FLAMA punta sulla cella robotizzata di piegatura di RPC Piegatrici
Fondata a Verona nel 1995, FLAMA è oggi uno dei player di spicco della carpenteria metallica italiana e internazionale. Alta tecnologia, specifici processi produttivi e continua innovazione dei macchinari per la lavorazione della lamiera si integrano con un modello organizzativo che è stato potenziato e arricchito recentemente dall’installazione di Modular, la cella robotizzata di piegatura progettata e realizza da RPC Piegatrici.
di Edoardo Oldrati e Farida Milani
“L’idea nasce nel 1995 con due fabbri, io e mio fratello, che decidono di aprire un’azienda per soddisfare il mercato edile locale per prodotti quali cancellate, ringhiere e affini” esordisce Massimiliano Zonaro, CEO e fondatore dell’azienda insieme al fratello. “Col tempo, ci siamo resi conto che questo mercato diventava sempre più settoriale e si specializzava in filoni dedicati ad uno specifico prodotto, lasciando al fabbro solo la pura artigianalità e a noi questo non bastava. Poiché io avevo avuto un’esperienza precedente in una realtà aziendale, abbiamo iniziato a pensare di evolverci e da lì non ci siamo più fermati. È così che è cominciata l’avventura di FLAMA”.
Un’avventura che vede tappe molto importanti in un arco di tempo breve, sinonimo della capacità di analisi del mercato e di visione evolutiva dei vari aspetti che caratterizzano una realtà imprenditoriale. Alla fine degli anni Novanta l’azienda acquista le prime piegatrici e cesoie e inizia a lavorare come contoterzista per il mercato locale. Solo pochi anni dopo, nel 2006, acquista il terreno per costruire il nuovo stabilimento a Castelnuovo del Garda e si amplia, sia come parco macchine che come numero di addetti, ponendo le basi di una struttura precisa, organizzata e focalizzata. Giunge poi il 2008, l’anno della grande crisi generale ma, nel 2012, l’azienda riprende vigore. “Nel 2015, mio fratello decide di uscire dall’impresa – continua Massimiliano Zonaro – e io capisco che, per arrivare ai numeri e alla collocazione di mercato che mi ero prefissato, non posso farcela da solo. Così inizio a inserire in azienda altre figure, tutte specializzate in un ambito specifico, tra cui l’ing. Gianni Boldrin e una responsabile amministrativa, per arrivare a un CDA. Parliamo di un cambiamento cruciale per trasformare un’azienda piccola in una realtà che pensa e agisce in grande, capace anche di approcciare il mercato estero”. Oggi, con una decina d’anni di questa nuova struttura e organizzazione alle spalle, FLAMA, oltre all’Italia, è presente in maniera importante su quei mercati europei dove la lamiera e altri competitor del settore la fanno da padroni quali Austria, Svizzera e Germania. E i numeri che può vantare danno ragione di una strategia chiara, ben focalizzata e soprattutto condivisa poiché, in poco tempo, l’azienda passa da quasi 3 milioni di euro delle fasi iniziali agli oltre 10 milioni dello scorso anno. Crescere e far crescere “Sono fermamente convinto che la chiave di volta del nostro cambiamento siano stati l’inserimento delle figure professionali specifiche per ogni funzione e ambito e, cosa non da poco, l’aver delegato a queste figure sia a livello decisionale che operativo” afferma Massimiliano Zonaro. “E’ un passaggio molto delicato – interviene Gianni Boldrin, Operations Manager di FLAMA – Sappiamo tutti che è molto difficile delegare, soprattutto dal punto di vista personale dell’imprenditore che è anche fondatore di un’azienda. In primis perché ti devi fidare di qualcuno che inevitabilmente la pensa diversamente da te, poi perché devi avere l’apertura mentale necessaria per accettare che i collaboratori possano prendere decisioni in base alle loro idee, anche migliori della tua, e infine perché devi saper accettare che questi sappiano raggiungere traguardi meglio o prima di quanto avresti saputo fare tu”.
“Massimiliano Zonaro ha capito ed ha avviato un processo di crescita – interviene Luca Zonaro, Account Manager aziendale. – individuando le figure giuste capaci di ottenere risultati migliori dei suoi, ciascuno nella posizione più idonea alle proprie capacità, ciascuno responsabilizzato come gestore del proprio microcosmo aziendale, in sintonia con gli altri microcosmi al fine di giocare il proprio ruolo in un complesso ben orchestrato”. Una visione strategica, quella di Massimiliano Zonaro che, mantenendola si è saputo contornare di figure competenti capaci di affermare le proprie idee per portare l’azienda in pochi anni ad avere dei risultati significativi in continua crescita. “Ci vuole una visione di lungo termine e tanta costanza, ci sono dei passaggi obbligati delicati che è necessario affrontare con sangue freddo focalizzandosi sul risultato che si desidera ottenere. Così le cose si evolvono nel modo giusto, le sbavature sono relativamente poche e tutta l’azienda cresce” commenta il fondatore di FLAMA con la convinzione di chi lavora sul concreto. La managerializzazione è stata la chiave di volta, esplicitata nero su bianco in un organigramma molto strutturato che vede ogni responsabile di reparto assumere le decisioni che ritiene strategiche per il miglioramento del prodotto o del servizio che l’azienda offre. Il tutto con l’obiettivo di vestire su misura il cliente facendogli percepire che la struttura è reale e ci si può contare.
La strategia di FLAMA
Sapersi contornare dei collaboratori giusti è strategico e non è cosa scontata ma certamente, per mantenere all’avanguardia la propria offerta, un must irrinunciabile è la tecnologia, espressa in tutte quelle soluzioni innovative che ogni azienda dovrebbe introdurre nel proprio binomio prodotto/processo per non perdere terreno in competitività. “La vita di un’azienda – continua l’ing. Boldrin – è fatta di quotidianità e visione di sfida del mercato e noi ci siamo strutturati così, offrendo avanguardia tecnologica di processo e di macchinari, ed è secondo questa linea di pensiero che, in una delle nostre ricerche, abbiamo trovato RPC, un’azienda che sta crescendo come noi e che, come noi, ha la voglia di fare bene, ha voglia di mettere in campo dei contenuti tecnologici tangibili e riconoscibili dal mercato”. “Abbiamo trovato una notevole affinità tra le nostre due aziende -prosegue l’Ing. Boldrin – perché entrambe siamo partite da una matrice tecnica ed entrambe continuiamo a dare al percorso tecnico l’importanza che merita. Quando ci siamo confrontati con RPC, abbiamo percepito lo stesso approccio, abbiamo condiviso idee e mentalità allo scopo di trovare una soluzione a una necessità tecnica e insieme, con un forte spirito di confronto, l’abbiamo trovata e sviluppata. Il risultato è quello che vedete, la cella robotizzata da 50 tonnellate servita da un cobot UR10, un’isola studiata sulle nostre esigenze che è stato semplice e veloce imparare a usare”. Una cella che ha contribuito, grazie alle proprie caratteristiche, a far sì che FLAMA potesse definire ancora di più la propria identità di system integrator verso la propria clientela. “Già da tempo stavamo maturando l’idea di diventare un unico interlocutore per i nostri clienti -prosegue Massimiliano Zonaro – ma non volevamo un robot antropomorfo perché non era adatto ai nostri volumi. Così abbiamo cercato un’alternativa che ci permettesse di dare al nostro cliente la possibilità di non dover più eseguire certe lavorazioni, di eseguire un programma rapidamente andando a compensare il fattore quantitativo con il fattore qualitativo del prodotto finito. E così lavoriamo oggi, grazie a questa cella su cui gli operatori hanno già imparato a sviluppare dei programmi in poche settimane di utilizzo. Se poi consideriamo che dotarsi di una cella robotizzata era un obiettivo per il reparto di piegatura, ver trovato la soluzione migliore, in questo caso, ha un doppio valore”.
Una cella robotizzata per la piegatura
Tra i molti macchinari che consentono a FLAMA di offrire un ventaglio di soluzioni ampio, sia per grandi clienti con grandi numeri sia per clienti più piccoli con numeri più contenuti, troviamo infatti la nuova cella di piegatura robotizzata HPA 50-20, frutto della fusione fra le consolidate celle REACTIVA e i robot collaborativi Universal Robot. Customizzabile per lunghezza del piano di lavoro e tonnellaggio, la cella installata in FLAMA gestisce fino a 50 tonnellate, presenta una larghezza del piano di carico di 2000 mm ed è asservita da un robot collaborativo frontale su slitta UR10. La cella può essere utilizzata sia in modalità ibrida che in modalità interamente elettrica, il piano azzeratore, il braccetto di ripresa, il carico e lo scarico della cella sono interamente configurabili a seconda delle esigenze del cliente e la slitta frontale, di cui la cella è dotata, offre una maggiore lunghezza di carico/scarico nonché una maggiore autonomia di lavoro nella gestione non presidiata. In particolare, la cella di FLAMA è stata poi personalizzata con due spruzzatori laterali che nebulizzano un lubrificante sulla matrice al fine di mantenerla più pulita ed evitare che l’operatore debba fermare il macchinario, operazione che bloccherebbe la produzione con conseguente perdita di tempo. Molto utili le ventose ad effetto Venturi e i magneti pneumatici di presa pezzo, entrambi autoescludenti in caso di funzionamento dell’altro sistema; da sottolineare poi la versatilità che caratterizza sia le stazioni di ripresa che consentono di montare i pezzi su profili di alluminio, sia i bancali forati sui quali vengono inseriti dei pioli che permettono di caricare una serie di pezzi, tutto a garanzia di una maggiore autonomia di lavoro. Da notare anche la possibilità per l’operatore di effettuare delle modifiche di programmazione ad hoc in base alle esigenze anche in fase di lavorazione. Un interlocutore unico e affidabile Quali obiettivi si prefigge, dunque, FLAMA? “Vogliamo che il nostro cliente sappia di potersi rivolgere a noi come un unico interlocutore per tutte le sue necessità di lavorazione lamiera. Oltre a crescere nel fatturato e nell’export, rimaniamo concentrati sempre sul nostro leitmotiv: massima versatilità nella gestione sia di piccoli che grandi lotti, avanguardia tecnologica e di processo che sia sinonimo di padronanza, verticalità gestionale grazie a un ventaglio di servizi a corredo che integrano l’offerta, dalla verniciatura a una parte di logistica solo per fare due esempi. E forse qualche acquisizione di ulteriori servizi di completamento con il duplice scopo di diventare il più indipendenti possibile. In sintesi, se il cliente pensa a come lavorare la lamiera, vogliamo che pensi a FLAMA come unico e affidabile interlocutore – conclude Luca Zonaro- In fondo, lo sappiamo, la partita si vince se si è differenti”.