Come cambia l’automobile in un mondo che cambia
Auto elettriche o ibride, connesse, a guida autonoma. Necessità di ridurre le emissioni, ecotassa e crisi delle auto diesel. Quadro normativo in costante cambiamento e tanta incertezza sul mercato. È un momento piuttosto difficile da decifrare per il settore automotive che, come confermano i dati a livello globale, rimane assolutamente centrale nell’industria manifatturiera. Quel che sembra certo è che in un futuro più o meno prossimo cambierà radicalmente non solo il modo di produrre le auto, ma anche le tecnologie di produzione richieste. Se n’è parlato nel corso di una tavola rotonda organizzata da Fondazione UCIMU lo scorso 26 febbraio.
di Fabrizio Dalle Nogare
Uno spot pubblicitario particolarmente in voga in questo periodo mostra una serie di persone disperate perché confuse tra le tante opzioni disponibili al momento di acquistare un’auto. Ora, sebbene sia difficile immaginare simili scene di spaesamento fuori dalle concessionarie, è innegabile che oggi il mondo dell’auto stia attraversando una fase di grande cambiamento, stimolato dall’avanzamento della tecnologia, dalle nuove regolamentazioni alla circolazione imposte a livello locale per ridurre l’inquinamento o dall’affermarsi di modalità diverse di utilizzo dell’auto. Mentre, infatti, un tempo l’automobile era considerata uno status symbol, oggi, specialmente nelle grandi città, si diffondono sempre più soluzioni condivise (car sharing) o soluzioni come il noleggio a lungo termine che “superano” il concetto dell’automobile come bene da acquistare.
Tutto questo non riguarda semplicemente le scelte d’acquisto dei consumatori, ma ha ricadute evidenti sul modo in cui le auto vengono realizzate e sulle macchine e i sistemi utilizzati per costruire e assemblare un’auto. Riflettere sulle tendenze in atto e provare a immaginare le tendenze future è, dunque, essenziale per chi si occupa di macchine utensili o di componentistica per questi sistemi di produzione.
Consumo di macchine utensili e produzione di auto vanno a braccetto
Che l’automotive sia un settore di sbocco fondamentale per le macchine utensili, sia ad asportazione che a deformazione, è un dato di fatto. Lo dimostrano i numeri, che a livello globale legano a doppio filo il consumo di macchine utensili e la produzione di autoveicoli. Stefania Pigozzi, del Centro Studi UCIMU, ha mostrato che, fatta 100 la quota complessiva, il consumo di macchine utensili è così ripartito: 55,7% in Asia; 27,3% in Europa e 16% nelle Americhe, con una quota residuale per gli altri continenti. Per contro, alla produzione di autoveicoli sono associate le seguenti percentuali: 54,1% in Asia, 23,5% in Europa e 21,8% nelle Americhe.
In Italia, l’automotive è il primo settore di sbocco per le macchine utensili (27,5%, fonte UCIMU). Una percentuale forse non pienamente realistica perché perfino bassa, se consideriamo che una parte del 27,2% della categoria “Prodotti in metallo” fa certamente riferimento all’automotive. Un settore, quest’ultimo, che, stando ai dati Oxford Economics, dovrebbe avere un tasso di crescita medio del 2,3% nel periodo 2019-2025. Nonostante tutte le questioni sul tavolo e le problematiche che stanno emergendo. Con la conseguente frenata che attualmente si riscontra, non solo a livello nazionale.
Auto elettriche: un’opportunità ma ancora tante questioni da risolvere
“Si fanno sempre più stringenti, oggi, i limiti alle emissioni: una questione che riguarda non solo il trasporto privato, ma anche il trasporto pubblico su gomma e il settore navale”. A dirlo è Angelo Di Iorio di ABB, uno dei partecipanti alla tavola rotonda. ABB ha da tempo promosso programmi di mobilità sostenibile ed è un player di primo piano importante nell’ambito della mobilità elettrica. “C’è stata un po’ di insofferenza negli ultimi anni ma oggi tutti i principali costruttori di auto investono in modo importante nello sviluppo delle auto elettriche”.
Lo dimostra il caso della Cina, dove la quota di auto elettriche vendute sul totale ha raggiunto un significativo 5% nel gennaio 2019, con la previsione di sfiorare il 10% a breve. E si parla di un mercato, quello cinese, numericamente molto rilevante. “Non sono certo che le auto elettriche siano la soluzione giusta per ridurre le emissioni”, fa da controcanto Paolo Steparava, CEO di Steparava Spa, azienda bresciana che realizza componenti per powertrain e chassis nel settore automotive. “Le auto incidono soltanto per il 15% dell’inquinamento complessivo: se vogliamo davvero ridurre le emissioni bisognerebbe ragionare anche sulle altre fonti di inquinamento. Non sono certo, insomma, che le auto elettriche siano la risposta giusta. La produzione di automobili diesel si è praticamente fermata anche a causa di informazioni fuorvianti che sono state diffuse nell’ultimo periodo, dal dieselgate in poi. Molti investimenti si sono spostati sull’elettrico, una tecnologia che certamente si imporrà in futuro ma non subito, perché ci sono ancora tante questioni da risolvere”.
Cambierà radicalmente il modo di produrre le auto
Quali sono, dunque, le questioni da affrontare che impediscono una diffusione massiccia dell’auto elettrica e rendono, al tempo stesso, così incerto il mercato? I sistemi di ricarica, la durata delle batterie e la potenza richiesta in termini di Watt, la reperibilità dei materiali con cui produrre le batterie stesse, o ancora il peso complessivo dell’auto, solo per fare qualche esempio.
“L’auto elettrica di massa è uno scenario molto lontano – commenta Francesco Mosca di AMMA
-Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate, associazione fondata a Torino esattamente 100 anni fa – anche se, insieme alle auto connesse e a quelle a guida autonoma, rappresentano attualmente le tre principali innovazioni nel mondo automotive”. Tendenze con cui le aziende che producono componenti per l’automotive devono in ogni caso fare i conti. “Le auto elettriche avranno meno ingranaggi e componenti meccanici di trasmissione rispetto a quelle con motore endotermico” aggiunge Mosca. “È difficile fare previsioni a lungo termine, ma si può immaginare che l’incidenza della macchina utensile nella produzione di un’auto diminuirà. In ogni caso, cambierà radicalmente il modo di produrre le auto”.
Innovazioni o rivoluzione?
Difficile dire, insomma, se siamo di fronte a delle importanti innovazioni oppure a una vera e propria rivoluzione, che in genere si rende necessaria – usando le parole di Mauro Coppini, direttore di FormulaPassion, che ha moderato la tavola rotonda – quando l’innovazione non è più adeguata alle esigenze del mondo. “La situazione dell’auto oggi è molto complessa”, conferma Coppini. “In più, spesso la politica naviga a vista ed è difficile, in un contesto del genere, pianificare investimenti senza avere una chiara visione a lungo termine”.
“Parlare di rivoluzione è, a mio parere, un’esagerazione – dice Gianluca Giovanelli di MCM-Machining Centers Manufacturing, azienda che realizza centri di lavoro e soluzioni di automazione flessibile – perché non è immaginabile un cambiamento così rapido. D’altro canto, le aziende dell’indotto devono fare i conti con cambiamenti che, in futuro, ci saranno certamente”.
Tanti fattori, quindi, concorrono a modificare un quadro che non è per nulla stabile. Parlarne, confrontarsi e analizzare i dati va sicuramente bene. Arroccarsi su posizioni di totale rifiuto del cambiamento o di entusiasmo eccessivo per il nuovo che avanza non sembra, invece, la strada giusta da percorrere.