UCISAP: Andrea Digirolamo è il nuovo Presidente
Andrea Digirolamo di Micromec è il nuovo Presidente di UCISAP, Unione Italiana Costruttori Stampi e Attrezzature di Precisione. Abbiamo incontrato il nuovo Presidente per esaminare lo stato dell’arte del comparto e discutere delle sfide che dovrà affrontare durante il suo mandato.
di Alberto Marelli
Nel corso dell’assemblea annuale di UCISAP, tenutasi lo scorso luglio, Andrea Digirolamo è stato eletto nuovo Presidente per il biennio 2023-2025.
Già Vicepresidente dell’associazione, Andrea Digirolamo è titolare della società Micromec, attrezzeria di precisione operante nella costruzione di stampi e attrezzature in metallo duro ed acciai speciali, soprattutto per il settore del packaging alimentare.
Abbiamo incontrato il nuovo Presidente UCISAP per analizzare lo stato dell’arte del comparto e discutere delle sfide che dovrà affrontare durante il suo mandato.
Quali sono gli obiettivi che si pone nei prossimi due anni di presidenza?
La nostra associazione si fonda su una serie di valori condivisi, come ad esempio la formazione continua e la condivisione di informazioni per affrontare insieme un mercato sempre più competitivo.
D’accordo con i soci UCISAP voglio continuare a percorrere questa strada, proponendo dei percorsi di crescita professionale, dei momenti di condivisione e di confronto come è ad esempio il nostro Congresso Stampi&Co., che favorisce questo tipo di attività di networking.
Ulteriore obiettivo è ampliare il panel del consiglio direttivo, che per UCISAP è sempre stato un consiglio allargato. Il nostro intento è renderlo più itinerante, in modo da dare la possibilità anche alle imprese distanti dalla sede dell’associazione di partecipare al consiglio direttivo e di condividerne i contenuti.
C’è inoltre la volontà all’interno dell’associazione di dedicare maggior spazio al comparto degli stampi per prodotti metallici, settore nel quale la mia azienda fa parte.
Quali sono le iniziative che UCISAP sta mettendo a punto a favore dei propri associati?
Innanzitutto vogliamo portare avanti il nostro Congresso in forma biennale per continuare ad avere importanti momenti di confronto di categoria.
Inoltre, abbiamo intenzione di sviluppare maggiormente la nostra presenza in collettiva alle fiere a livello internazionale e quindi promuovere l’associazione come punto di aggregazione all’interno della manifestazione fieristica. Questa attività permette una condivisione di costi, una facilitazione di carattere logistico e un punto di condivisione importante per quegli imprenditori che si vogliono mettere in gioco.
Il nostro settore è contraddistinto da imprese di piccole e medie dimensioni. Ciò ha sicuramente dei pregi ma anche degli svantaggi. Da una parte vince il nostro estro e la capacità del saper fare, ma dall’altra si presenta un’inadeguatezza nell’affrontare le sfide sui mercati contro competitor internazionali che diventano sempre più grandi.
Il fare rete nel nostro Paese può rappresentare sicuramente un vantaggio a livello competitivo. UCISAP è una strada in questo senso. Chi fa parte dell’associazione non trova solo accoglienza ma, soprattutto, condivisione di informazioni, perché solo in questo modo riusciamo a comprendere dove siamo posizionati sul mercato.
Una difficoltà costante delle aziende è trovare personale qualificato. Come si muoverà l’associazione per aiutare le imprese in questo senso?
Questa è una questione che abbiamo sul tavolo. Ci stiamo domandando con quali mezzi di comunicazione far conoscere il nostro settore alle nuove generazioni. Come comunicano i giovani? A cosa sono interessati? Sono domande alle quali dobbiamo trovare una risposta.
È ovvio che il mondo sta cambiando, le richieste da parte delle nuove generazioni sono diverse rispetto a quelle precedenti. Ora i ragazzi vogliono avere maggior tempo libero, vogliono conoscere e viaggiare. Proporre a un giovane apprendista un classico contratto a tempo indeterminato non è più attrattivo. È necessario quindi capire in che modo il nostro settore può rendersi più appetibile verso le nuove generazioni.
Quale ruolo svolge il comparto della costruzione degli stampi nell’industria metalmeccanica italiana?
La maggior parte degli oggetti che utilizziamo nella vita di tutti i giorni è realizzato attraverso degli stampi. Il problema è comprendere come si stanno spostando i driver.
È noto a tutti in quali aree geografiche si è spostata la produzione e dove è più conveniente produrre. Le aziende orientali sono cresciute costantemente, lavorano bene, sono competenti e sono dotate di risorse. Per restare competitive, le nostre imprese devono mettere in campo competenze e servizi specifici che altre realtà imprenditoriali non sono ancora in grado di fornire.
Può tracciare un quadro del comparto stampi?
L’Europa attualmente sta dimostrando un po’ di affaticamento, sotto molti punti di vista, soprattutto per alcune scelte intraprese. È evidente che se vogliamo essere precursori di determinate tematiche, come ad esempio quella ambientale, dobbiamo essere in grado anche di sostenerle a livello industriale. Infatti in questo momento si riscontra un forte rallentamento nel settore automotive, mentre in altri comparti, come quelli legati al packaging e medicale, il lavoro non manca.
Per quanto riguarda il nostro Paese, continuiamo a produrre stampi ad elevata tecnologia e a rivolgerci a settori e mercati dove c’è ancora necessità della competenza, del design e della capacità produttiva italiana. La concorrenza è comunque alle porte, poiché molti stampatori ormai attingono abbondantemente ai mercati asiatici, portando stampi a basso costo utilizzati però per determinate produzioni, soprattutto per prodotti di bassa qualità. Ma anche in questi casi sono necessarie le nostre competenze, perché sono stampi che necessitano di avviamenti e messe a punto complessi.
La nostra attività principale forse sta cambiando o dovrà cambiare e spostarsi da produttori a manutentori? È una domanda che mi pongo spesso, alla quale però non ho ancora una risposta.
Una delle problematiche che lamentano le aziende del settore è la ridotta marginalità. Come intervenire per contrastare questa tendenza?
Come in tutti i comparti, anche nel nostro c’è chi margina tanto e chi margina poco. La marginalità viene garantita dalla capacità di analisi all’interno dell’azienda e dal tipo di servizio che si offre alla propria clientela.
Tutto ciò in un contesto dove grandi aziende hanno instaurato politiche di acquisto che hanno pesantemente schiacciato i fornitori. Tutto ciò ha portato spesso a realizzare un prodotto più scadente, al quale ci siamo abituati perché in molti settori si vuole un prodotto “usa e getta”.
Quali sono le misure che UCISAP chiede alle Istituzioni per il mondo dello stampo?
Sicuramente siamo in linea con le richieste che arrivano dalle imprese: maggiore attenzione al costo del lavoro e agli sgravi fiscali in caso di investimenti. È necessario innanzitutto focalizzarsi su quello che fornisce reddito, quindi l’impresa, e poi far sì che l’impresa possa agevolare chi lavora all’interno. È fondamentale inoltre combattere efficacemente l’evasione fiscale.
Quali strategie deve adottare lo stampista per rispondere efficacemente alle nuove esigenze del mercato?
Innanzitutto deve formare costantemente i propri collaboratori, capire quali sono gli andamenti del mercato e provare a collaborare con le istituzioni scolastiche. Resta infatti una grande dicotomia tra la formazione scolastica e le necessità delle aziende metalmeccaniche.
Noi continuiamo ad essere imprenditori, prima che stampisti, e quindi dobbiamo muoverci in un mondo che è complesso, veloce. Una ricetta univoca non esiste, ma ritengo che il conoscere approfonditamente la propria azienda, formarsi e formare le risorse al proprio interno ed essere sfidanti siano degli elementi indispensabili per superare con successo le difficoltà che impone il mercato.