È di 750 miliardi di euro il Fondo per la Ripresa
La Commissione Europea ha creato un nuovo strumento per garantire la RIpresa: la Next Generation EU assicurerà che il recupero sia sostenibile, inclusivo ed equo per tutti gli Stati membri.Il suo budget raggiunge i 750 miliardi di euro, 500 miliardi di euro di sovvenzioni e 250 miliardi di euro di prestiti a condizioni favorevoli, con i governi che hanno un ruolo cruciale nel decidere come questi soldi saranno spesi. Il fondo fa parte di un Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) aggiornato che mobiliterà altri 1.100 miliardi di euro tra il 2021 e il 2027.
Per raccogliere i 750 miliardi di euro, la Commissione chiederà agli Stati membri l’autorizzazione a prendere risorse in prestito dai mercati a livelli record, aumentando quelle proprie dell’UE al 2%.
La Commissione proporrà inoltre una serie di nuove risorse proprie, per esempio una tassa sui livelli limite di CO2 per controbilanciare le importazioni di prodotti a basso costo dall’estero che danneggiano il clima e una nuova tassa digitale. Per raccogliere il fondo di 750 miliardi di euro, i funzionari dell’UE stanno, infatti, valutando la possibilità di riportare a livello europeo i piani per una tassa sui servizi digitali.
Per rendere disponibili i fondi il prima possibile, la Commissione ha proposto di modificare l’attuale Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 per rendere disponibili ulteriori 11,5 miliardi di euro già nel 2020. Il fondo di recupero di 750 miliardi di euro della Commissione europea potrebbe essere coperto finanziariamente da nuove fonti di entrate, tra cui l’estensione dell’ETS ai settori dell’aviazione e della navigazione.
I tre pilastri della Next Generation EU saranno:
• Sostegno agli stati membri con investimenti e riforme: compreso un nuovo strumento di ripresa e resilienza di 560 miliardi di euro che offrirà sostegno finanziario agli investimenti e alle riforme in relazione al green e alle transizioni digitali e alla resilienza delle economie nazionali, collegandole alle priorità dell’UE.
• Dare il via all’economia dell’UE incentivando gli investimenti privati, con un nuovo strumento di sostegno alla solvibilità che mobiliterà risorse private per sostenere con urgenza le aziende europee redditizie nei settori, nelle regioni e nei Paesi più colpiti dalla crisi COVID-19. Questo pilastro comprenderà un nuovo strumento strategico per generare investimenti fino a 150 miliardi di euro per aumentare la resilienza dei settori strategici, in particolare quelli detti in precedenza del green e della transizione digitale, e delle principali catene del valore nel mercato interno, grazie a un contributo di 15 miliardi di euro da parte della Next Generation EU.
• Affrontare le lezioni della crisi con il Programma Salute, EU4Health, per rafforzare la sicurezza sanitaria e prepararsi per eventuali future crisi sanitarie.
Per accedere ai fondi, gli Stati membri dovranno presentare piani di riforma e di investimento allineati alle priorità dell’UE e alle raccomandazioni specifiche per paese emesse dall’esecutivo dell’UE.
Una volta inviati i piani nazionali a Bruxelles, tutti gli Stati membri decideranno se tali proposte di investimento e di riforma valgano la pena di ricevere i fondi per la ripresa attraverso la procedura di “comitology”, che richiede la consultazione dei governi nazionali. I piani nazionali dovranno essere approvati dalla maggioranza qualificata degli stati membri (almeno 15 stati membri che rappresentano il 65% della popolazione dell’UE).
91 miliardi di sovvenzioni per l’Italia
Stiamo parlando di una epocale “svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”, ha scritto su Twitter il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni. All’Italia, secondo cifre che dovrebbero essere confermate in questi giorni, potrebbero andare 82 miliardi in sovvenzioni e 91 miliardi in prestiti, secondo una tabella comunitaria. Giusto per fare un raffronto, alla Spagna, altro paese duramente colpito dalla pandemia, dovrebbero andare 77 miliardi di sovvenzioni e 63 miliardi di prestiti. Sempre secondo la stessa tabella, la Polonia riceverebbe 64 miliardi di euro, dei 750 miliardi di euro previsti dal fondo per la Ripresa. I dati dipenderanno in ultima analisi dalla domanda. È purtroppo presumibile che le chiavi di ripartizione dei fondi saranno oggetto di un vivace dibattito tra i paesi membri. In modo che una parte del denaro sia disponibile già quest’anno, Bruxelles emenderà il bilancio 2014-2020 per garantire fondi nei prossimi mesi per un totale di 11,5 miliardi di euro. Il nuovo Fondo per la Ripresa – e questa è la vera novità storica – sarà finanziato da obbligazioni della Commissione europea. I titoli avranno maturità diverse, ma l’impegno è di rimborsarli entro il 2058, ma non prima del 2028.
La grande svolta “verde”
Come accennato, la proposta aggiornata del QFP dell’UE, con un budget di 1.000 miliardi di euro e il piano di ripresa da 750 miliardi di euro, sarà orientata verso le transizioni verdi e digitali rispetto al Green Deal: il fondo di 750 miliardi di euro avrà infatti dei vincoli ecologici, con il 25% di tutti i finanziamenti destinati all’azione per il clima. Aggiungendo “condizioni verdi” al suo fondo per la ripresa, la Commissione Europea sta anche cercando di ripristinare condizioni di parità tra gli Stati membri ricchi e poveri dell’UE, dove “tutti si pongono gli stessi obiettivi”.
La priorità sarà data immediatamente a:
• ristrutturazione di edifici e infrastrutture;
• sviluppo dell’economia circolare;
• l’avvio di progetti di energia rinnovabile (in particolare eolica, solare e idrogeno);
• trasporti e logistica più puliti (per esempio: veicoli elettrici, viaggi in treno, …).
La spesa sarà inoltre guidata da una “tassonomia” finanziaria sostenibile, che mira a canalizzare gli investimenti privati in tecnologie che contribuiscono ad almeno uno degli obiettivi ambientali predefiniti (un test “do no harm” inserito nella tassonomia escluderà in linea di principio i combustibili fossili e l’energia nucleare).