I nostri robot mobili sono sicuri e collaborativi
OMRON è un brand globale nel panorama dell’automazione industriale e ai Robotic Days di Deformazione ha dato il suo contributo grazie a Giacomo Pallucca, Business Development Specialist dell’azienda che parlato della loro soluzione MoMa – Mobile Manipulator – che alle potenzialità della robotica mobile AMR unisce quelle della robotica collaborativa.
Inizierei con il chiederle di parlarci dell’approccio al mercato della robotica di OMRON e di spiegarci qual è la vostra filosofia e quali sono i capisaldi tecnologici che portate avanti attraverso la vostra gamma di prodotto che vorrei presentassi a grandi linee?
OMRON è un brand leader nel panorama dell’automazione industriale a livello globale, capace di coprire tutti i mercati da quello asiatico a quello americano con una forte presenza europea. Proprio l’Italia è una delle nazioni con il maggior fatturato e nella quale OMRON crede e spinge (per non dire investe) di più. OMRON da qualche anno promuove il concetto di i-Automation, l’idea cioè della fabbrica del futuro dove Integrazione, Intelligenza e Interattività sono i capisaldi. Grazie a questi concetti, tutti i nostri prodotti nascono con queste tre caratteristiche di fondo. Infatti, l’integrazione dei nostri prodotti è garantita; da relais, alimentatori, pulsanti fino ad arrivare a robot mobili, collaborativi e controllori di macchina con Intelligenza Artificiale, tutti si parlano e scambiano informazioni tra di loro, in un unico ecosistema. Grazie alla robotica collaborativa sia mobile che fissa, l’interattività con gli operatori di linea acquista un ruolo chiave e ci permette di guardare alla fabbrica del futuro come un concetto attuale, concreto e possibile.
Proprio per seguire le tendenze del mercato, OMRON, negli ultimi sei anni ha investito in acquisizioni strategiche per integrare il proprio know-how, che di lì a poco sarebbe diventato sempre più abilitante. Abbiamo acquisito aziende come Adept, leader nella robotica mobile e fissa, Microscan, leader nei BarCode/QRcode reader e tracciabilità e la robotica collaborativa grazie alla partnership con Techman, per non dimenticare un colosso delle macchine a controllo numerico come DeltaTau.
Si è parlato diffusamente di robotica di servizio e di robotica mobile, ambito che vi vede impegnati in prima fila a “scolarizzare” sui potenziali impieghi di queste macchine e sui reali vantaggi che potrebbero comportare. Vorrei quindi chiederle se possiamo parlare, anche per la robotica mobile, di un vero e proprio trend tecnologico che caratterizzerà il mercato nei prossimi anni? Di che potenzialità stiamo parlando? Per quali impieghi? Con quali vantaggi?
Oggi giorno sono disponibili robot mobili capaci di effettuare operazioni semplici e in totale sicurezza; questo sta pian piano cambiando anche il mindset di chi si occupa del layout degli impianti produttivi. Infatti, si possono usare navette completamente automatizzate per il material handling sia nella logistica sia a livello produttivo. Siamo davanti a una tecnologia che nei prossimi anni sarà uno standard, come lo sono i muletti o i nastri trasportatori oggi giorno. Da qui l’idea di passare al concetto di robotica di servizio. Questo può aprire svariati scenari e soluzioni, che già oggi sono in fase implementativa presso grandi end-user. I nostri robot mobile hanno permesso a molti clienti di ottimizzare e snellire il bordo macchina riducendo l’occupazione del work-floor e rendendo la movimentazione della merce sicura e tracciata all’interno di tutto l’impianto. Un altro plus si ottiene con la destrutturazione dell’impianto produttivo andando a sostituire i classici nastri trasportatori con delle navette intelligenti che si occupano del carico e scarico delle varie macchine. Un’altra interessante soluzione è quella di creare dei Mobile Manipulator che possano fare dei controlli a campione della linea andando a fare delle ispezioni di qualità in maniera autonoma. Molto utile quando si hanno degli impianti piuttosto grandi, dove queste operazioni sono estremamente time-consuming per gli operatori. In alcuni impianti ci si trova a muoversi con la biciletta per andare da un punto all’altro della singola macchina.
Può, a questo punto, presentare la vostra gamma di robot mobili autonomi parlandoci delle specifiche peculiarità e spiegandoci perché li definite una soluzione completamente integrata?
Certamente, OMRON può fornire una gamma veramente ampia e, lasciami dire, completa. Infatti, abbiamo diviso il nostro portafoglio prodotti in tre famiglie ben distinte in base al carico massimo trasportabile. Partendo dalle soluzioni di taglia “piccola”, che si differenziano in LD-60 e LD-90, il numero rappresenta il carico trasportabile massimo rispettivamente di 60 e 90 kg. Nella fascia intermedia abbiamo LD-250 che con i suoi 250 kg di carico utile permette già la movimentazione di carichi importanti e di attrezzaggi piuttosto complessi. Come taglia massima abbiamo voluto entrare in competizione con i transpallet e quindi avere un footprint ideale per il trasporto dei pallet, con un impressionante payload di 1.500 kg.
L’integrazione di questa gamma è data dal software di programmazione e gestione, infatti si possono creare flotte con fino a 100 robot mobile indipendentemente dal modello, capaci di operare su più livelli e in grado addirittura di chiamare l’ascensore o il montacarichi per cambiare piano.
L’OMRON Enterprise Manager permette di gestire i flussi, i movimenti e i cicli di ricarica della propria flotta, oltre all’ottimizzazione delle chiamate e delle traiettorie di movimento. Permettendo anche la comunicazione inter-flotta.
Si parla tanto di robotica collaborativa; lo abbiamo fatto tanto anche noi in questi giorni. La domanda che mi viene è dunque la seguente: un robot mobile è anche un robot collaborativo? Penso poi all’abbinata con un cobot che voi chiamate MoMa, può parlarcene? Di cosa si tratta?
Il sistema di navigazione naturale integrato permette ai nostri AMR (Autonomus Mobile Robot) di muoversi liberamente e in maniera sicura, senza l’utilizzo di bande magnetiche, luci, guida laser o altre infrastrutture esterne. Il robot può evitare il personale fermandosi o ripianificando il percorso in real-time. Questo vale per tutti i nostri robot mobili, che sono i sicuri e soprattutto collaborativi e ancora degli aiutanti silenziosi degli operatori impiegati nel ciclo produttivo. Quando OMRON ha deciso di investire sulla robotica collaborativa aveva già in mente la soluzione Mobile Manipulator (MoMa), come si evince dal nome si tratta di montare uno, o potenzialmente più, braccia collaborative sopra un AMR. I nostri cobot sono ideali per questa soluzione grazie a due elementi chiave, l’alimentazione DC per poter usare la stessa batteria del mobile e il sistema di visione integrato. La telecamera permette di aumentare/migliorare la precisione di posizionamento del robot mobile, grazie a un sistema integrato di autoreferenziamento, con il quale il robot riconosce il piano di lavoro con una precisione tale da poter realizzare anche degli assemblaggi. OMRON non fornisce una soluzione MoMa chiavi in mano: insieme al cliente sviluppa la soluzione migliore utilizzando prodotti OMRON insieme al nostro know-how e alla nostra esperienza.
In precedenza le ho chiesto di parlarci dei potenziali impieghi dei robot mobili in modo generico. TI chiedo ora di farlo pensando esclusivamente all’ambito industriale e in particolare alle nostre tipiche realtà manifatturiere. Può farci una sorta di carta d’identità della PMI tipo che può trarre il massimo beneficio dall’adozione di un vostro robot autonomo?
Le PMI italiane sono il cuore del panorama produttivo italiano, e oggi, grazie all’evoluzione tecnologica e a un’offerta sempre più competitiva, possiamo pensare al loro utilizzo anche nelle PMI. L’utilizzo principale rimane quello della logistica, sia per gestire in-bound che out-bound ma anche la gestione della intra-logistica. Un altro utilizzo interessante è all’interno di impianti di tipo JobShop. Sempre più realtà, soprattutto le PMI, hanno un layout d’impianto simile, dove ci sono isole che si occupano di determinate e specifiche lavorazioni. Il robot mobile o la sua declinazione MoMa possono essere contemporaneamente il sistema di trasporto e di carico/scarico (machine tending) di tutte le macchine. In questo modo, si può ridurre il numero di operazioni ripetitive a basso valore aggiunto che la manodopera è obbligata a seguire per portare avanti la produzione. Nel nostro immaginario gli operatori sono i supervisori dell’impianto e tutte le operazioni ripetitive vengono eseguire dai robot collaborativi, massimizzando efficienza e tracciabilità. Inoltre, in questo periodo pandemico possono essere un grande aiuto per mantenere le giuste distanze e rendere l’impianto meno sensibile al labour shortage.
Penso alla più ampia diffusione possibile della robotica mobile nelle nostre fabbriche e mi chiedo se anche questo tipo di macchina è accompagnata dai classici pregiudizi in relazione alla perdita dei posti di lavoro per esempio? Vi è poi l’aspetto legato alla programmazione di questi robot che immagino debba essere la più immediata e user friendly possibile, è corretto? In merito a questo aspetto, le chiedo di spiegarci che tipo di strumento è il Fleet Simulator che avete sviluppato?
Ci siamo trovati molte volte a dover discutere del capitale umano e di come questo possa essere a rischio. Il tempo fornisce sempre la risposta giusta; in tutte le nostre applicazioni/soluzioni nessun robot ha causato una riduzione del personale anche in quei casi dove abbiamo anche flotte funzionanti con più di 10 navette. Questo perché le persone sono e resteranno sempre il centro della fabbrica e sicuramente possono dare un contributo migliore con attività diverse dal material handling o dal machine tending, attività che solitamente cubano meno del 30% delle specifiche mansioni.
La programmazione di questi dispositivi è di tipo 4.0, infatti non ci si trova più davanti a una schermata DOS o a un editor di programmazione. Il Cobot ha un sistema di teach dei processi più che di programmazione, si può muovere il robot in modalità hand-guidance, registrare dei path e interagire con il sistema di visione in maniera naturale. Insegnando più che programmando. La filosofia non cambia neanche rispetto al robot mobile, qui abbiamo un software che permette di mappare l’ambiente in cui muoversi, semplicemente portando a spasso il robot come un cagnolino. Dopo di che si impostano i target nel software e da remoto si possono comandare le varie chiamate proprio grazie al Fleet Simulator. Questo software permette di gestire, o simulare, una flotta di AMR mista potendo ottimizzare i flussi in maniera automatica senza profonde conoscenze di Ricerca Operativa e ottimizzazione. Siamo noi di OMRON a mettere a disposizione dei nostri clienti non solo la meccanica e il software, ma soprattutto un know-how di più di 10 anni di robotica mobile e della sua gestione.
Una curiosità: la pandemia ha portato alla ribalta delle cronache l’impiego dei robot mobili in ambito sanitario; è un’applicazione che vi vede coinvolti direttamente?
Se giro il calendario a un anno fa, mi rivedo rispondere a molte mail e numerose video call con oggetto il sanificatore UV con il nostro AMR. OMRON ha nella sua mission aziendale una frase molto centrata e filantropica “Innovation driven by social needs”, dopo 40 anni di presenza in Italia anche i nostri clienti hanno fatto loro questo principio e si sono subito attivati per poter offrire questa soluzione al mercato. Siamo riusciti a convogliare le nostre esperienze a livello global, per realizzare delle soluzioni allo stato dell’arte. Alcune realtà che lo hanno nel proprio parco soluzioni sono Futura Engineering (Città di Castello), Meridionale Impianti (Catania), Logic (Cecina, Li), FM Vision (Umbria), CIA (Milano).
Il loro impiego in ospedali, edifici pubblici, supermercati e molti altri ambiti può essere uno strumento molto potente a livello di sanificazione degli ambienti nella battaglia contro il virus.
Le chiedo, in fine, di guardare al futuro e di darci la sua definizione di Fabbrica Digitale e di parlarci del ruolo che avranno i robot in generale, e i robot mobili in particolare, al suo interno?
Abbiamo già toccato numerosi aspetti della Fabbrica Digitale e per OMRON il futuro è già oggi. I robot collaborativi sono la tecnologia abilitante, ma anche la robotica tradizionale è fondamentale per un sistema produttivo, grazie all’elevato throughput che possono garantire. Quindi il core è l’integrazione tra queste diverse tecnologie, la chiave di volta, da qui il concetto di i-Automation che permette di avere tutto sotto controllo a livello macchina grazie ai nostri Machine Controller (PLC) che si integrano perfettamente sia con i robot, azionamenti e sensori sia con i livelli più alti come MES, ERP o CRM. Soprattutto la robotica mobile permetterà di astrarre il disordine dato da bordo macchina sempre più congestionati e renderli digitali, con flotte che portano il materiale vicino alle diverse macchine solo quando serve. In questo modo, si renderà più semplice l’applicazione dei principi della lean manufacturing e del Just in Time, molto caro a tutte le aziende di origine nipponico come OMRON ed estremamente potente.
Voglio concludere questa bella chiacchierata con il mio messaggio preferito del nostro fondatore Kazuma Tateishi: “To the machine the work of machines, to man the thrill of further creation”. Un concetto che portiamo avanti dal 1933.