Siamo fautori di un nuovo umanesimo tecnologico

L’attuale situazione conseguente alla pandemia da Coronavirus ha imposto a tutti noi un rallentamento prolungato delle nostre mansioni e attività rispetto alla normalità. Approfittando quindi del tempo a disposizione ho pensato di scrivere qualche riflessione sul connubio tra robotica, etica e innovazione alla luce di quelle che erano le previsioni, pre COVID-19, fatte dalla International Federation of Robotics.

a cura di Domenico Appendino, Presidente di SIRI, Associazione Italiana di Robotica e Automazione e Consigliere UCIMU – Sistemi per Produrre

Dai dati riportati nel World Robotics 2019 che fotografa nel mondo lo stato della robotica industriale nel 2018 e presenta una previsione di crescita fino al 2022, la Federazione Internazionale di Robotica (IFR) prevedeva – dopo un 2019 con un livello di vendite sostanzialmente uguale al 2018, anno ancora di crescita dopo l’aumento record (+30%) del 2017 e sesto picco consecutivo dal 2012, una ripresa della crescita dal 2020 che avrebbe dovuto portare l’installazione di quasi 2 milioni di nuove unità di robot industriali nelle fabbriche di tutto il mondo nell’arco di due anni, dal 2020 al 2022 per l’appunto.

Laser

Un grande cigno nero imprevisto

Il 19 febbraio scorso a Francoforte, proprio qualche giorno prima della presa di coscienza mondiale del problema coronavirus, IFR ha commentato le previsioni di World Robotics e ha mostrato le principali tendenze di questa crescita che ora, a distanza di poco più di un mese, purtroppo non è realistico pensare che si possa realizzare con i numeri dichiarati prima di questa emergenza: un cigno nero assolutamente imprevedibile che ha stravolto l’economia del mondo. È infatti ragionevole pensare che nella situazione attuale sarà possibile tentare di fare nuove previsioni solo dopo la fine di questa pandemia che tutti ovviamente auspichiamo sopraggiunga al più presto. Tuttavia, queste tendenze, se non saranno responsabili della crescita prevista prima dell’emergenza sanitaria mondiale, lo saranno comunque per il raggiungimento dei volumi di vendita reali di questo 2020 anomalo e l’auspicabile crescita del triennio sarà fortemente influenzata soprattutto dalla durata che l’emergenza avrà avuto e dalla forza della ripresa che si manifesterà in un mondo che, come nel passato dopo tutte le grandi calamità, mostrerà certamente una fortissima voglia di ripresa. Il loro esame presenta quindi un interesse al di là dello specifico momento e va fatto anche per rafforzare la nostra fiducia nel futuro. Un sentimento che esiste in tutti noi, soci e non di SIRI, uomini che credono fortemente nel valore della robotica e dell’automazione non solo per i relativi aspetti economici e industriali, ma anche per quelli sociali ed etici connessi, sempre motivati da grande fiducia e orgoglio del nostro lavoro. Questo atteggiamento è certamente una molla importante che ci spingerà di sicuro più velocemente verso l’uscita dal difficile tunnel in cui ci troviamo tutti.

Bambini e Robot

I robot diventano più intelligenti e collaborano con i lavoratori

“La robotica e l’automazione intelligenti sono fondamentali per affrontare le nuove tendenze dei consumatori, la domanda di varietà di prodotti o le sfide da ostacoli commerciali”, ha affermato la dottoressa Susanne Bieller, segretario generale dell’IFR, “le nuove soluzioni tecnologiche aprono la strada a una maggiore flessibilità nella produzione”. Semplificazione, collaborazione e digitalizzazione sono i driver chiave che andranno a beneficio dell’implementazione dei robot la cui programmazione e installazione diventano sempre più semplici. I sensori digitali combinati con un software intelligente consentono metodi di insegnamento diretto, la “programmazione per dimostrazione”. Il compito che il braccio del robot deve eseguire viene prima eseguito da un essere umano: prende letteralmente il braccio del robot e lo guida a mano attraverso i movimenti. Questi dati vengono quindi trasformati dal software nel programma digitale del braccio. In futuro grazie all’intelligenza artificiale gli strumenti di apprendimento automatico consentiranno ai robot anche di apprendere mediante prove ed errori o dimostrazioni video e di ottimizzare automaticamente i loro movimenti. La collaborazione uomo-robot è un’altra tendenza importante nella robotica. Con la capacità di lavorare in tandem con gli umani, i moderni sistemi robotici sono in grado di adattarsi a un ambiente in rapido cambiamento. La gamma di applicazioni collaborative offerte dai produttori di robot continua a espandersi. Attualmente, le applicazioni per spazi di lavoro condivisi sono le più comuni. Robot e lavoratore operano fianco a fianco, completando le attività in sequenza. Le applicazioni in cui l’uomo e il robot lavorano contemporaneamente sulla stessa parte sono ancora le più difficili. La ricerca e sviluppo si concentra su metodi per consentire ai robot di rispondere in tempo reale. Proprio come collaborano due lavoratori umani, i team di ricerca e sviluppo vogliono che i robot adattino il proprio movimento al proprio ambiente, consentendo una vera collaborazione reattiva. Queste soluzioni includono voce,  gesto e riconoscimento dell’intento dal movimento umano. Con la tecnologia di oggi, la collaborazione uomo-robot ha già un enorme potenziale per le aziende di tutte le dimensioni e settori ma anche qui lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI) sarà determinante. Gli investimenti in applicazioni di automazione collaborativa affiancheranno sempre di più quelli con robot industriali tradizionali. I robot industriali sono i componenti centrali della produzione digitale e utilizzati nell’industria 4.0. Ciò rende ancora più importante il poter comunicare tra loro, indipendentemente dal produttore. Esistono ormai delle piattaforme di comunicazione open che definiscono un’interfaccia generica standardizzata per robot industriali e consentono di connettersi alla rete (internet industriale delle cose, IIoT). La connettività digitale dei robot, ad esempio con la tecnologia cloud, è anche un fattore abilitante per nuovi modelli di business. Sono infatti svariate le possibilità che l’interconnessione tra macchine anche di aziende diverse possono presentare, con vantaggi particolarmente interessanti per le piccole e medie imprese (PMI), consentendo fra l’altro soprattutto minor capitale impegnato, cosa molto importante in generale ed in particolare appunto per le PMI che così possono ora pensare di affrontare sfide prima impensabili.

Tipologie di collaborazione con robot industriali

Roboetica: la sfida del futuro

La sfida che l’uomo oggi si pone nell’Industria 4.0 a seguito dei recenti continui e impressionanti sviluppi tecnologici – tra cui automazione, robotica e intelligenza artificiale – è imperniata su due temi cardine: formazione ed etica.
La formazione è un tema generale ed è particolarmente importante per consentire ai lavoratori di diventare “higher skilled” e quindi di non subire la quarta rivoluzione industriale ma di esserne protagonisti in modo da poter occupare le posizioni di lavoro richieste dalle nuove esigenze industriali. Questo è il compito non solo della scuola e dell’impegno formativo delle aziende ma anche, specificatamente, dei “competence center” dove dovrebbero potersi esplicare tutte le competenze in modo coordinato in modo da poter affrontare i nuovi temi di questa rivoluzione industriale, tra i quali sicuramente la cultura robotica è uno dei più importanti. Su questo argomento nel recente passato sono state presentate assurde proposte a livello europeo che chiedevano di tassare i robot per compensare la presunta perdita di posti di lavoro. Non c’è nulla di più sbagliato, oltretutto si tassa il reddito, non come lo si realizza. La maggior parte degli studi noti, alcuni anche dell’IFR, dimostrano che i robot, l’automazione in generale e ultimamente anche l’intelligenza artificiale applicata alla produzione migliorano le condizioni lavorative. Risulta anche la scomparsa di alcuni posti di lavoro, ma ne creano altri in numero decisamente importante e maggiore che sono più adatti agli umani, in quanto richiedono più intelligenza e sono meglio retribuiti. Piuttosto gli Stati si devono preoccupare anche loro di incentivare un’adeguata formazione per facilitare il processo di automazione in corso, cioè la trasformazione dell’operaio in operatore. La storia ci insegna che questo è un processo comunque inarrestabile perché teso a migliorare le condizioni di lavoro e quindi di vita dell’uomo, non solo a migliorare il profitto delle aziende. L’etica, invece, è un tema fondamentale che non si limita solo ai robot includendo anche i bot, cioè gli automi non fisici ma informatici e tutte le macchine “intelligenti”, ma essa è nelle mani soprattutto delle istituzioni che hanno il compito di normare gli sviluppi tecnologici e i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale lo richiedono con forza. Ci si pone, infatti, la domanda di cosa sarà l’intelligenza artificiale delle macchine tra dieci anni e ci si augura di poterla allora trovare saldamente al servizio dell’uomo, non contro. In questo tema, è grande la responsabilità degli stati che devono emanare leggi illuminate con sempre l’uomo al centro: tutto ha senso se pensato, progettato e realizzato per l’uomo, proprio come nella prima metà del secolo scorso era stato indicato da Asimov con le sue tre famose leggi della robotica nelle sue opere di fantascienza. I robot e tutte le macchine, in futuro, devono essere sempre, e rimanere tali, strumenti dell’uomo e non ci deve essere la possibilità che le parti si invertano. Al limite, se si dovesse correre un rischio per l’umanità, credo che l’autodistruzione di questa automazione, anomala ed estremamente pericolosa, dovrebbe avvenire automaticamente con un sistema pre-programmato seguendo una regola estrema ma necessaria. Credo che sia meglio il ritorno a un mondo primordiale in cui sono di nuovo presenti rischi, sudore e fatica piuttosto che un mondo gestito da un’automazione che l’uomo non può più controllare e che lo trasforma in un suo ingranaggio. Un nuovo umanesimo della tecnologia che deve ispirare l’inizio di questo complicato terzo millennio, ecco ciò a cui si deve tendere.

Robot e futuro

La “Call for AI Etics”, un approccio etico all’intelligenza artificiale

Nei paesi occidentali, in questi ultimi anni, si sono viste alcune azioni tese a questo scopo come le raccomandazioni alla Commissione Europea concernenti le norme di diritto civile sulla robotica (2016) sfociate in una proposta di norme (2017) e quindi a loro volta superate (2018) nel lavoro della commissione europea per l’intelligenza artificiale, come giustamente è stato fatto, essendo lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle macchine il vero tema da affrontare. Ma una decina di giorni dalla terribile notizia dell’esistenza in Cina del Coronavirus già diffuso a Wuhan e nella sua provincia ci è giunta invece il 28 febbraio una bellissima notizia, la firma a Roma della “Call for AI Ethics”, documento che promuove appunto un approccio etico all’intelligenza artificiale, in nome di una responsabilità condivisa tra organizzazioni, governi e istituzioni per un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio dell’uomo e non viceversa. Firmatari sono la Pontificia Accademia per la Vita, Microsoft, IBM, FAO e Governo Italiano, lo scopo del documento è quello di promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso di responsabilità condivisa per garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione. I firmatari della Call esprimono il desiderio di lavorare insieme in questo contesto a livello nazionale e internazionale, per promuovere una “algor-etica”, ovvero lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale secondo i seguenti principi, fondamentali di una buona innovazione: Trasparenza, in linea di principio i sistemi di intelligenza artificiale devono essere comprensibili; Inclusione, devono essere prese in considerazione le esigenze di tutti gli esseri umani  in modo che tutti possano beneficiare e che a tutti gli individui possano essere offerte le migliori condizioni possibili per esprimersi e svilupparsi; Responsabilità: coloro che progettano e implementano soluzioni di intelligenza artificiale devono procedere con responsabilità e trasparenza; Imparzialità: non creare o agire secondo il pregiudizio, salvaguardando così l’equità e la dignità umana; Affidabilità: i sistemi di intelligenza artificiale devono essere in grado di funzionare in modo affidabile; Sicurezza e privacy: i sistemi di intelligenza artificiale devono funzionare in modo sicuro e rispettare la privacy degli utenti. Grande regista dell’operazione è stato padre Paolo Benanti, Docente di Teologia morale ed etica delle tecnologie della Pontificia Università che ha anche moderato il convegno nel quale è avvenuta la presentazione del documento i cui firmatari sono stati il monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il dottor Brad Smith, Presidente Microsoft, il dottor John Kelly, Vice Presidente Esecutivo IBM, il dottor Dongyu Qu, Direttore Generale della FAO e il Ministro Paola Pisano per il Governo italiano. Ai lavori ha anche partecipato il dottor Davide Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo e sono stati chiusi dal discorso rivolto ai partecipanti da Papa Francesco tramite monsignor Vincenzo Paglia che prima aveva sottolineato come “Il testo della Call si caratterizza per essere un primo tentativo nel formulare un insieme di criteri etici con comuni riferimenti di valore, offrendo un contributo all’elaborazione di un linguaggio comune per interpretare quanto è umano” e quindi che è necessario “dar vita a un movimento che si allarghi e coinvolga altri soggetti: istituzioni pubbliche, ONG, industrie e gruppi per produrre un indirizzo nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie derivate dall’IA. Questa call non è un punto di arrivo, ma un inizio per un impegno che appare ancora più urgente e importante di quanto fin qui fatto. Aderire a questa iniziativa comporta per le industrie che firmano un impegno che ha anche una rilevanza in termini di costi e di impegno industriale nello sviluppo e nella distribuzione dei loro prodotti”. Importanti gli interventi dei due firmatari industriali sia per il fatto che hanno aderito, sia per i contenuti dei loro interventi. “Microsoft è orgogliosa di firmare la Rome Call for AI Ethics, che rappresenta un importante passo in avanti nella promozione di un dibattito pensato, rispettoso e inclusivo sul rapporto tra Intelligenza Artificiale ed Etica” ha commentato Brad Smith, Presidente Microsoft. Il Vice Presidente di IBM, John Kelly ha commentato che “l’Intelligenza Artificiale è una tecnologia incredibilmente potente che può aiutarci a rendere il mondo più smart, più sano e più prospero purché, fin dall’inizio, sia sviluppata secondo interessi e valori umani. La Call for AI Ethics di Roma ci ricorda che dobbiamo pensare con attenzione alle esigenze di chi beneficerà dell’intelligenza artificiale e investire significativamente sulle competenze necessarie. La società avrà più fiducia nell’IA quando ciascuno potrà vedere che il suo sviluppo è basato su principi etici e che le aziende che se ne occupano stanno affrontando direttamente tutte le questioni legate alla fiducia e alla responsabilità”. A questo tema, così importante per i robot “intelligenti” e tutta l’automazione del futuro, SIRI è sempre stata molto attenta; non a caso il nostro prossimo convegno, programmato per il prossimo 6 maggio che speriamo l’emergenza sanitaria non ci costringa a rimandare, ha il titolo “ROBOETICA, l’uomo è ancora al centro dell’innovazione?”.

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