2020, l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione vede la ripresa già da quest’anno.
La pandemia esplosa un anno fa ha profondamente compromesso i risultati dell’industria italiana di settore che ha registrato, nel 2020, cali a doppia cifra per tutti i principali indicatori economici. Il 2021 si annuncia però di tenore completamente diverso e, anche se non sarà pienamente recuperato il terreno perso nel 2020, le previsioni sono decisamente positive. Questo, in sintesi, quanto illustrato da Barbara Colombo, Presidente UCIMU-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno tenutasi nel dicembre scorso. Come emerge dai dati di preconsuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-Sistemi per Produrre, nel 2020, la produzione è scesa a 4.970 milioni di euro, segnando un calo del 23,7% rispetto all’anno precedente. Il risultato è stato determinato sia dall’arretramento delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno, scese del 28,2% a 2.090 milioni di euro, sia dal negativo andamento delle esportazioni, crollate del 20% a 2.880 milioni di euro. Secondo l’elaborazione UCIMU sui dati ISTAT, nei primi nove mesi dell’anno (ultima rilevazione disponibile), il calo dell’export di sole macchine utensili è stato pesante e generalizzato. Le vendite negli Stati Uniti, risultato primo paese di destinazione del Made in Italy di settore, sono scese a 229 milioni di euro (-21,4%). Seguono: Germania 185 milioni (-31,2%); Cina 162 milioni (-28,2%); Francia 115 milioni (-34,3%); Polonia 92 milioni (-30,8%). L’emergenza sanitaria ha fatto sentire i suoi effetti in modo ancora più incisivo sul fronte interno. Nel 2020 il consumo di macchine utensili, robot e automazione in Italia è sceso del 30,3% a 3.385 milioni di euro, penalizzando sia le consegne dei costruttori italiani, sia le importazioni, ridottesi del 33,4% a 1.295 milioni. La forte riduzione del consumo domestico di macchine utensili ha determinato l’incremento del rapporto export su produzione, passato da 55,3% del 2019, a 57,9% del 2020.
La produzione sarà in crescita
Di tenore completamente diverso sarà invece il 2021 che per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, coinciderà con la ripresa dell’attività. Secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi UCIMU, nel 2021, la produzione crescerà a 5.795 milioni (+16,6% rispetto al 2020), trainata dal recupero delle esportazioni che si attesteranno a 3.220 milioni di euro (+11,8%) e dall’incremento delle consegne dei costruttori sul mercato interno che saliranno a 2.575 milioni di euro (+23,2%). Il consumo riprenderà dinamicità registrando un incremento del 23,3% a 4.175 milioni di euro.
Anche le importazioni torneranno a crescere attestandosi a 1.600 milioni di euro pari al 23,6% in più rispetto all’anno precedente. Il dato di export su produzione tornerà al 55,6% per effetto del bilanciamento dell’attività dei costruttori italiani tra mercato interno ed estero.
Commenti e proposte di politica industriale
Barbara Colombo, Presidente UCIMU-Sistemi per Produrre, durante la conferenza stampa ha così commentato i dati: “Ciò che è accaduto nel 2020 ha profondamente sconvolto le aspettative dell’industria italiana di settore che ha vissuto momenti particolarmente difficili in primavera per poi, a partire da luglio, registrare qualche timido segnale di risveglio del mercato confermato anche nei mesi autunnali”. “Certo siamo lontani dal ritorno ai livelli di attività del periodo pre-emergenza ma le previsioni per il 2021 sono positive e fanno ben sperare per il futuro prossimo. La disponibilità e la diffusione graduale dei vaccini contribuiranno in modo determinante alla ripresa dell’attività anche oltreconfine, facilitando il ritorno alla normalità della mobilità delle persone, indispensabile per il business delle nostre imprese da sempre impegnate sui mercati esteri.
L’impossibilità di movimento di merci e persone, così come la pressoché totale assenza di manifestazioni espositive, ha messo a dura prova il nostro operato. Ma – ha aggiunto Barbara Colombo – il 2021 sarà l’anno di EMO MILANO 2021, che torna in Italia dopo sei anni e dopo il successo dell’edizione 2015, ospitata a fieramilano dal 4 al 9 ottobre, presentandosi di fatto come primo appuntamento fieristico internazionale dopo circa un anno e mezzo. Anche per questo crediamo che EMO MILANO, che agisce da sempre come moltiplicatore della domanda di macchine utensili, avrà un effetto ancor più dirompente sugli investimenti in sistemi di produzione e tecnologie 4.0”.
Secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi UCIMU, nel 2021, la produzione crescerà a 5.795 milioni (+16,6% rispetto al 2020), trainata dal recupero delle esportazioni e dall’incremento delle consegne dei costruttori sul mercato interno. Nel 2021 il consumo riprenderà dinamicità registrando un incremento del 23,3% a 4.175 milioni di euro.
Il Piano Transizione 4.0
Barbara Colombo ha commentato anche i dati inerenti al mercato interno: “L’industria di settore riprenderà a lavorare con un ritmo sostenuto aiutata in questo anche dalle misure di incentivo del Piano Transizione 4.0 inserito nella Legge di Bilancio 2021.
Con la conferma del Piano Transizione 4.0, le autorità di governo hanno dimostrato di aver ben compreso il valore di questo programma anche perché hanno previsto il potenziamento delle misure in esso contenute, alzando le aliquote, i tetti di spesa e la durata dell’operatività fissata a fine 2022. Detto ciò, il piano è certamente perfettibile. In particolare, pur apprezzando l’estensione fino al 2022 della validità delle norme, crediamo che un biennio sia ancora un periodo troppo breve per assicurarne la piena efficacia. Come già più volte abbiamo segnalato occorrerebbe trasformare il credito di imposta per gli investimenti in macchinari, siano essi tradizionali o interconnessi/4.0, in misure strutturali o almeno con una durata quinquennale, così da permettere realmente alle imprese una corretta pianificazione degli investimenti nel tempo”. “Con riferimento alla scelta dei provvedimenti a disposizione delle imprese – ha continuato Barbara Colombo – riteniamo che il credito di imposta sia la misura più adeguata perché di semplice utilizzo e applicabile anche alle imprese che non hanno utili. Avremmo però preferito che il piano prevedesse una doppia via, aggiungendo al credito di imposta le misure già conosciute di super e iperammortamento (che garantiscono un beneficio fiscale simile a quello del credito di imposta), con l’obiettivo di lasciare le imprese libere di scegliere il provvedimento più adatto alla propria situazione”.
“Siamo molto soddisfatti della decisione delle autorità di governo di inserire, come richiedevamo ormai da tempo, nel calcolo del credito di imposta sulla formazione, oltre al costo delle ore del personale per il tempo impiegato nell’attività di aggiornamento, anche il costo del formatore. Il docente è senza ogni dubbio, soprattutto per le PMI, il costo più rilevante per lo svolgimento di questa attività. Questa misura non solo stimolerà le aziende ad avviare la formazione ma le invoglierà a scegliere i docenti più preparati”. “Al netto di queste considerazioni di aggiustamento – ha concluso Barbara Colombo – il Piano Transizione 4.0 presenta una grande lacuna che a nostro avviso deve essere colmata al più presto. Per essere un vero e proprio piano di politica industriale, esso deve considerare non soltanto gli aspetti relativi all’innovazione di prodotto e processo.
Vi è infatti un altro tema altrettanto centrale per lo sviluppo del manifatturiero del Paese e il mantenimento della competitività anche rispetto ai competitor esteri: la crescita dimensionale. In questo nuovo scenario competitivo internazionale il potenziamento delle aziende, anche tramite fusioni e/o incorporazioni, diviene una indifferibile necessità. La difficoltà di realizzare queste operazioni non è solo psicologica, come si diceva un tempo, ma, al contrario, è connessa al valore dell’importo che va versato per i plusvalori che si dovranno realizzare nel momento dell’aggregazione. Per incentivare queste operazioni, i risultati economici delle fusioni e/o incorporazioni, devono essere resi neutri rispetto alle imposte”.
La mondiale della lavorazione dei metalli
Come sopra citato, dal 4 al 9 ottobre prossimi si terrà EMO MILANO 2021, l’evento atteso dagli operatori dell’industria manifatturiera mondiale che la considerano l’appuntamento che segnerà definitivamente il ritorno alla “normalità” dell’attività delle imprese.
Promossa da CECIMO, l’associazione europea delle industrie della macchina utensile, la manifestazione è organizzata dalle strutture operative di UCIMU-Sistemi per Produrre. Nonostante la raccolta delle domande di adesione sia partita in un momento di particolare incertezza dovuto all’emergenza sanitaria, sono molte e note le imprese che hanno già confermato la presenza alla mondiale di settore in rappresentanza di gran parte dei paesi e dei settori che da sempre sono tra i protagonisti di EMO. Detto questo, considerata l’eccezionalità della situazione, è stata prevista una revisione del Regolamento generale di EMO MILANO 2021 con l’obiettivo di agevolare le imprese nel processo decisionale di partecipazione alla mondiale.
La comunicazione ufficiale a firma del Commissario Generale, Luigi Galdabini, annuncia due importanti novità: la prima è legata all’allungamento del periodo di validità dello sconto Early Bird, spostato dall’1 dicembre 2020 al 14 febbraio 2021; la seconda riguarda invece le penali che risultano mitigate, prevedendo la possibilità di rinuncia alla partecipazione all’esposizione entro il 31 marzo 2021 con la sola perdita del deposito cauzionale, senza obbligo di corrispondere, a titolo di penale, anche l’intero canone, come invece previsto precedentemente.
Alfredo Mariotti, Direttore Generale di UCIMU-Sistemi per Produrre ha affermato: “Il momento storico che stiamo tutti vivendo rende complicato lo svolgimento dell’attività di impresa. Complicato ma non impossibile a giudicare dall’andamento della raccolta adesioni e anche dall’attenzione che il pubblico riserva a EMO MILANO 2021. Sono numerose le domande ricevute e crediamo che, già a partire dalle prossime settimane, la raccolta accelererà, complici le positive notizie relative alla diffusione dei vaccini che permetterà la ripresa della mobilità di merci e persone, favorendo la ripresa di tutte le attività e anche la partecipazione alle manifestazioni fieristiche, particolarmente penalizzate dall’emergenza sanitaria”.
Anche le importazioni torneranno a crescere attestandosi a 1.600 milioni di euro pari al 23,6% in più rispetto all’anno precedente. Manutenzione predittiva, assistenza da remoto, sensorizzazione, data analisi, robotica collaborativa, automazione, servitizzazione, interconnessione, intelligenza artificiale saranno alcuni dei temi tecnologici presenti nei padiglioni di EMO MILANO 2021 che dedicherà un progetto speciale al mondo digitale. Promossa da CECIMO, l’associazione europea delle industrie della macchina utensile, EMO MILANO 2021 è organizzata dalle strutture operative di UCIMU-Sistemi per Produrre.
In scena la fabbrica digitale
La campagna vaccinale su scala mondiale attesa già a partire dall’inizio del 2021 per il fronte estero, il piano di incentivi Transizione 4.0, per il fronte interno, rendono decisamente favorevole il contesto nel quale si svolgerà EMO MILANO 2021, come d’altra parte confermano le previsioni di Oxford Economics che indicano una ripresa della domanda già a partire da quest’anno.
A fronte di un incremento del consumo mondiale del 18,4% a 70 miliardi, nel 2021, il consumo in Europa crescerà del 23,5% a 16,6 miliardi. Germania e Italia registreranno tassi di incremento decisi. La domanda tedesca salirà a 5,6 miliardi di euro, il 21% in più rispetto al 2020, quella italiana a 3,1 miliardi, pari al 38,2% in più rispetto all’anno in corso. Tutte queste ragioni fanno ben sperare sulla riuscita di EMO MILANO 2021 che da sempre agisce come moltiplicatore della domanda e che, quest’anno, potrebbe sortire effetti ancora più intensi sul consumo di macchine e tecnologie 4.0, presentandosi come il primo evento internazionale dedicato al settore dopo circa un anno e mezzo di fermo. In scena sarà l’ampia esposizione di macchine utensili, robot, automazione, tecnologie abilitanti, sistemi per la fabbrica interconnessa e digitale, additive manufacturing, tecnologie ausiliarie, soluzioni per l’efficientamento produttivo e la sostenibilità industriale, in risposta alle più attuali esigenze di produzione di tutti i principali settori utilizzatori, a conferma l’unicità di EMO, capace di essere interprete dello “zeitgeist” industriale. Quello “spirito del tempo” che caratterizza EMO fin dalla sua nascita offrendo ai suoi visitatori uno sguardo profondo su tutte le evoluzioni industriali e manifatturiere avvenute, non solo a livello tecnologico, ma anche rispetto a prodotti, processi produttivi, materiali, linguaggi, relazioni, consumi e costumi. Nei padiglioni di fieramilano sarà allestita la più grande fabbrica digitale mai ospitata all’interno di un quartiere fieristico, a dimostrazione dell’evoluzione del settore sempre più legato a doppio filo al tema dell’interconnessione, in grado di abilitare tutte le funzioni ad elevato valore aggiunto di cui il manifatturiero non può più fare a meno.
Manutenzione predittiva, assistenza da remoto, sensorizzazione, data analisi, robotica collaborativa, automazione, servitizzazione, interconnessione, intelligenza artificiale saranno alcuni dei temi tecnologici presenti nei padiglioni di EMO MILANO 2021 che dedicherà un progetto speciale al mondo digitale. Area espositiva e dimostrativa, EMO Digital illustrerà le potenzialità della fabbrica digitale e le grandi opportunità offerte da queste tecnologie a tutta la produzione manifatturiera, rivolgendo la propria attenzione non solo al mondo delle macchine utensili ma anche ai principali settori utilizzatori.