Piegatura, Thermokey investe su una macchina Schröder
Protagonista di un’importante crescita industriale e produttiva, Thermokey ha scelto di investire in tecnologia per gestire internamente tutta la produzione dei propri prodotti. Decisiva la scelta di puntare su una piegatrice tangenziale a lama variabile di Schröder, una macchina che ha permesso di incrementare l’efficienza dei processi di piega valorizzando gli operatori coinvolti.
Incrementare il know-how interno e investire in tecnologia per crescere anche come realtà produttività. Sono questi alcuni dei pilastri intorno a cui Thermokey, azienda di Rivarotta di Rivignano Teor (UD) specializzata nella produzione di scambiatori di calore, ha costruito la sua crescita in questi anni. “Thermokey – ci spiega Gianguido Vanni degli Onesti, Procurement Director dell’azienda – ha trent’anni di storia e produce sia batterie per lo scambio termico per i principali OEM e produttori di chiller europei sia unità ventilate come DryCoolers, condensatori remoti e evaporatori per i settori del condizionamento, della refrigerazione e del process cooling”. Negli ultimi anni Thermokey ha avuto un’importante crescita. “Con una nuova compagine societaria ed un nuovo management, l’azienda ha avviato un percorso di crescita che l’ha portata da circa 22 milioni del 2014 agli oltre 42 milioni di fatturato del 2021. Nonostante le attuali complessità anche quest’anno puntiamo ad una crescita a due cifre all’interno di un programma che punta a superare i 60 milioni nel 2025 ”. “Solo negli ultimi 3 anni abbiamo investito oltre 3 milioni di euro in macchinari produttivi ed oggi Thermokey è una realtà produttiva quasi completamente verticale: acquistiamo rotoli di lamiera e bobine di tubo e forniamo al cliente il prodotto finito. Siamo a tutti gli effetti dei veri produttori di macchine, non assemblatori”.
Innovare la piegatura per essere più competitivi
Importanti quindi gli investimenti realizzati nel reparto di produzione dei lamierati in carpenteria leggera, che per la tipologia di prodotti realizzati da Thermokey, hanno un peso importante nel processo produttivo. “Internamente – prosegue l’ing. Vanni degli Onesti – siamo dotati di cinque punzonatrici, di cui due acquisite di recente e con elevata automazione per lo scarico pezzo, e un reparto di piegatura che fino a qualche mese fa era composto da tre macchine. Abbiamo quindi cominciato a guardarci in giro per cercare sul mercato una soluzione che permettesse di incrementare i ritmi di piega sfruttando la forte produttività delle punzonatrici. Per noi era fondamentale che questo investimento sposasse la nostra filosofia produttiva: ogni nostra macchina è cucita sulle esigenze del cliente, quindi ci capita di realizzare lotti di un pezzo solo così come di 70-80 pezzi. Non abbiamo lotti così grandi da poter sfruttare una pannellatrice, mentre una piegatrice come quelle già in nostro possesso non avrebbe portato i benefici che cercavamo”. I pezzi da realizzare in piegatura compongono lo scheletro e la “carrozzeria verniciata” delle macchine Thermokey: si tratta spesso di lamierati triangolari di grandi dimensioni (lunghi 2,9 m e larghi 1,1 m) con delle pieghe a C. In questa ricerca di soluzioni sul mercato Thermokey scopre le piegatrici Schroder distribuite in Italia da Evomach e scatta subito la scintilla. “Non appena io e l’ing. Giorgio Visentini, amministratore delegato dell’azienda, abbiamo visto le macchine PowerBend per la piegatura tangenziale a lama variabile ci siamo subito entusiasmati – ricorda l’ing. Vanni degli Onesti – ed è iniziato un intenso e proficuo scambio con Evomach che ci ha aiutato nella comprensione delle caratteristiche e performance di questa singolare macchina. In seguito abbiamo fatto alcune prove presso un loro cliente per vedere cosa era in grado di fare la piegatrice Schröder testandola con un set di cinque lamierati che per noi erano difficilmente realizzabili con piegatrici tradizionali. Le prove sono andate molto bene sia come qualità della piega sia come tempistiche di realizzazione, quindi abbiamo deciso di ordinare una PowerBend Professional 3200/3, cioè il modello con larghezza di piega 3240 mm, spessore di piegatura massima di 3 mm e forza di piega pari a 400 N/mm2”. PowerBend Professional è stata recentemente aggiornata e rinnovata sotto il profilo tecnologico dai progettisti Schröder che l’hanno migliorata non solo nelle prestazioni, come velocità e ripetibilità della piega, ma anche nella concezione grazie all’asse D che è ora complementarmente automatico. Di grande attualità è poi un altro elemento che caratterizza PowerBend Professional, ci riferiamo ai ridotti consumi energetici di questa macchina che permettono di avere un importante risparmio nella spesa per l’energia elettrica.
Rapida da installare, da programmare… e da usare
Consegnata a marzo la piegatrice Schröder ha subito confermato le attese di Thermokey dando un importante contributo alla produzione. “ Dopo quattro o cinque giorni dalla consegna della macchina – conferma l’ingegnere – già piegavamo pezzi. La macchina ha un’interfaccia molto intuitiva e semplice, basta veramente poco per poter capire come usarla e iniziare a piegare in piena sicurezza e autonomia”. Quello dell’autonomia è un aspetto molto importante nella scelta di Thermokey, visto che in precedenza questi lamierati richiedevano, a causa delle loro dimensioni, un forte impegno fisico di due operatori in fase di piega. “Oggi invece se ne occupa un solo operatore grazie a un ciclo di lavoro che, aspetto molto importante, è ergonomicamente molto meno faticoso e gravoso”. La PowerBend Professional si basa infatti su un approccio rivoluzionario alla piegatura: grazie al sistema Up&Down sviluppato da Schröder è possibile realizzare pieghe positive e negative senza ribaltamento manuale della lamiera, che rimane sempre piana sul tavolo di lavoro. La sequenza di piegatura viene gestita dalla lama che automaticamente cambia posizione.
La soddisfazione di Thermokey per l’investimento con Evomach è massima, anche perché la piegatrice ha permesso all’azienda friulana di fare un importante passo verso il suo obiettivo di una sempre maggiore indipendenza produttiva. “Siamo stati veramente soddisfatti e la macchina ci sta dando grandi soddisfazioni – conferma Gianguido Vanni degli Onesti, Procurement Director dell’azienda – non solo abbiamo azzerato i ritardi che il reparto piega aveva rispetto alle punzonatrici, cancellando un collo di bottiglia che ci penalizzava, ma abbiamo ridotto in modo importante le tempistiche di produzione delle nostre macchine. Essendo completamente al nostro interno il processo produttivo ora è molto più rapido con un lead time che si è ridotto di settimane non dovendo più coinvolgere fornitori esterni. Oggi se il disegno di un particolare è pronto il lunedì, il martedì il pezzo è già in produzione. Inoltre la macchina fornita da Evomach ci aiuta in un altro aspetto della nostra strategia aziendale: vogliamo far crescere sempre di più il know-how interno e imparare a fare sempre più lavorazioni”. Questa strategia si concretizza nell’impegno di Thermokey per incrementare le competenze degli operatori che, a partire dal disegno realizzato in ufficio tecnico, devono essere in grado di realizzare il programma di lavoro direttamente in macchina e in autonomia. “Abbiamo scelto la filosofia di puntare su operatori intelligenti e partecipi al miglioramento ed una macchina come la PowerBend aiuta in questa evoluzione: l’interfaccia è molto intuitiva e prestazionale, l’ergonomia è tale da permettere all’operatore di potersi concentrare sulla gestione della macchina e del programma senza dover impiegare troppo energie e fatiche nella manipolazione del pezzo”.