Robot, la famiglia dei cobot di ABB si allarga
Nel 2021 si sono aggiunti alcuni cobot alla famiglia di ABB; uno di questi è GoFa, un robot collaborativo che vanta un payload di 5 kg e una velocità operativa massima di 2,2 m/s che raggiunge quando, grazie ai sensori, sente che non ci sono operatori umani nelle vicinanze. Durante i Robotic Days Oscar Ferrato, Local Collaborative Robot Product Manager di ABB Robotics, ci ha raccontato qualcosa di questo cobot (e non solo).
ABB è nome ben conosciuto nell’ambito della robotica. Può farci una rapida carrellata di tutti i robot che avete in catalogo?
Sicuramente ABB nel panorama della robotica vanta una delle gamme più vaste di robot. Partiamo dai tradizionali robot antropomorfi con portate dai 3 agli 800 kg, usati nelle più svariate applicazioni, che vanno dall’assemblaggio alla saldatura, alla fonderia fino alla pallettizzazione. Vi sono poi i robot a cinematica parallela denominati FlexPicker, che hanno il loro punto di forza nella velocità, impiegati principalmente nel confezionamento primario e secondario nelle linee alimentari. Poi abbiamo la gamma dei robot di verniciatura usati anche in ambienti esplosivi, che fanno dell’integrazione con i sistemi di spruzzatura il loro principale vantaggio. Per ultima, ma assolutamente non meno importante, la gamma dei robot collaborativi, che comprende ben tre famiglie: Yumi, nato per assemblaggi complessi e precisi a collaborazione continuativa; GoFa sempre per una collaborazione continuativa, ma con portate più elevate; SWIFTI per applicazioni ad alta produttività e collaborazione intermittente.
Nel 2021 la famiglia di robot collaborativi ABB si è allargata con l’introduzione di SWIFTI e GoFa. Vorrei concentrarmi su quest’ultimo: quali sono le sue caratteristiche peculiari? In cosa si differenzia rispetto a SWIFTI e al celeberrimo YuMi?
GoFa è un cobot che porta 5 kg al polso, con uno sbraccio che si avvicina al metro di raggio. La presenza di sensori di coppia in grado di riconoscere immediatamente un eventuale urto lo rendono in grado di arrestare il proprio movimento, in modo sicuro e in tempi brevissimi. Inoltre, vi è anche la possibilità di associare un sensore sicuro (laser scanner o radar) che monitora la presenza di un operatore nella zona di collaborazione, permettendo così a GoFa di lavorare a elevate velocità quando l’operatore è a distanza, e di rallentare (senza doversi fermare) in presenza di persone vicine. Questa caratteristica lo rende il cobot sul mercato con la massima velocità operativa di 2,2 m/s. Quando l’applicazione richiede, invece, performance ancora più elevate e una collaborazione sporadica, o meglio intermittente, allora si può considerare di utilizzare SWIFTI, robot che porta sempre 5 kg al polso, ma che può raggiungere i 6 m/s a operatore lontano.
Ci sono delle applicazioni per cui è stato pensato in modo particolare GoFa? Può darci qualche esempio reale di un suo utilizzo?
GoFa è un cobot molto eclettico e, date le caratteristiche descritte poco fa, può essere utilizzato in numerose applicazioni. Si va dalla più classica di asservimento a macchine (per esempio torni, frese e presse), ad avvitatura, dispensing e siliconatura, fino a pallettizzazioni di fine linea. Un ruolo chiave gioca anche per assemblaggi collaborativi, dove per esempio ha il compito di manipolare il pezzo pesante mentre l’operatore invece effettua i montaggi dei componenti più piccoli. È adatto anche per applicazioni di processo, come la carteggiatura e la stampa 3D, e applicazioni di controllo qualità dei manufatti, anche grazie all’utilizzo di sistemi di visioni integrati.
Senza un cervello software i robot possono fare poco. Qual è o quali sono le soluzioni software che rendono “vivo” GoFa e che gli permettono di essere programmato e di lavorare in sicurezza fianco a fianco agli operatori umani?
La chiave del successo dei cobot ABB risiede sicuramente nella facilità di utilizzo in ogni fase del progetto. Questo perché uno degli obiettivi che ci siamo dati è quello di poter offrire un prodotto che sia istallabile e programmabile anche da non esperti di robotica, in particolare nei contesti di PMI e dove sia necessario cambiare velocemente il setup di linea e task di produzione.
Per far questo, un grande aiuto viene soprattutto da Wizard Easy Programming, un tool disponibile sui nostri cobot che permette di programmare le attività in modo intuitivo: sono stati definiti una serie di blocchi (per esempio di movimento, per aprire o chiudere la pinza, per dialogare con le macchine eccetera), l’operatore non deve far altro che trascinare i singoli blocchi per formare una sequenza di comandi interpretabile dal robot.
Per concludere, come sta agendo ABB per andare incontro alle esigenze delle PMI?
Le PMI sono le realtà che, sul panorama della robotica, ora si stanno affacciando con sempre più interesse. Lotti piccoli, flessibilità richiesta elevata, difficoltà a poter pianificare nel medio lungo periodo investimenti per la situazione attuale sempre in divenire richiedono come risposta una notevole dinamicità. ABB è consapevole di questo e oltre ai software per semplificare al programmazione, abbiamo sviluppato diversi servizi. Abbiamo in essere collaborazioni con le aziende di componentistica (come pinze, ventose, elevatori, sistemi di visione) che hanno generato un ecosistema di prodotti pronti all’uso. Stiamo, inoltre, sviluppando un network di professionisti che chiamiamo “ABB Cobot Expert”, in grado di affiancare i clienti nell’implementazione dei loro progetti di automazione in modo snello e localizzato. Infine, abbiamo avviato anche il programma di noleggio operativo “ABB Robot As A Service” per i cobot, che permette di pagare solo le ore utilizzate, riducendo quindi i costi dell’investimento e dando la massima flessibilità produttiva quando serve.