La Robotica cresce bene!

I numeri della robotica nel mondo e in Italia continuano a crescere in modo vertiginoso. È questo il sunto che è possibile trarre dall’anteprima dei dati di World Robotics 2018, il rapporto annuale stilato dall’International Federation of Robotics (IFR) e leggendo i risultati elaborati dal Gruppo di Lavoro Statistiche di SIRI e UCIMU per il nostro Paese.

Un andamento che rispecchia, tra l’altro, il buon momento di crescita che anche SIRI, Associazione Italiana della Robotica e dell’Automazione, sta attraversando forte di un numero di aziende associate che ha ormai superato quota sessanta. Ne abbiamo parlato con Domenico Appendino, Presidente SIRI, che ha fotografato il momento estremamente positivo.

La crescita della robotica, in questi ultimi anni, si sta rivelando di entità molto maggiore delle più rosee previsioni. Alla luce di tutta questa euforia che attraversa il comparto, può presentarci quali sono effettivamente i nuovi numeri della Robotica nel Mondo?

IFR (International Federation of Robotics) ha anticipato pubblicando recentemente nel suo sito alcuni dati del rapporto annuale World Robotics 2018 (Figura 1), che verrà presentato ufficialmente a ottobre nel corso dell’annuale conferenza stampa che si terrà a Tokyo. IFR ha dovuto rivedere ben due volte la stima e ha stupito gli analisti: dopo un primo annuncio di una previsione di crescita del 29% delle vendite di robot nel mondo del 2017, ha rivisto questo valore portandolo al 31% con un numero di 387.000 unità contro le 294.000 unità del 2016, un nuovo record mondiale (Figura 2). La previsione IFR per il 2017 era di una crescita del 18%, quasi la metà di quella effettivamente realizzata. È questo un dato molto importante, che ben rappresenta l’effervescenza tecnica e industriale di questo importante comparto del mercato anche dopo anni di crescita con una media rilevata del 15%. La crescita maggiore si è registrata sempre in Asia con 262.000 unità che rappresentano il 68% delle vendite nel mondo con una crescita del 37% rispetto a quella dell’anno scorso. Segue l’Europa con 67.000 unità corrispondenti al 17% delle vendite nel mondo con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, quindi l’America, con 50.000 unità (13% del mercato e 22% di crescita rispetto all’anno precedente) lasciando a tutti gli altri paesi 8.000 unità che corrispondono al 2% del mercato, caratterizzati anch’essi da una crescita media del 20% (Figura 3).

Pur trattandosi di una crescita diffusa sono però pochi i Paesi principali in cui si “gioca la partita”?

Certo! Cinque paesi coprono da soli il 72% del mercato con in testa la Cina che ha avuto, da sola, una crescita record del 58% rispetto all’anno precedente quando era già cresciuta del 29% nel 2015 e aveva già avuto un picco del 56% nel 2014. Con le sue 138.000 unità copre il 36% del mercato mondiale staccando ormai di gran lunga gli altri quattro Paesi, precisamente Giappone con 46.000 unità e una crescita “solo” del 18%, Corea con 40.000 unità, quest’anno leggermente diminuita rispetto all’anno scorso, Stati Uniti con 33.000 unità e una crescita del 6% e infine Germania con 22.000 unità e una crescita del 8% (Figura 4). A tal proposito, tengo a dire che l’Italia continua a mantenere la sua posizione di secondo paese Europeo per la robotica con 8.000 unità, che corrispondono al 2% del mercato mondiale ma presenta nel 2017 una crescita record del 19%, quest’anno ben più del doppio della Germania.

Dal punto di vista applicativa c’è del nuovo che avanza?

La suddivisione del mercato per applicazioni non è sostanzialmente cambiata con l’Automotive in testa, che è cresciuto nel mondo del 21% (125.00 unità), quindi il settore elettrico/elettronico che è quello cresciuto maggiormente (27% – 116.000 unità) e che si avvicina sempre di più all’auto, facendo cominciare a ipotizzare a un possibile sorpasso. Terzo settore è quello del metallo più distanziato (44.000 unità) ma con una crescita decisamente più grande che ha raggiunto il 54% (Figura 5).

Questo dato, che ha stupito gli analisti ed è stato riportato con enfasi anche dai principali quotidiani economici italiani, non ha però stupito SIRI e chi legge le vostre riviste (Publitec, in qualità di Media Partner di SIRI segue con estrema attenzione il mondo della Robotica e ne da puntuale informazione), in quanto dai lavori del Gruppo di Lavoro Statistiche di SIRI c’era già la consapevolezza che l’Italia avrebbe superato le 8.000 unità nel 2017. Quanto sopra era stato rilevato e presentato a inizio 2018 e appunto pubblicato da PubliTec sia su Deformazione di Marzo che su Soluzioni di Assemblaggio e Meccatronica di Maggio/Giugno.

Parlando più nel dettaglio di Italia, quale è il quadro rilevato di recente dal GdLS di SIRI?

Nel settembre 2018 il Gruppo di Lavoro Statistiche di SIRI (GdLS) ha effettuato la sua seconda riunione annuale di monitoraggio del mercato. Dai dati aggregati è emersa l’indicazione di una crescita del primo semestre del 2018 ben più alta di quella che si era rilevata nello stesso periodo del 2017, valutandola a un valore del 31%. Il numero di robot stimati è leggermente inferiore a 5.100 unità di cui circa 4.200 sono le vendite censite di robot articolati e SCARA (89,6% articolati – 10,4% SCARA) (Figure 6 e 7).
Questo numero rappresenta il risultato dei robot antropomorfi e SCARA censiti (Figura 8) a cui si aggiungono i circa 900 robot non censiti e rappresenta la stima del mercato globale basato sulle opinioni dei presenti all’incontro della GdLS che hanno valutato gli altri tipi di robot non censiti in base alle loro sensazioni di mercato. Si tratta quindi di un “sentiment”, la miglior valutazione possibile da parte degli operatori italiani in questo mercato.

Numeri sicuramente interessanti e importanti che non rispecchiano però il parco robot installato nel nostro Paese; corretto?

Corretto! Occorre, infatti, ricordare che i numeri indicati dal Gruppo di Lavoro di Studi SIRI insieme al Centro Studi di UCIMU – Sistemi per Produrre sono la stima del numero di unità ordinate in Italia nel primo semestre del 2018 e non delle macchine installate. Quanto sopra, già riportato nei precedenti citati articoli di PubliTec, è importante non solo per correttezza di informazione ma anche perché il dato è influenzato dall’ottimo lavoro degli integratori Italiani, considerati da tutti i costruttori fra i migliori, se non i migliori, al mondo, che con le loro competenze e capacità, sovente, sono i protagonisti del mercato sviluppando e realizzando celle di impianti robotizzati, la cui maggioranza è destinata oltre confine. Di questi robot, venduti in Italia, molti sono quindi installati in altre parti del mondo.

Questo chiarisce come i dati dell’indagine SIRI indichino il numero dei robot ordinati in Italia ma non contribuiscano completamente al nuovo parco installato nel nostro paese. Facendo riferimento ai dati censiti, che rappresentano l’aggregazione di robot antropomorfi e SCARA, il numero dei robot venduti direttamente dai costruttori è di 906 unità con un incremento del 14,1% rispetto al primo semestre del 2017 mentre quelli commercializzati tramite terzi sono ben 3.264, con un aumento del 32% rispetto al primo semestre del 2017, dato che testimonia e conferma l’importante lavoro degli integratori nel nostro paese.

Dal punto di vista settoriale, l’auto la fa da padrona anche nel nostro Paese?

L’Automotive rimane importante ma se prestiamo attenzione ai settori di sbocco in Italia, la “fa sempre ormai da padrone” la “General Industry” che catalizza la maggior parte dei robot (3.397 unità, equivalente al 81,5% del mercato) rispetto all’Automotive (773 unità, equivalente al 18,5% del mercato). Interessante notare che in questo semestre ambedue i settori sono cresciuti in modo importante rispetto al primo semestre del 2017, l’Automotive del 30% quando era aumentato solamente del 11,7% nel 2017 rispetto al 2016 e la “General Industry” del 28% rispetto al primo semestre del 2017 quando era già aumentata del 23,3% nel 2017 rispetto al 2016. Dati quindi estremamente positivi che continuano a far ben sperare per questo mercato così importante per il nostro paese.

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