Una tecnologia che rende la piegatura semplice e veloce
Grazie alla tecnologia Schröder, Eurotherm ha potuto realizzare internamente la piegatura di pannelli di grandi dimensioni, rivoluzionando il suo sistema produttivo. Scopriamo questa importante partnership incontrando Paolo Ghiazza, di Eurotherm e Piero Merlino di Evomach, distributore italiano di Schröder.
Evomach è distributore dei sistemi di piegatura Schröder e, al termine della Bending Week dello scorso anno, è stata definita il “nuovo che avanza”, proprio per la natura delle macchine che importa in esclusiva per l’Italia. Qual è la particolarità della tecnologia di piegatura Schröder?
Piero Merlino “Schröder propone una tecnologia ibrida che racchiude al suo interno peculiarità della pannellatura, il pezzo è in appoggio quindi non si solleva nello spazio ma rimane sempre sul piano, e della pressa piegatura, da cui riprende il principio della piegatura a stazioni e quindi la flessibilità della gestione di un ciclo di piegatura tipico. Il risultato è un sistema che dà la possibilità all’operatore di movimentare da solo e in sicurezza pezzi anche di grandi dimensioni. L’operatore ha infatti un pezzo appoggiato su un piano a sfere della dimensione massima lavorabile della macchina e deve semplicemente farlo ruotare. La semplicità e l’ergonomia sono tali da non richiedere la presenza di un secondo o terzo operatore: una volta posizionato il pezzo viene infatti preso in carico da una tavola a ventose e la macchina inizia il ciclo di piegatura di tutto il lato. Tutto questo si traduce in una velocità del ciclo superiore, perché si evitano operazioni, come basculare la lamiera che sono faticose, lunghe da effettuare e di difficile preventivazione. Un altro grande vantaggio della tecnologia Schröder è la ripetibilità. Rispetto alla piegatura su tre punti tipica della pressa piegatrice, con questa macchina il risultato è garantito in termini di ripetibilità di più o meno mezzo grado, un vantaggio molto importante se a valle ho lavorazioni successive come la saldatura su impianti automatici. Infine, la pressa piegatura è un’arte e il piegatore esperto grazie alle sue capacità crea il pezzo nel modo più corretto possibile. Questa è una macchina che permette invece di svincolarsi dall’esperienza dell’operatore visto che anche persone non esperte possono apprendere la tecnologia Schröder molto velocemente. Se spostiamo il focus dalla tecnologia all’azienda, Schröder è in continua crescita come dimostra la scelta di costruire una terza unità produttiva nello stabilimento di Monaco di Baviera e il lancio delle nuove versioni di due macchine molto apprezzate: la 216, che è la nostra macchina che può gestire in positivo spessori fino a 16 mm, e soprattutto la nuova Power Bend Professional, che è stata aggiornata migliorandone le performance e introducendo alcune funzionalità completamente nuove. Se guardiamo invece l’Italia, Evomach quest’anno ha fatto passi in avanti: da “il nuovo che avanza” in “il nuovo che si consolida” grazie a un’ottima risposta del mercato. Entro fine anno avremmo in Italia cinque delle pannellatrici Schröder più grandi tra quelle installate in Europa”.
Da quanto raccontato sembrerebbe proprio che si tratta di una tecnologia di piegatura interessante e vantaggiosa come può confermare Paolo Ghiazza, CEO di Eurotherm che, adottando una piegatrice Schröder, ha radicalmente cambiato la propria organizzazione produttiva. Chiederei al sig. Ghiazza di parlarci innanzitutto dell’attività di Eurotherm e di come ha modificato il proprio assetto produttivo.
Paolo Ghiazza “Eurotherm è un’azienda di produttrice di impianti di verniciatura e forni che comprende quattro siti produttivi limitrofi dove realizziamo carpenterie, verniciatura, assemblaggio e le lavorazioni della lamiera. Quest’ultima è nuova per Eurotherm, visto che fino al 2018 erano dei terzisti a occuparsi della piegatura che, nel nostro caso, significa piegare dei pannelli di lamiera di grande formato e basso spessore. Quando però abbiamo realizzato questo nuovo stabilimento e abbiamo avuto la possibilità di realizzare internamente la piegatura, ci siamo subito interrogati su come avremo potuto gestire pannelli di circa 4 m. In azienda avevamo già esperienza di una piegatrice automatica per pannelli più piccoli, ma ci siamo resi conto che era una soluzione adatta solo per lotti più grandi. Ho visto alcune piegatrici manuali capaci di gestire pannelli di grandi dimensioni, ma richiedevano l’impegno di molti operatori, addirittura sei per un impianto che visitai in India. Un tale impegno di operatori non sembrava sostenibile e stavamo quindi per abbandonare la ricerca, quando abbiamo incontrato Evomach e la tecnologia Schröder. Ribaltare la piegatura ci è sembrata quasi una soluzione troppo semplice per essere vera e ci siamo chiesti come mai nessuno l’avesse mai fatto! Siamo andati in Germania a vedere questa macchina da vicino e abbiamo visto che, effettivamente, ci avrebbe permesso con un solo operatore di piegare centinaia di pannelli lunghi 4,5 m ogni giorno. Abbiamo scelto poi di installare un laser fibra non asservito direttamente alla macchina Schröder e di gestire il caricamento sulle piegatrici manualmente tramite ventose. É quella che io chiamo “lamiera volante”, perché la lamiera che non tocca mai per terra, dove prende polvere e rischi di perderla, ma va direttamente dal laser alla pannellatrice Schröder. Da evidenziare anche la produttività del sistema di piegatura Schröder MAK4EVO: oggi dobbiamo fare due turni con il laser per alimentare un turno della piegatrice, cosa che nessuno di noi avrebbe mai pensato! Proprio per massimizzare la produttività abbiamo deciso di affiancare all’operatore che piega un altro che, con un manipolatore, alimenta in continuo la macchina arrivando così a realizzare fino a 40 pannelli/ora. Quindi confermo che la macchina Schröder ha sicuramente rivoluzionato Eurotherm, permettendoci di gestire internamente una lavorazione che pensavamo impossibile da internalizzare e trasformando una lavorazione complicata, difficile e che richiedeva dei professionisti in un’operazione semplicissima”.
Piero Merlino “Con Eurotherm abbiamo la fortuna di partire dalla tabula rasa, cioè costruire il reparto da zero in funzione di questa tecnologia in modo da realizzare una vera Lean Production. Grazie allo scambio tra i nostri tecnici e quelli di Eurotherm siamo riusciti a realizzare un reparto che fosse veramente ottimizzato per questo genere di produzione. Ci ha fatto molto piacere contribuire a creare un reparto che ha un’età media di poco sopra i 20 anni, con tutti giovani operatori che sono stati formati proprio per gestire la lavorazione della lamiera in azienda”.
Sulla piegatrice Schröder una volta posizionato, il pezzo viene preso in carico da una tavola a ventosa e l’operatore deve semplicemente farlo ruotare. La tecnologia Schröder garantisce la massima sicurezza all’operatore che, essendo sul lato opposto rispetto agli utensili di piega, non corre rischi nel maneggiare la lamiera.
In un mondo che si muove sempre più verso sistemi automatici, quali sono i reali vantaggi riscontrati dall’uso di questa pannellatrice semiautomatica di Schröder? Qual è il ruolo dell’operatore? Tra l’altro, se non erro, è uno dei modelli più grandi dal punto di vista dimensionale dei pannelli lavorabili?
Paolo Ghiazza “Il principale vantaggio è che gestisce una produzione fatta esclusivamente di lotti unici: ogni lotto è composto da un solo pezzo. Il sistema di piegatura Schröder MAK4EVO gestisce i cambi di programma con grande efficienza, passando da un lotto all’altro senza perdere tempo grazie al cambio utensili automatico. Altri vantaggi derivano poi dalla grande precisione e ripetibilità di questa tecnologia: oggi non abbiamo più bisogno di piegatori professionisti, ma di operatori smart da formare all’uso di queste macchine. Questo perché piegare su una Schroeder è un’operazione veloce e semplice. Da sottolineare anche come la macchina fornita da Evomach, a differenza di altre piegatrici che abbiamo usato in passato, non righi mai la lamiera, permettendoci di fornire anche prodotti zincati senza necessità di verniciature. C’è poi un vantaggio che abbiamo scoperto da poco: il particolare processo di piegatura Schröder permette di piegare l’acciaio inox senza contaminarlo”.
Piero Merlino “Il sistema MAK4EVO installato presso Eurotherm è la piegatrice Schröder più grande esistente sul mercato: si tratta di una macchina che permette di lavorare pannelli lunghi fino a 5 m con spessori massimi fino a 4 mm ferro e, nella versione con i premilamiera da 500, permette di andare a creare casse fino a 500 di altezza. Ci sono poi versioni che vanno oltre 600 ma su lunghezze minori. Vorrei sottolineare anche come il cambio utensile automatico che è presente sulla serie Mak4Evolution permette di arrivare a un vero lotto 1 e di ripensare completamente il ciclo di piegatura su kit assolutamente imprevisti e imprevedibili. Inoltre, le nostre macchine vanno a lavorare con gli stessi utensili pieghe positive, negative, raggiate e schiacciate con un grandissimo vantaggio anche in termini di riattrezzaggio rispetto alle piegatrici tradizionali“.
Viviamo l’era della transizione digitale ed Eurotherm è assolutamente in linea con i dettami dell’Industria 4.0; come si è inserita in questo discorso la macchina Schröder che, tra l’altro, per sua natura, è definita sicura per l’uomo?
Paolo Ghiazza “In Eurotherm il reparto della lamiera è nuovo ed è nato già Industria 4.0. É molto utile perché oggi ci permette di sapere esattamente a che punto siamo su qualsiasi lavorazione e com’è lo stato di manutenzione delle macchine, tutto questo direttamente dall’ufficio. Nella trasformazione verso l’industria 4.0 ci hanno aiutato molto i ragazzi giovani che si sono sentiti stimolati e ci hanno chiesto di procedere in quella direzione per poter lavorare meglio e in modo più efficace. Capace di colloquiare con i sistemi gestionali di produzione e con il sistema informatico dell’azienda, la macchina Schröder si è rivelata poi ideale per un ambiente 4.0 e si è inserita benissimo in questo processo che, come abbiamo detto, è partito da zero per tutto il reparto permettendoci la massima ottimizzazione”.
Piero Merlino “Sul tema della sicurezza vorrei sottolineare alcuni aspetti. Sappiamo che la pressa piegatura è un processo pericoloso, perché su pezzi piccoli obbliga l’operatore ad avere le mani in una zona pericolosa, mentre su pezzi grandi invece c’è il rischio che l’operatore venga colpito dal pezzo in movimento. Quando gli operatori impegnati nella piegatura sono due, questi problemi vengono estremizzati. Cambiando completamente il ciclo, la tecnologia Schröder evita questi pericoli totalmente. L’operatore si trova sul lato opposto rispetto agli utensili di piega e quindi non c’è rischio che le mani siano in zone rischiose. Non essendoci poi lamiera che durante la piegatura si muove nell’aria, non c’è pericolo che l’operatore venga colpito. Per questo motivo la definiamo una macchina intrinsecamente sicura e lo conferma anche il fatto che non è una tecnologia inclusa nell’Allegato 4 (che riguarda le macchine pericolose NdR)“.