La robotica, in Italia, fa segnare un nuovo record

La robotica è un argomento caldo. Anzi, è l’argomento per eccellenza considerato che i robot industriali sono una parte cruciale del progresso dell’industria manifatturiera. Non c’è quindi da stupirsi di fronte
all’evoluzione positiva del mercato dei robot degli ultimi anni e alle promettenti previsioni. Un nuovo record è stato fatto: 381.000 unità di robot commercializzate in tutto il mondo nel 2017 che si traduce
in un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Ciò significa che il volume annuale delle vendite di robot industriali è aumentato del 114% negli ultimi cinque anni (2013-2017). Lo dice il sentiment delle
aziende protagoniste di questo vero e proprio boom, ma soprattutto lo dicono i dati pubblicati dall’IFR, International Federation of Robotics, nell’ultimo World Robotics 2018 Industrial Robots e Service Robots.

di Fabrizio Garnero

Molte tecnologie all’avanguardia sono collegate con la robotica, come l’apprendimento automatico e l’IA, IIOT, la collaborazione uomo-macchina e i sistemi mobili autonomi. La robotica è dunque la vera tecnologia abilitante al servizio dell’industria manifatturiera che, oggigiorno, si trova ad affrontare grandi sfide, come l’estrema volubilità del mercato – diretta conseguenza dell’altrettanto rapida evoluzione delle tendenze dei consumatori – oppure come la carenza di lavoratori qualificati o, addirittura, l’invecchiamento della società. Temi epocali cui l’automazione flessibile basata su robot industriali offre una soluzione ottimale. Non a caso l’industria manifatturiera globale ha, per la prima volta, superato la soglia di due milioni di robot in funzione: 2.098.000 robot industriali operativi a livello mondiale nel 2017 (+ 15% di unità rispetto al 2016). Ecco perché si può parlare non solo dell’aumento significativo del numero di robot messi in funzione, ma anche del numero crescente di nuove applicazioni.
Guardando al prossimo futuro, si prevede che questa storica crescita globale continuerà. Tra il 2018 e 2021, si stima che più di 2 milioni di nuovi robot industriali saranno installati nelle fabbriche di tutto il mondo (CAGR 14%). Il totale delle vendite annuali globali raggiungerà oltre 600.000 unità nel 2021, con l’Asia ancora ai vertici delle vendite e delle scorte, seguita dall’Europa e le Americhe. Robotica e automazione daranno quindi sempre più forma al nostro futuro modo di lavorare, con un enorme potenziale di miglioramento della produttività, della qualità, della sicurezza, della remunerazione e della competitività dell’industria manifatturiera.

Sono 7.895 i robot antropomorfi e scara censiti nel 2018
Siamo davanti a una nuova rivoluzione industriale con protagonista la robotica, settore in cui l’Italia, per storicità e competenza, si ritaglia da sempre un ruolo da protagonista. A dirlo, anche in questo caso, non sono solamente i sentiment degli operatori del settore, ma sono soprattutto i numeri a parlare, quelli elaborati da SIRI che, attraverso il suo Gruppo di Lavoro Statistiche e la collaborazione del Centro Studi di UCIMU – Sistemi per Produrre, monitora l’andamento del mercato italiano della robotica attraverso un’indagine statistica semestrale che effettua coinvolgendo i costruttori di robot attivi sul nostro mercato. “Ovviamente non stiamo parlando dei numeri impressionanti della Cina – dove le vendite di robot industriali sono aumentate del 59% nel 2017, raggiungendo le 138.000 unità – ma di dati che, fatta le debite proporzioni, impressionano allo stesso modo e sono sintomatici di un comparto in piena di salute” afferma Domenico Appendino, Presidente SIRI che prosegue: “7.895 robot antropomorfi e scara censiti nel 2018 (di cui i primi sono l’89%) rappresentano infatti il miglior dato di sempre per quanto riguarda il nostro Paese che, per il quinto anno consecutivo, fa segnare un volume di vendite annuali in crescita. È un’escalation continua di record che per il 2018 indica una percentuale di crescita del 13,9% dei robot industriali venduti in Italia (nel 2017 erano stati 6.929 i robot venduti). Tengo a sottolineare che parliamo di robot venduti e non installati in Italia perché, di fatto, i nostri System Integrator, tra i migliori al mondo nel dare risposte e soluzioni concrete di automazione basate sull’uso di robot industriali, contribuiscono con il loro lavoro in modo sostanziale a questo boom. Spesso però, acquistano i robot in Italia, ma li installano in altri paesi, europei e non. Ecco perché dobbiamo parlare di robot ordinati e non installati. Ciò non toglie che si tratta comunque di un dato record e molto importante che trova conferma anche nella stima del mercato globale basata sulle sensazioni dei presenti al Gruppo di Lavoro Statistiche di SIRI secondo cui il numero di robot venduti supera di gran lunga le 10.000 unità. Il risultato di queste sensazioni porterebbe quindi a una percentuale di crescita vicina al 15% rispetto al 2017”.

È la General Industry a dominare la scena
La suddetta stima va aggiunta ai dati interni del GdL Statistiche di SIRI per coprire al meglio possibile quella parte di robot industriali che non viene censita dall’indagine; parliamo, per esempio, di robot a cinematica parallela, dei sistemi cartesiani che, di fatto, sono dei robot a tutti gli effetti, oppure dei più innovativi cobot e di altre tipologie di robot speciali.
Ma veniamo ai dati censiti dal GdL di SIRI vedendoli più nel dettaglio. Guardando la Tabella dell’indagine pubblicata in queste pagine appare fin da subito evidente quanto detto dal Presidente Appendino in merito alla differenziazione tra robot ordinati e non installati in Italia; le 7.895 unità totali sono infatti il frutto della somma di 2.150 robot venduti direttamente dai costruttori presenti nel nostro Paese (pari a una percentuale di incremento del 12,7%) e degli oltre 5.000 – per l’esattezza 5.745 (+14,4%) – robot ordinati tramite terzi che, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta dei numerosi System Integrator italiani. Dal punto di vista dell’analisi settoriale, l’automotive, in attesa che qualche cosa di importante accada nel nostro Paese in questa direzione, ha ceduto il passo alla General Industry che con ben 6.089 unità certifica l’efficacia delle politiche di incentivazione previste dal Piano Nazionale Industria 4.0 e conferma la robotica come la tecnologia abilitante per eccellenza, in tal senso. Infatti, sono stati “solo” 1.806 i robot destinati al settore auto, tra stabilimenti di produzione, Tier 1 e Tier 2. Un dato che appare comunque interessante, soprattutto per quanto riguarda il ruolo degli integratori che, in questo caso, viene attenuato dal consolidato rapporto esistente fra i vari produttori di robot e i costruttori di auto; sono infatti 1.005 i robot che sono stati ordinati in modo diretto e 801 quelli venduti tramite terzi.
Parlando di General Industry è invece l’integratore a farla da padrone con ben 4.944 robot ordinati tramite terzi (16% in più rispetto al 2017) cui si contrappongono le 1.145 unita vendute in modo diretto dai produttori di robot (-14,2%).

Material Handling, asservimento macchine e palletizzazione su tutto
Scendendo ancor più nel dettaglio e sempre facendo riferimento alla tabella riassuntiva stilata dal GdL Statistiche di SIRI, si conferma una General Industry in forte ascesa anche dal punto di vista applicativo rispetto all’automotive. Arc Welding e Spot Welding, da sempre catalizzatori della robotica innovativa, pur facendo segnare una crescita rispetto al 2017, con rispettivamente 520 (+38,8%) e 293 (+92,8%) macchine ordinate per questa destinazione applicativa, segnano un po’ il passo se paragonate ai 3.296 robot venduti per il Material Handling, ai 1.257 robot destinati all’asservimento alle macchine utensili e alle 1.094 unità per applicazioni di palletizzazione.
“Questi dati evidenziano quanto di buono abbia prodotto la politica degli incentivi legati all’Industria 4.0, soprattutto in quegli ambiti in cui l’uso di un robot industriale ha potuto portare ingenti miglioramenti sotto l’aspetto dell’incremento di produttività, della qualità e dell’efficienza di processo” spiega ancora il Presidente SIRI. “Penso per esempio all’industria manifatturiera in cui l’integrazione di robot in un sistema di macchine interconnesse racchiuda, di fatto, tutti i concetti più innovativi della smart manufacturing e dell’Industria 4.0”.
“Vi è poi l’aspetto legato alla sicurezza degli operatori – prosegue Appendino – che a noi di SIRI sta particolarmente a cuore e che è forse l’aspetto più rilevante per cui l’uso dei robot ha fatto da sparti acque tra due scenari industriali molto diversi andando a sollevare l’operatore da tutte quelle mansioni usuranti e alienanti cui spesso era sottoposto, permettendogli, nel contempo, di preservare il proprio aspetto psicofisico e di esprimere al meglio il suo potenziale come valore aggiunto. I 3.296 robot ordinati per il Material Handling, pur registrando un lieve calo rispetto al 2017 (-2.1%) quando le unità vendute per questo impiego furono 3.367, lo testimoniano in maniera inequivocabile. Lo stesso può valere per i robot di palletizzazione passati dai 542 del 2017 alle 1.094 unità ordinate nel 2018 cui corrisponde una percentuale di incremento del 101,8% oppure per i robot di asservimento alle macchine utensili che, cresciuti di 200 unità, fanno registrare una percentuale di sviluppo del 18,9%”.
Una buona percentuale di crescita è stata anche toccata dai robot destinati ad applicazioni di sbavatura dove la percentuale di crescita è pari al 15,9 % ed è frutto di un numero di robot ordinati che è passato dai 145 del 2017 ai 168 del 2018. Praticamente invariati o stabili altri ambiti applicativi come quello dei robot di montaggio 737 nel 2018 contro i 741 del 2017 (-0,5%) o i robot da fonderia, diminuiti di qualche unità 423 contro i 442 del 2017 (-4,3%).
Appare dunque evidente che la robotica e l’automazione, in futuro, modificheranno e caratterizzeranno sempre più il nostro modo di lavorare tant’è vero che si parla di previsioni che danno il comparto della robotica ulteriormente in crescita nei prossimi anni. Sembrerebbe dunque che il meglio debba ancora arrivare!

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